E’ ormai un po’ di tempo che ho smesso di fare levatacce per fare centinaia di km prima di andare a pesca. I motivi sono i più vari, essere ben riposato per affrontare le tante ore di pesca che almeno io devo fare per riuscire a ritagliarmi magari anche solo un paio di occasioni di tiro ed in cui devo essere il più lucido possibile e non ultimo un viaggio in auto di ritorno che, in passato complice la stanchezza, mi ha provocato qualche bello spavento. Questa volta però altro che partenza comoda, complice un impegno mattutino sono in acqua a mezzogiorno! Mentre entro, giustamente un pescatore serio (non della serie chi dorme non piglia pesci!) già esce.
Giro nel bassofondo per vedere se il collega mi ha lasciato qualcosa, ma incrocio solo un branco di dorini, che noto aver già preso qualche fucilata, ma che padello in un tiro poco convinto. I dorini sono i cefali che mi piacciono meno e non raggiungono sempre taglie interessanti nelle zone che batto, per cui mentre cerco di “pesarne” uno con gli occhi il tiro ne esce approssimativo.
Noto una strana quantità di murene al pascolo ed in passato tante murene in giro non mi erano state un buon presagio per cui decido di togliermi lo schienalino ed allargarmi in cerca di mangianza e di qualche predatore al suo seguito. In uno di questi tuffi intravvedo in lontananza una sagoma veloce radente la posidonia che mi gira attorno prima di prendere il largo, ma non comprendo se sia un serra, una spigola o altro.
Sono quasi le 16 ed è autunno inoltrato, il giorno prima avevo controllato online l’orario di tramonto ed era previsto per le 17.45, ma tenevo sempre sott’occhio il sole all’orizzonte. Mi ricordavo che quegli orari includono il crepuscolo per cui il sole sarebbe venuto a mancare prima, ma non sapevo quanto prima, vista la mia poca esperienza di pesca in orari così tardivi.
Ennesimo tuffo, il corpo parzialmente occultato in un avvallamento del fondo con testa e fucile fuori dalle alghe. Ormai la luce non è molta anche se sono rivolto verso il sole e inizio a pensare che queste condizioni incuriosiscano i pesci che faticano a identificarmi facilmente. Si avvicina a mezz’acqua uno spedito branchetto di latterini, non sembrano molto nervosi, ma meglio puntare il fucile nella direzione da cui sono venuti! Dopo pochi secondi la sagoma di un pesce si avvicina dritto dal’alto alla mia postazione. Quando è ormai a 4-5mt decide di guardarmi meglio e vira alla mia sinistra. Nel far questo solleva la sua stupenda pinna dorsale mostrandosi a me per quello che è….una bella palamita! Ormai il pesce è a meno di 3mt e mi offre il fianco, il timore di sbagliare quasi certamente l’ultima occasione della giornata mi sfiora, ma allineo bene e sparo…preso in pieno! Inizia a girarmi intorno come una saetta, non gli ho preso la colonna, ma anche se ne conosco le tenere carni so di averla colpita bene e tengo ben in tensione il filo per non rischiare che possa far chiudere l’aletta. Terminata la tipica scorribanda in superficie inizia a puntare il fondo, ma le impedisco di strusciarsi iniziando lentamente a salparla di peso. Vedo bene la punta dell’asta fuori dal pesce e so che l’aletta è poco dietro ben aperta (si noterà la sua “impronta” nella foto). Guadagno cm su cm e dopo poco riesco ad afferrare l’asta e quindi finalmente a coda!
Mentre ormai al buio mi cambiavo ho scoperto un brulichio di pilotine da pesca impressionante che ingenuamente non mi immaginavo, peggio che con la luce….non c’è pace per i pesci!