A 75 anni guardo indietro nella mia vita e al di là dei rimpianto della gioventù dove tutto era più bello ... non posso fare a meno di notare alcune differenze con la società attuale:
- I giovani del '68 nonostante le contestazioni erano degli ottimisti, speravano che la società potesse cambiare con l'impegno sociale.
- Non c'era l'ansia di non trovare lavoro, potevi fare qualunque cosa se avevi voglia di lavorare : da raccogliere la carta , a scaricare le cassette di frutta e verdura al mercato ortofrutticolo, a fare l'insegnante quando avevi un titolo di studio.
- C'era il mito della cultura e della scienza: in ogni settore si guardavano come una <religione> le invenzioni che stavano cambiando la società, dalle lavatrici, alla televisione ( mia mamma si era venduto il pianoforte per comprare la prima televisione in bianco e nero).
- Non a caso appena diplomato perito meccanico mi sono iscritto all'università dopo aver superato un esame integrativo (allora era così, i diplomati tecnici erano di serie <B>).
Ora i giovani non hanno un futuro ed emigrano (oggi parlando con la dipendente del corriere SDA ho scoperto che anche suo figlio , come quelli della mia compagna, sta emigrando a Melbourne in Australia).
Nel contempo la fiducia nella scienza e nella tecnica è ai minimi storici: chi studia e fa ricerca è un povero <coglione>, più sei ignorante e urli (anche nella pubblicità) più sei ascoltato ed hai successo sociale e di mercato.
L'importante è farsi vedere, apparire, tanto la gente non capisce che sei un asino!
Se un povero ingegnere misura la velocità dell'asta di un arbaléte, subito altri pseudo-tecnici senza titoli scrivono di aver raddoppiato questa velocità (senza prove scientifiche).
La pubblicità non solo è l'anima del commercio ma è la <nuova religione> dei mercati.
Una informazione manipolata sta provocando una deriva ignorante non solo sulla carta stampata, ma anche sui social , nuovo strumento di indirizzo dei mercati.
L'imbarbarimento sociale non è solo politico ma è anche dei mercati!
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