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Evoluzione delle mie strategie di pesca
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ARGOMENTO: Evoluzione delle mie strategie di pesca
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#78088
Evoluzione delle mie strategie di pesca 5 Anni, 7 Mesi fa  
Francamente non pensavo che avrei ulteriormente evoluto le mie strategie, invece, mi sono accorto che qualcosa sta cambiando.
La regola è : non si finisce mai di imparare!
D'altra parte c'è in atto un'evoluzione del comportamento del pesce: specie in crisi, altre con un successo evolutivo evidente in certe zone e in certi litorali.
Adattare il proprio comportamento venatorio a queste nuove situazioni può determinare un cambiamento delle strategie di pesca, ma non solo, anche degli attrezzi.

Le considerazioni che seguono possono valere solo nei litorali del nord est della Sardegna, ma sono sicuro che troveranno riscontro, anche se in vesti diverse , in altre zone del Mediterraneo.
Per ora affronto il sotto costa.

Il punto di partenza è su alcune osservazioni:

1) La presenza di prede si è rarefatta: il pescatore ha poche occasioni di cattura che chiamerò <avvistamenti>.
2) Inspiegabilmente (perché ne ignoriamo i fattori determinanti), alcuni tratti di costa sono deserti mentre in altri si concentrano tutti gli avvistamenti.
3)I pesci sopravvissuti, nei confronti del pescatore hanno evoluto una sensibilità acustico - laterale sorprendente e comunque più acuta che nel passato.

Discussione:

Nel passato, avevo zone di preferenza dove impostare la battuta di pesca, ora si può dire che queste <località> molto battute sono diventate deserte. Erano promontori rocciosi, franate, tratti irregolari della costa investiti dalla correnti che per esperienza reclutavano un alto numero di specie. In questi luoghi i pesci si distribuivano uniformemente lungo la costa, si può dire che ogni sasso, ogni punta di una insenatura presentava un'occasione di cattura.
Ora, non è più così: promontori dai ricordi bellissimi presentano una realtà disarmante, delusioni da far appendere il fucile al classico chiodo!
Eppure una volta, tutto quadrava: la corrente raccoglieva la medusa Pelagia noctiluca dentro una insenatura, il sarago e l'orata si trovavano in fondo alla baia a ingozzarsi delle cappelle della medusa. Adesso a sbocconcellare le meduse sono solo le occhiate, pesci diffidenti e sensibili che con la fuga trascinano tutti gli altri pesci spesso di piccola taglia.

Promontori battuti dalle correnti che spingono plancton e <mangianza> innescando una ricca catena alimentare in certi periodi dell'anno non presentano alcun avvistamento, mentre in altri periodi reclutano solo alcune specie per ragioni imperscrutabili. Tutto si risolve battendo anche a vuoto certe zone finché scatta il periodo <giusto>, un esempio: a ridosso di Capo Figari c'è una zona che, più o meno il mese di luglio, recluta banchi di mormore che si insediano nelle baie sabbiose. La mormora è un pesce facile da catturare , molto territoriale <viene all'aspetto> a curiosare soprattutto se vede sollevarsi del sedimento dal fondo (alcuni pescatori tirano una manciata di sabbia verso l'alto per farle arrivare). Queste evento attira anche le ricciole , loro predatore naturale. Finito questo periodo il tratto di costa torna deserto perché la presenza delle mormore attira altre specie per un principio associativo molto frequente nei pesci, ma finito il periodo riproduttivo delle mormore nessun altro pesce trova allettante frequentare la zona!

Estrapolando questa osservazione ad altre specie (saraghi, cefali, spigole e in questo periodo ad esempio le lampughe) si tratta di osservare, studiare la fauna ittica associata a una buona dose di esperienza per capire quale tipo di preda può offrire il tratto di costa se è il caso di insistere o invece togliere lo schienalino e provare una batimetria più profonda.

Prima entravo in acqua e pescavo, ora, osservo e pesco! Insomma la nuova strategia è fare i <guardoni>, anche perché tratti di costa deserti si alternano a zone dove gli avvistamenti sono numerosi (il pesce si concentra lì) e ritrovare la concentrazione dopo magari un'ora senza fare un tiro non è istintivo (a volte mi viene da sbadigliare sott'acqua). Se si prende l'abitudine a procedere molto lentamente con lunghe pause d'osservazione (anche 20 secondi) si riesce a tenere alta la concentrazione (non è raro che mi fermi in alcune insenature a faccia in giù braccia aperte verso il basso, occhi chiusi, in stato catatonico, con respirazione lentissima).
La mia pesca una volta era frenetica e riuscivo a capire subito se insistere o cambiare zona, adesso, è quasi più di studio che di pesca. Certo quando poi è il momento mi trasformo nel killer di un tempo perché lo studio non è una fase contemplativa , ma funzionale a una nuova strategia di pesca.

Con questo nuovo stato mentale ho messo a punto <l'aspetto dalla superficie>, strategia che ho descritto in altro post. Ho iniziato ad apprezzare nuove scene: i giovani saraghi fasciati che litigano bocca contro bocca, per poi scappare e inseguirsi con strane piroette per ritrovarsi in una posizione aggressiva (da adulto questo sparide diventerà un pesce tranquillo e compassato), l'armonia delle fluttuazioni dei latterini inseguiti dalle occhiate, le piccole cernie di pochi centimetri di lunghezza che già assumono la posizione <in candela> per osservarmi. E' un ambiente nuovo nel quale ogni tanto dal limite della visibilità si scorge il muso della spigola che ha già percepito la mia presenza, allora, svuotando i polmoni affondo in verticale per avere un tiro stabile sotto il pelo dell'acqua evitando il moto ondoso che devia sempre l'allineamento di mira. O, come per miracolo, appare l'orata che si alimentava nascosta dietro un sasso e non avremmo mai scorto se non ci fossimo fermati in attesa di individuare una preda.

In questo nuovo atteggiamento la supponenza è sempre un errore: mai saltare una insenatura <scema> o un banalissimo sasso affiorante, il pesce si trova spesso deve non ce lo aspettiamo!
Certo se la zona è deserta può essere frustrante tutta questa circospezione e la battuta di pesca può regalare anche un sonoro <cappotto>. Il consiglio è di cambiare se non si crede più nella possibilità di incontri, piuttosto che deconcentrarsi. A questo scopo serve cambiare strategia per rianimarsi: qualche tuffo un po più profondo, qualche aspetto staccati dalla costa, o un agguato più al largo partendo dal fondo per tagliare diagonalmente verso la costa.
Rimpiango non poter mostrare con delle immagini il mio racconto, ma è ormai storia chiusa , come avete voluto voi!

continua
Giodap
Giorgio Dapiran
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Ultima modifica: 02/09/2018 10:49 Da Giodap.


Funzione psicologica della caccia subacquea

Occupare il proprio tempo libero nel procurarsi il cibo riavvicina l’uomo alle occupazioni esistenziali primitive che hanno determinato lo sviluppo della sua psiche.
E’ un momento di ri-appropriazione delle funzioni esistenziali primarie, di superamento dell’alienazione che caratterizza le moderne popolazioni urbanizzate
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#78092
Re: Evoluzione delle mie strategie di pesca 5 Anni, 7 Mesi fa  
Sono dieci anni che vengo in ferie in Gallura. Ho visto un cambiamento radicale nel comportamento dei pesci negli avvistamenti e nella taglia.
Quest'anno ho fatto quasi un mese,nei posti con belle pareti tipo Capo testa, Punta falcone ecc. pochissimo pesce e di taglia piccola.
Anche io ho notato che tedono a
Non ho preso ma sopprrattutto visto un dentice sopra i 2 kg e anche le orate non ne ho viste sopra al kg.
In compenso di ritorno al gommone su una secca mi sono trovato un branco di belle ricciole di circa una decina di kg a mezz'acqua ho tentato un tiro in caduta ne ho presa una bassa e mi è partita sul fondo e si è strappata.
Ne ho avvistate altre due giorni dopo.Dopo una maestralata sono tornato e in un tuffo sulla posidonia ai piedi della secca, con una corrente che portava via, mi è passata una ricciola fuori tiro veramente enorme..... un animale bellissimo.
Ma a parte questi avvistamenti di ricciole che stanno entrando, veramente poco pesce....
Mac
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