Premessa
Il cacciatore è il primo etologo delle specie che cattura:
In questi ultimi anni, è evidente e consolidato il calo della presenza di prede nella fascia costiera battuta dalla pesca subacquea, non soltanto nel Mediterraneo, anche in oceano Atlantico dove ho modo di pescare con continuità per diversi mesi.
Indagare su questa penuria può portare a conclusioni di scarsa rilevanza scientifica mancando a noi pescatori subacquei molti dati sperimentali della biologia marina, anche se non ritengo che questa scienza abbia individuato le cause della riduzione drastica della fauna ittica degli ultimi anni ( sovra sfruttamento a parte) !
L’introduzione di fasce costiere dove il prelievo ittico è protetto ha portato ad alcuni effetti che non sono esclusivamente quelli previsti.
Animali sopravvissuti per centinaia di milioni d’anni hanno preso le misure anche nei confronti dell’ultimo predatore ( con una presenza fisica in mare) apparso nei mari applicando strategie di difesa molto efficaci: colonizzano zone, dove non corrono il rischio di essere predati o catturati svuotando della loro presenza le zone limitrofe, cioè quelle dove il prelievo della pesca è consentito. Così può capitare nei tratti di costa, dove si trovano numerose AMP o Parchi Marini di perlustrare chilometri di costa senza incontrare un pesce, quando facendo snorkeling nelle AMP, invece, s’incontrano numerose specie.
Altro fenomeno ricorrente lungo le nostre coste è d’incontrare pesci di piccola taglia nelle zone aperte alla pesca subacquea, mentre nelle aree protette la prevalenza è di pesci di buona taglia.
Tutto questo è <innaturale>: non si tratta di protezione dell’ambiente marino ma un cambiamento forzato delle abitudini nella maggioranza delle specie ittiche. Un reclutamento obbligato all'interno di aree dove non si esercita il prelievo ittico, qualcosa di simile agli zoo aperti della terra ferma ( dato che gli individui iniziano e terminano il loro ciclo vitale all'interno di queste zone).
I pesci non si rifugiano esclusivamente nelle AMP o nei Parchi Marini, ma anche dentro i porti, si stabiliscono dentro le aree adibite a servitù militari, mentre gli eurialini risalgono le foci dei fiumi dove la pesca è vietata.
Nel periodo di lockdown per la pandemia Covid 19 con la chiusura dell’attività dei porti, ne ho ispezionato le imboccature nel primo periodo invernale e ho assistito ripetute volte al rituale della riproduzione della spigola ( grossa femmina con i maschi di taglia minore che si alternavano nella fecondazione delle uova deposte). Non sono mai riuscito a filmare questa scena nei miei numerosi video e l’ultima volta cui ho assistito alla riproduzione della spigola risale a 40 anni fa circa nel mare della Corsica.
Nuove strategie di pesca
In queste nuove condizioni venatorie ambientali, la pesca subacquea si trova di fronte a un bivio: o insidiare le specie che si sono rifugiate in profondità, o sfruttare le rare occasioni nelle quali le specie ittiche dalle profondità marine si riavvicinano al sotto costa.
Al riguardo racconterò un’esperienza che ho fatto in questi ultimi mesi nel mar canario che a mio avviso insegna una nuova filosofia nei comportamenti di caccia subacquea:
Un’infrastruttura portuale formata da due moli lunghi 500 metri composta da massi artificiali ( cubi da 1.5 metri di lato in cemento armato) e una diga foranea che ne delimita la chiusura verso il mare aperto costruita con una murata verticale che si appoggia a 20 metri di profondità su una base di grossi cassoni con franata prospiciente di massi naturali alla rinfusa, è il territorio di caccia dove mi sono confrontato di recente per giungere a interessanti conclusioni venatorie.
I tre ambienti: molo di ponente, di levante e diga foranea rappresentano tre territori di caccia diversi dove per avere successo occorre applicare tre strategie diverse. Aggiungo che si tratta di zone molto battute da pescatori di ogni livello e mentre il molo di levante è spesso battuto dai venti dominanti alisei, quello di ponente è prevalentemente ridossato. La diga foranea rivolta al mare <aperto> che presenta fondali più profondi , invece, è meno battuta.
Molo di ponente:
Si accede a questo molo dalla Playa del medio dove è inutile soffermarsi nel basso fondo essendo molto battuta da pescatori locali subacquei e con la canna.
La massicciata di questo molo è composta solo da cubi di cemento accatastati che finiscono sulla sabbia a una profondità di 10 metri nel punto meno profondo e fino a 20 metri in quello più al largo. In questo habitat subacqueo mi ha sempre stupito non trovare abbondanza di pesci negli anfratti tra i cubi che sono rifugio in prevalenza a pesci di piccola taglia chiamati roncador (Pomadasys insicus) , questi non superano i 25 cm di lunghezza ( in prevalenza raggiungono i 15 cm) e non li ho mai catturati.
Solo negli anfratti poco profondi si possono incontrare saltuari muggini molto diffidenti.
All'esterno della massicciata sembrano volare rari drappelli di scari ( Sparisoma cretensis): il maschio di colore grigio è particolarmente territoriale, scaccia e insegue i maschi più piccoli, mentre le femmine variamente colorate dal rosso al giallo al bruno, sembrano disinteressarsi delle esibizioni maschili continuando ad alimentarsi di piccoli vertebrati che vivono nel substrato che si è formato sulle superfici di cemento. Lo scaro ha una carne squisita ed è insidiata con insistenza dal pescatore subacqueo così che i sopravvissuti sono molto scaltri. Questi pesci quando si alimentano nuotano con l’azione delle pinne pettorali, con movimenti molto precisi, ma quando devono scappare, mettono in azione la pinna caudale con accelerazioni impressionanti. Il tiro al volo e d’imbracciata su queste prede è il più frequente e rende necessario un fucile corto e potente ( in questo caso il Saber 80/7.5 che ho armato con Inverter a tre pulegge che descriverò in altro articolo).
Tutto l’areale sopra la massicciata è frequentato da pesci allo stadio giovanile: sardine, boghe, occhiate e altri pesci di piccola taglia con comportamenti gregari, alcune volte ho scoperto e individuato dei barracuda di qualche centimetro di lunghezza. Al minimo segno di pericolo questi banchi di pesci attuano le manovre di difesa nella colonna d’acqua, tipiche di queste aggregazioni, senza cercare rifugio nelle spaccature della massicciata, evidentemente, immagino vi si trovino altri predatori che non sono mai riuscito a vedere ( eviscerando un pesce catturato una volta è arrivato anche un piccolo grongo).
Osservando quest’ ambiente ho subito immaginato che fosse frequentato da qualche predatore e negli anni passati si incontravano di frequente ricciole anche di grossa taglia , palamite, barracuda, ma di recente questi pesci hanno disertato la zona probabilmente per la pressione della pesca subacquea.
Dopo anni di frequentazione ho scoperto che la direzione di marcia dei predatori è da terra ( la playa del medio) verso il largo dove si trova l’imboccatura del porto.
La zona del fondale, per me più interessante, invece, è la fascia sabbiosa che si estende per una decina di metri dall'ultimo cubo di cemento verso il mare aperto. Veramente insospettabile per un pescatore del Mediterraneo che la fascia sabbiosa prospiciente a un molo sia zona di reclutamento alimentare per diverse specie di pesci!
Occasionalmente ho visto un documentario alla televisione spagnola che divulgava le ricerche di un gruppo di biologi marini che avevano compiuto delle riprese satellitari nelle fasce sabbiose intorno alle barriere coralline evidenziando che l’area di <insistenza alimentare> si restringeva appunto nei pochi metri adiacenti alle formazioni corallifere. La spiegazione dei biologi riguardava la prossimità del rifugio in ambiente, dove predatori di tutti i tipi potevano insidiare le specie che si alimentavano degli invertebrati nascosti sotto la sabbia. Non mi sono accontentato di questa spiegazione perché solo nel caso della mia presenza in immersione verticale i roncador presenti tendono a infilarsi nelle spaccature dei blocchi di cemento mentre le altre specie si allontanano verso il largo. Evidentemente questa fascia sabbiosa raccoglie alimento! Le deiezioni dei pesci in questa fascia attiva una catena alimentare particolare composta da piccoli invertebrati.
Quali pesci incontro in questa fascia?
Triglie, mormore, Jurel ( Pseudocaranx dentex) giovanili, branchi di muggini. Di conseguenza la zona, alla fine è pattugliata dai predatori.
I primi anni di frequentazione di questo spot mi immergevo sulla verticale della linea di confine tra la massicciata e la sabbia provocando il <fuggi- fuggi> di tutte le specie reclutate con un <effetto confusione> nel mio livello di attenzione che non portava ad alcuna cattura perché anche i predatori presenti si allarmavano dalla fuga delle loro potenziali prede.
Ultimamente ho messo a punto una strategia molto efficace:
Mi immergo a ridosso dei blocchi a pelo d’acqua, quindi seguo un percorso mimetico tra gli anfratti fino ad affacciarmi sulla spianata sabbiosa dove posso osservare il <pascolo> delle varie specie. Se non giungo alla cattura anche il percorso di risalita cerco di svolgerlo rasente i blocchi di cemento per non allertare i pesci che eventualmente si trovino più avanti nel mio percorso di caccia.
Ultimamente nel mar canario era il periodo della riproduzione della mormora che qui raggiunge anche taglie superiori al chilo di peso. E’ facile trovare triglie di mezzo chilo grufolare con i loro barbigli e di recente ho trovato anche branchi di saraghi maggiori ( dovevano essere <disperati> per mangiare degli invertebrati nella sabbia …).
Seconda parte: molo di levante.
Sia come frequentazione da parte degli appassionati locali, sia come fondale, questo lato del porto di Granadilla è considerato il più attrattivo per la pesca subacquea, ma in quest’ultimo periodo la situazione sta cambiando …
Proprio di fianco al molo a cento metri di distanza si trovano due sbocchi dell’acqua di raffreddamento di una centrale termoelettrica che alimenta il porto di energia . L’acqua che sgorga è qualche grado centigrado più alta del mare e contribuisce a reclutare molte specie di pesci: un banco molto numeroso di una grossa aguglia ( Tylosurus acus) staziona in superficie per soddisfare le esigenze riproduttive ( non approfondisco l’argomento), banchi di sardine e boghe che stazionano nell'area, inoltre attirano i grandi predatori, ultimo anello della catena alimentare. Ho avvistato in mezzo alle aguglie anche Wahoo di grossa taglia ( altri pescatori li hanno catturati nel passato), palamite, e grandi barracuda per non parlare dei pesci serra e delle ricciole che però non sono mai risultate di grande taglia.
La situazione descritta è di qualche anno fa, ora la presenza continua e quotidiana di pescatori subacquei ha allontanato i grandi predatori lasciando le loro prede indisturbate a giocare nel flusso dinamico dell’acqua più calda.
Lo sbocco dell’acqua di raffreddamento però crea un microcosmo marino che non voglio approfondire in quest’ articolo esaminerò invece la situazione venatoria nel tratto di molo che si sviluppa perpendicolarmente alla costa di fianco al tubo che sgorga l’acqua più calda.
La massicciata del molo è simile a quella del lato di ponente (cubi di cemento da 1.5 m di lato) ma con la particolarità di avere una franata artificiale di massi naturali ( pietra vulcanica) alla base dove si frappone alla distesa di sabbia. Questa franata di massi naturali a mio parere cambia le caratteristiche venatorie dello spot:
• Sulla sabbia non s’incontrano i banchi di pesci frequenti sul molo di ponente.
• Gli anfratti tra i blocchi di cemento reclutano diverse specie oltre agli immancabili banchi di roncador ( piccoli pesci di banco).
In questa presentazione ho trascurato il fattore corrente e la presenza dello sbocco di acqua più calda a un centinaio di metri di distanza, fatto sta che le strategie di caccia più efficaci cambiano nei due contesti del molo di levante e di quello di ponente.
Non posso dire quale fattore cambia le condizioni venatorie di questo lato del porto, la corrente o la massicciata di pietre naturali, le strategie più opportune si sono rivelate:
• 1) Effettuare l’immersione sulla verticale del limite tra sabbia e massicciata, dopo una breve pausa, risalire all'agguato rasente le rocce.
• 2) Pescare all'agguato dalla superficie , solo nei giorni di mare calmo, avvistando da lontano le situazioni interessanti da sfruttare con una immersione a delfinetto.
Nella strategia 1) si presentano diverse opportunità:
Capita che i predatori come palamite e barracuda passino tra la massicciata e i blocchi di cemento, in questo caso l’agguato non deve svolgersi con un avanzamento continuo ma spezzato in tanti piccoli <movimenti mimetici> frammezzati da un breve aspetto. Sono pesci che nuotano a metà della colonna d’acqua quindi bisogna rivolgere lo sguardo anche in verticale.
La massicciata naturale offre alimento e rifugio allo scaro, pesce pappagallo tipico di questa parte dell’oceano. Anche la catalufa, pesce di tana a volte si presenta alla imboccatura degli anfratti e si cattura con un tiro piazzato dato che è poco mobile.
Dagli anfratti dei cubi di cemento possono uscire grossi cefali che hanno nelle viscere delle cavità degli agglomerati i loro habitat naturali. Sono molto diffidenti e raramente si avvicinano all'aspetto, si catturano più di frequente con tiri d’imbracciato quando spuntano fuori in drappelli , in fila indiana.
Il limite tra la massicciata naturale e quella artificiale è il punto più interessante dove soffermarsi più a lungo.
Nella strategia 2) si presentano alcune possibilità tipiche dell’agguato dalla superficie e alcune dell’agguato nel basso fondo.
Questa strategia è possibile solo nelle condizioni di mare calmo che ne limita molto le giornate disponibili, comunque, spaventati dalle vibrazioni corporee possono affacciarsi dalle cavità tra i massi di cemento grossi saraghi o gli immancabili cefali ( la taglia può essere sorprendente). Possono capitare drappelli di tanute solitamente pesci molto <curiosi> da insidiare all'aspetto, dopo una capovolta a delfinetto rivolta al nascondiglio più vicino dopo l’avvistamento.
Se la giornata offre il passaggio delle palamite, individuato il branco , da lontano, si deve cercare di anticipare il loro passaggio ( solitamente a mezz'acqua) con una rapida capovolta.
E’ chiaro che queste strategie necessitano una conoscenza approfondita degli spot , delle abitudini delle prede, e delle condizioni meteo che a volte sconsigliano qualunque immersione dato che nell'oceano , l’onda è molto potente ( qui detta <mar de fondo>).
Il successo delle battute di pesca non si improvvisa più come una volta ma è frutto di grande esperienza!
continua
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