Vorrei distinguere il censimento dei pescatori dilettanti dalla iniziativa di Fulvio della costituenda Federazione.
Il decreto in questione non è ancora legge dello Stato Italiano quindi nessun obbligo per nessuno, come è stato scritto chiaramente, quando lo sarà, ne avrete ampia informazione su questo sito-forum.
In questa prospettiva una federazione di pescatori subacquei ricreativi (stento a chiamarli PIA femminile di PIO)ha un suo significato ed una certa urgenza.
A chi pensa che ci sia già la Fipsas a tutelarci devo dire che, per statuto, questa federazione affiliata al Coni si interessa dell'agonismo e la funzione di promozione della disciplina subacquea è marginale.
Anche in altre discipline-sports come ad esempio il nuoto alla federazione ufficiale (la FIN federazione italiana nuoto della quale ho fatto parte per decine di anni)si affiancano gli Enti promozionali tipo UISP LIBERTAS CSI che si propongono di promuovere la pratica del nuoto non competitivo. Questo nel nostro settore manca!
L'iniziativa di Fulvio e degli altri soci fondatori della futura federazione colma questa lacuna della quale tutti dobbiamo essere soddisfatti, anche quelli che non amano farsi rappresentare da nessuno come me che fonderei molto volentieri una federazione anarchica dei pescasub, "in tu culu ai burocrati"

Anche a me sa di Inc..ata .... lenta ma profonda.
Come tante altre tasse che ci sono in Italia senza nessun senso se non quello di fregare i soldi a chi non ruba.

Mi farebbe piacere che Fulvio raccontasse come si è giunti a questo censimento perché non vorrei raccontarlo io , il solito demagogo...
Alla fine si potrebbe pensare che ho il dente avvelenato con i poveri professionisti che la televisione di Stato e privata dipingono come i poeti e i benefattori del mare : "questo povero polpetto cosa ne facciamo , dice la giovane e avvenente presentatrice, lo ributtiamo in mare dice il saggio pescatore ecologo..."

Beccatevi questo!
Vi anticipo qualche cosa sull’argomento, che avrà una più completa trattazione sul sito della costituenda Federazione Italiana Pesca In Apnea, non appena il sito sarà attivo (tra 15-20 gg).
Il Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006, riporta tra gli obiettivi: “ ... omissis …..Visto il trattato che istituisce la Comunità Europea, in particolare l'articolo 37, vista la proposta della Commissione, visto il parere del Parlamento europeo, considerando quanto segue:
Omissis….. (21) Data l'importanza della pesca sportiva nel Mediterraneo, occorre garantire che essa venga praticata in modo tale da non interferire in misura significativa con la pesca commerciale, che sia compatibile con lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche vive e che rispetti gli obblighi comunitari con riguardo alle organizzazioni regionali per la pesca……. Omissis”.
Questo è l’unico capoverso che in qualche modo coinvolge la PIA in tutta la molto complessa questione della salvaguardia degli stocks ittici e dei desideri della pesca professionale. (Pare che questo capoverso sia stato proposto proprio da un delegato italiano).
Vediamo un po’ il quadro generale: se qualcuno avesse voglia di leggersi per bene il citato Regolamento vedrebbe che l’obiettivo di contemperare le esigenze sia di sostenibilità, sia della pesca professionale, verrebbe raggiunto attraverso interventi sul rinnovo della flotta, puntando a tecniche di prelievo più selettive, sulla difesa del novellame, sulla limitazione alle tecniche più distruttive, ed infine, giungere a quote di pescato per specie (partendo da quelle più a rischio) da rispettare all’interno di ogni paese membro.
L’Italia brilla come il solito per non comunicare i dati sul prelievo professionale. Gli unici dati disponibili fanno riferimento al pescato che transita per i mercati ufficiali (circa 450000 t/anno). Non sto ad elencare quanto pescato potrebbe mancare all’appello.
Arriviamo quindi a chiederci il perché di questo intervento normativo; che caspita c'entra la pesca ricreativa, quando ci sono già alcuni dati in merito? Possiamo tentare di rispondere solo facendo delle ipotesi:
la prima, potrebbe essere che la pesca professionale, ben difesa in modo trasversale dai nostri partiti, abbia interesse a far dirigere lo sguardo verso attori diversi da lei.
La seconda, che qualche politico abbia intenzione di fare cassa.
La terza che qualche attore abbia come obiettivo quello di tagliarsi una fettina della gabella attraverso la gestione di un eventuale tesseramento/licenza (non dimentichiamoci il Protocollo di Intesa MIPAFF/FIPSAS).
La quarta, la quinta, ecc., possono essere combinazioni delle prime tre o altro ancora, ma che prima o poi individueremo.
Ecco quindi, che con il proposto DM si parte per un censimento dei pescatori ricreativi, che però non potrà fornire dati attendibili sui prelievi. Dovrà forzatamente seguire una raccolta dati sul pescato con un metodo, probabilmente, di “carnet catture”. Ma, anche da questo, non vedo come sarà possibile ottenere dati accurati.
Il tutto ad un costo in denaro o ore/uomo non indifferente.
Perché allora scegliere questa strada? La risposta sta forse qualche riga sopra.
Concludo: non entro in questa sede nel dibattito aperto all’interno della nostra categoria sugli svantaggi/vantaggi di un qualsiasi genere di schedatura, dico solo che se il DM diverrà legge saremo costretti ad adeguarci mentre, qualora non venisse pubblicato, avremo forse il modo di intervenire, anche con proposte diverse per arrivare alla stima del prelievo della pesca ricreativa.

E' esattamente lo stesso principio applicato dalla RAS (REG SARDEGNA) alla raccolta del riccio : poichè lo stocks dei ricci presenti sui fondali sardi è in forte calo si prioibisce la raccolta dei dilettanti e si porta il limite giornaliero da 2000 ricci per professionista (che tiene famiglia) a 3000 (decreto regionale), ricordo al lettore che il limite precedente per il dilettante era di 50 ricci a cranio.
Invece di limitare il prelievo dei ricci a chi ne prende di più fino ad intaccare la risorsa ( e specifichiamolo il controllo sui professionisti è ridicolo, direi inesistente!), si abolisce quello dei dilettanti che per mangiare un piatto di spaghetti alla polpa di riccio, ora, devono per forza andarli a comprare dal professionista.
Questi principi guida sono anticostituzionali perché tutti i cittadini hanno uguale diritto di accedere alle risorse della loro nazione di appartenenza (E NELLA QUALE PAGANO LE TASSE!). La fauna marina non è a disposizione della sola pesca professionale in quanto produce PIL, perché se andiamo a fare i conti il PIL prodotto da tutte le aziende rivolte alla produzione di attrezzatura per la pesca sportiva (nautica compresa visto che buona parte dei pescatori sportivi si serve di un mezzo nautico ) è ben superiore a quello della pesca professionale, con la differenza che non intacca significativamente gli stocks ittici.
Quella che può sembrare una miopia politica è solo servilismo nei confronti di una categoria di elettori ben organizzata, tutto ciò perché noi non siamo visibili: eppure, io non ho più votato a sinistra da quando il centro sinistra ha portato avanti la demagogica politica delle AMP. Anche il pescatore ricreativo è un elettore che crede nello STATO DI DIRITTO.
E' la pesca professionale che non è più sostenibile, non la pesca ricreativa che fonda le sue radici nel turismo e nel principio di prelevare il pesce per il proprio fabisogno. Non vedo per quale ragione morale ed etica io debba acquistare il pesce che voglio mangiare in pescheria anziché andarlo a catturare con le mie mani.
Non mi disturba che lo Stato alla fine mi faccia pagare anche l'aria che respiro, ma che io la debba comprare viziata e puzzolente da chi ha ricevuto l'autorizzazione per venderla.
Lo stesso principio è stato applicato nei parchi marini : siccome si vuole tutelare la fauna all'interno di queste aree , si proibisce il prelievo selettivo e limitato del pescatore subacqueo e si consente quello professionale illimitato con la sola esclusione delle zone di massima tutela (zone A) che rappresentano il 10 % di tutta l'area.
Quella pletora di ignoranti che siede nel nostro Parlamento e in quello europeo che emanano queste leggi forse pensano che anche i cittadini siano ignoranti e un pò stupidotti, ma che stiano attenti e si guardino intorno, neppure troppo distante , in Albania , in Tunisia , in Algeria!

L'unica soluzione è che nessuno si censisca... li voglio vedere poi a farci verbali e altro... solo con l'unione si può fare qualcosa la vedo dura e vedo acnhe un aumento di bracconaggio troppa gente che continua a fare le notturne e buttare reti giapponesi in 3m d'acqua leberamente senza essere mai beaccati!

woodoste ha scritto:
L'unica soluzione è che nessuno si censisca... li voglio vedere poi a farci verbali e altro... solo con l'unione si può fare qualcosa la vedo dura e vedo acnhe un aumento di bracconaggio troppa gente che continua a fare le notturne e buttare reti giapponesi in 3m d'acqua leberamente senza essere mai beaccati!
bisogna imparare a filmarli quando mettono le reti e mettere i filmati su you tube. funziona!

Da oggi lo farò ci puoi contare..
Non ti dico cosa ho visto due settimane fa. Mentre mi cambiavo ho visto una barca con una pila a prua mesa a mare, con un sub a fianco bella barca. Praticamnte paperino notturno... ma ci rendiamo conto!!!!

fai bene! a termoli è stato fatto ed ha funzionato. anche se non li hanno multati perchè nel sud si sa come funziona (a' ddà campà!) la capitaneria li ha avvisati che alla prossima li avrebbero castigati.

salve,sono particolarmente scoraggiato e indignato da tutta questa faccenda...anche perchè ho purtroppo a che fare con la fipsas e sto imparando a conoscere il vero "spirito" della federazione.Attendo con ansia l'iniziativa di Fulvio e se posso vorrei dare anche una mano!Vinto dallo sdegno non mi faro censire!Che vengano pure a cercarmi!!!