E che dire di quest'altro mostro ? Poteva essere usato anche fuori dall'acqua. Il modello precedente, uscito nel 1957 e del quale posterò il notiziario, compare in una foto del grande fotografo Victor A. De Sanctis con infilzata una grossa cernia.
Il nome Hydra derivava dal fatto che il fucile veniva caricato ad acqua con la pompa integrata sul serbatoio la quale comprimeva un polmome di gomma precaricato a 22 atm.
Alla prossima. Saluti, Luigi

Ed eco il "Notiziario"
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mingo ha scritto:
Ed eco il "Notiziario"
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Grazie Luigi,
davvero molto molto interessante quello che stai postando.
Questi documenti che ci mostri, anche nel linguaggio, sono delle vere rarità da preservare.
Filippo

Spettacolo di igegno...

Non sapevo che De Santis il fotografo morto tragicamente, fosse uno dei due ingegneri progettisti dell'Idra .
Cerchiamo di capire perché questo modello è stato sopravanzato, poi, dai fucili oleopneumatici moderni:
Il Palloncino contenuto nel serbatoi dell'Idra oltre a spingere l'asta spinge una massa considerevole di acqua (tanto per intenderci, l'acqua che invade e comprime il palloncino)l'eiezione dell'acqua attraverso i fori nella canna frena e rallenta l'uscita del complesso asta/acqua, quindi oltre alla dispersione di buona parte dell'energia potenziale dell'aria compressa, che potrebbe essere il minor problema, le velocità di lancio dell'asta, immagino, che saranno state relativamente basse (non l'ho mai usato)da quì l'esigenza di impiegare aste di grosso diametro per aumentare l'energia cinetica dell'asta quell' 1/2M v2 che poi è l'energia di impatto e penetrazione nella carni del pesce

Che spettacolo!
è tenuto benissimo