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La dieta paleo
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ARGOMENTO: La dieta paleo
#74323
La dieta paleo 7 Anni, 7 Mesi fa  
L’uomo moderno si ritrova i circuiti neurali e il condizionamento cerebrale/comportamentale del suo antenato ai tempi del Paleolitico (l’evoluzione culturale è più rapida di quella strettamente genetica, l'uomo ha trascorso più del 99% della sua esistenza sulla Terra praticando un'economia di caccia, raccolta e pesca), ma vive in un ambiente completamente diverso da quello primordiale. La sua alienazione è totale: dal non sapere come vivere <NATURALMENTE>, non sa neppure come mangiare! E’ per lo più obeso e si alimenta in maniera disordinata, condizionato dalle lobby del cibo.
L’antica cultura alimentare è andata perduta nel passaggio dall’organizzazione dei Cacciatori Raccoglitori (CR) a quella degli Allevatori Agricoltori (AA).
Recentemente è stato pubblicato lo studio delle Hebrew University of Jerusalem e Bar Ilan University partito dai ritrovamenti di resti presenti nel sito archeologico di Gesher Benot Ya‘aqov in Israele, antico di 780.000 anni. Dalle indagini dei ricercatori emerge che l’uomo preistorico si alimentava con poca carne e molta verdura, si tratta di circa 55 piante commestibili: in prevalenza semi, piante, noci, foglie, steli, radici e tuberi che dimostrerebbero la capacità dei nostri antenati di coltivare le terra, anche in funzione delle stagioni e degli ambienti naturali di insediamento.
I risultati di questa ricerca non si devono generalizzare perché ogni popolazione, secondo il clima e la latitudine terrestre, ha adottato una dieta particolare cui è seguito un adattamento genetico specifico: dalla dieta a base di carne degli Inuit e i Massai a quella più bilanciata con la raccolta dei frutti della terra nel popolo dei San (boscimani del Kalahari) e degli aborigeni dell’Australia.
Nel passaggio evolutivo da Homo habilis all’erectus, la mandibola si è modificata in meno pronunciata in avanti con denti più piccoli in ragione di una dieta più ricca di carne e con l’abitudine di battere e ridurre in poltiglia le fibre vegetali ricche di amido, ma anche le fibre della carne (come noi facciamo col polpo). Prima dell’invenzione del fuoco e della cottura del cibo furono queste pratiche di preparazione degli alimenti a diminuire la dimensione dei denti e la frequenza della masticazione al fine di rendere il cibo digeribile.
Il genere Homo, dagli australopitecini, poi con Homo habilis e in seguito con Homo erectus ha evoluto un cervello sempre più grande incrementando le esigenze energetiche, tuttavia ha ridotto le dimensioni della mascella e dei denti, riducendo anche le dimensioni e la lunghezza dell’intestino.
La dieta dell’Homo erectus del sito israeliano era a base di carne proveniente da selvaggina magra, interiora, pesce, uova, frutta e verdura cruda, frutta secca, grassi, non ne facevano parte i legumi, i cereali e i latticini. La dieta dell’Homo sapiens moderno è molto diversa da quella dei nostri progenitori, questo ha portato a malattie <moderne> come la carie e il tumore al colon (colpisce il 7 % della popolazione mondiale), malattie cardiocircolatorie ecc.
Anche noi, pescatori subacquei che abbiamo ereditato un’antica pulsione per la caccia, tuttavia siamo condizionati dai modelli culturali alimentari moderni. Addirittura, alcuni pescatori non mangiano il frutto della loro caccia!
Il mio invito è di tenere presente le nostre origini, anche alimentari.
Di recente ho scoperto una certa intolleranza al lattosio, un colon irritabile, che sto curando tornando alla dieta cosiddetta paleolitica 8niente latticini e tante fibre vegetali).
Giodap
Giorgio Dapiran
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Funzione psicologica della caccia subacquea

Occupare il proprio tempo libero nel procurarsi il cibo riavvicina l’uomo alle occupazioni esistenziali primitive che hanno determinato lo sviluppo della sua psiche.
E’ un momento di ri-appropriazione delle funzioni esistenziali primarie, di superamento dell’alienazione che caratterizza le moderne popolazioni urbanizzate
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