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Western Australian Jewie fish
Testo: Angelo Loi
Foto: Laurent Basso / Jorma Merilainen
Jewie fish, Jewie fish e ancora Jewie fish…
“Raggiungi la superficie con l’adrenalina che ti scorre nelle vene, recuperi fiato e inizi a filare il sagolino con movimenti lenti e costanti. Improvvisamente si intravede il primo bagliore bronzo-argenteo e l’elegante sagoma del pesce si materializza dal profondo blu. I movimenti si fanno più frenetici, i battiti cardiaci aumentano fino a che, con mano esperta, afferri la preda tra le branchie e l’assicuri al portapesci. La stanchezza accumulata pinneggiando controcorrente e ondeggiando nello swell (onda oceanica) sparisce d’incanto e una semplice giornata di pesca si trasforma in un evento memorabile da raccontare agli amici”. Così si racconta tra i pescatori del Western Australia la cattura del pesce più ambito e pregiato: il Jewie fish.
Descrizione
Il Western Australian Jewie fish (Glaucosoma hebraicum) ha il suo habitat nella ristretta fascia costiera del Western Australian, che va da Capo Leeuwin a Kalbarry (circa 1000 chilometri), con una presenza ancora elevata nelle zone lontane dai centri abitati e specialmente a nord di Perth, dove gli accessi al mare sono limitati.
Il Jewie fish è una specie a crescita lenta e raggiunge la maturità sessuale in 3-4 anni, raggiungendo una lunghezza di 34-38 cm. Durante questo periodo il corpo argenteo è striato longitudinalmente e una banda nera di circa 2 cm circonda completamente le due branchie passando sopra l’occhio. Negli esemplari adulti resta solo la banda nera e la testa acquista dei riflessi violacei. Un Jewie fish di un metro di lunghezza del peso di 14 chili ha la veneranda età di circa 14 anni. Nonostante la crescita lenta, la natura lo ha dotato di un incredibile capacità riproduttiva e di un’ottima adattabilità al limitato tratto di costa, rendendolo una delle specie dominanti. I grossi maschi si distinguono facilmente dalle femmine avendo l’ultima spina dorsale bianca e molto più lunga.
In passato sono stati catturati Jewie fish superiori a 30 Kg, oggigiorno esemplari di 10 kg sono considerati pesci grossi, oltre i 15 Kg li si considera pesci eccezionali, superati i 20 Kg sono da record e generalmente si tratta di esemplari catturati in acque molto profonde lontane dalla costa o con una buona dose di fortuna in soli 16 metri d’acqua come vi racconteremo più avanti. Durante i mesi freddi invernali (maggio-agosto) i Jewie fish si avvicinano alla costa, spesso in grossi branchi, e possono venire catturati a profondità minime di soli 5 metri. Mentre nei periodi estivi, tra dicembre e febbraio, i Jewie fish stazionano in genere in una batimetrica tra i 15 e 25 metri per l’accoppiamento e deposizione delle uova.
Habitat
Il Jewie fish preferisce lastroni bassi di calcare che poggiano sulla sabbia o franate di massi con lunghe caverne e architravi dove staziona durante il giorno per nascondersi dai predatori e cacciare piccoli pesci e molluschi nella penombra.
È un abile predatore anche in acque aperte, una delle prede preferite è il cobbler (una sorta di pesce gatto), ma non disdegna altri pesci, calamari, polpi e aragoste.
Il Jewie fish è un pesce molto molto curioso, che talvolta può avvicinarsi alla superficie per mangiare il “burley” (pezzi di pesce lasciati cadere a colonna per richiamare i pelagici della zona) o inseguire il subacqueo in risalita. Lastroni sulla sabbia con belle spaccature associati a branchi di “Buffalo breams” (una sorta di grosse salpe) che si aggirano intorno e grosse palle di “bull eyes” (pesci 10-15 cm di dimensione) sono degli ottimi segnali per individuare l’habitat del Jewie fish.
Cattura
Una volta individuata una buona zona, una planata di ricognizione è d’obbligo (molto spesso la visibilità a 15 –25 metri non è delle migliori). Talvolta si può individuare la preda sul ciglio della spaccata mentre esce a curiosare, o altrimenti ci si avvicina alla tana con molta circospezione e pronti al tiro.
La pesca del Jewie fish la consideriamo una delle più belle in quanto richiede la combinazione di tre tecniche: caduta, aspetto e pesca in tana. La pesca in caduta forse è la più comune. Una volta individuata la preda ci si lascia sprofondare nel blu senza il minimo movimento, con il fucile nascosto, sfruttando il movimento del corpo o della corrente per avvicinarsi il più possibile al pesce. Mai tentare di inseguire il pesce anche se sembra pacifico e stupido perché basta un colpo di coda e non lo si vede più. Si impara rapidamente, soprattutto se si ha dimestichezza con i pesci del mediterraneo e se si vince la frenesia di sparare in fretta un pesce di notevole dimensioni che sembra sonnecchi tra uno spacco e un altro.
Nel caso si tratti di esemplari particolarmente smaliziati, è richiesta più di una immersione, con aspetti a pochi metri dal fondo o accovacciati dietro una roccia attendendo il momento opportuno. In tana in genere è un pesce morto, moltissime volte viene a controllare cosa succede all’apertura o staziona a mezz’acqua offrendo il fianco in tutta la sua bellezza. Un certa esperienza la si richiede quando durante qualche pedinamento il Jewie fish finisce in tana, e un tiro rapido al volo è necessario mentre cerca di scappare dal buco opposto.
Il segreto più importante per catturare il Jewie fish e in particolare prede oltre i 10 kg, è quello di mollare il fucile (nel caso sia collegato ai 30 metri di sagolone) o dare sagolino in caso di fucile col mulinello, appena si spara. La carne e la pelle del Jewie fish sono estremamente morbide e facilmente lacerabili, e, a meno che non sia morto sul colpo, è sempre meglio lasciarlo andare e valutare la situazione con una seconda immersione. Dopo che si perdono un paio di grosse prede si impara subito e il movimento di rilascio diventa automatico. Tra l’altro il Jewie fish, una volta colpito, tende a buttarsi nel primo buco e appoggiarsi alla parete e in genere al 99% lo si ricupera facilmente con una seconda fucilata.
Ricette per il Jewie fish
Carne bianchissima con un gusto delicato, si presta a moltissime ricette:
Raviolini di ricotta e filetto di Jewie fish conditi con un sughetto rosso di aragosta. Filetti al cognac e pepe verde. Filetti al cognac e origano fresco.
Il pesce intero lo si può benissimo cuocere sotto sale, alla vernaccia o al cartoccio.
Semplicemente fritto assieme a pezzi di aragosta con solo semolino garantisce un ottima frittura.
Storia del nuovo record
Lo storico record di Bob Muir (24.2 Kg) stabilito 30 anni fa sembrava ormai inaccessibile, anche se alcune avvisaglie verso la fine dello scorso inverno (agosto-settembre 2003) lasciavano presagire che qualcosa stava per accadere. Ad agosto infatti ci troviamo nella parte occidentale (West end) dell’isola di Rottnest quando, pescando su una risalita sui 20-25 metri dove in genere insidiamo a fine estate i pelagici (Spanish mackerel, grosse ricciole e a volte tonni), Laurent spara un bellissimo Jewie fish di 20 Kg in una grossa tana di nostra conoscenza. Gioia alle stelle, il più grosso da lui mai sparato era di 19 Kg mentre io lo seguivo con uno da 18.5 Kg sparato diversi anni prima.
La settimana successiva si ripete con un altro da 20 kg, sempre nel circondario di Rottnest, a una profondità di 20 metri. Io con amabile gelosia gli passo il mio fucile per una seconda fucilata.
Verso la fine di Novembre, rientrando dall’isola di Rottnest dopo una proficua mattinata ad aragoste seguita da una pescata decente nel circondario dell’isola fuori dalle acque del parco marino, Geofrey (socio di pesca), mentre controlla il fondo attraverso uno pannello trasparente appositamente costruito sul fondo della barca, urla “ferma la barca c’è un branco di Jewie fish!”. Un po’ incredulo blocco la barca, ritorno indietro di 50 metri e butto l’ancora mentre Geofrey salta in acqua; io lo seguo a rotta di collo. Immediatamente individuo una grossa femmina di Jewie fish che stimo sui 18 kg che si sposta verso la destra della barca lungo una strisciata di lastroni poggiati sulla sabbia. La seguo per un po’, tento un paio di apnee, provo tutti i trucchi, ma non c’e niente da fare, la perdo dopo 10 minuti. Sconsolatamente, nuotando verso la barca, intravedo e catturo un Jewie fish sugli 8 Kg . Salgo in barca e immediatamente mi rendo conto che la faccia di Geofrey traspira tragedia. Non sa da dove iniziare, è distrutto, gli cavo le parole di bocca. “Mi sono fatto fregare dal Jewie fish più grosso mai visto in vita mia (Geofrey ne ha sparato uno in passato da 22 kg), quello che hai inseguito tu era un baby a confronto, ho ignorato gli altri del gruppo e ho mirato il più grosso che per miracolo ha evitato l’asta” mi racconta. In triste silenzio si rientra al porto di Fremantle e penso alla terribile notte di incubi che aspetta l’amico.
La settimana successiva abbiamo a bordo il figlio e un amico di Geofrey. Catturiamo senza difficoltà le 16 aragoste consentite dai regolamenti, un’oretta di pesca a lenza, e si decide di rientrare consentendoci un solo stop dove Geofrey aveva visto il Jewie fish enorme. .
Ci buttiamo in acqua appena l’ancora tocca fondo, Geofrey urla “dentici” e si avvia a sinistra, io non ho quasi neanche il tempo di caricare il fucile quando sotto, a circa 16 metri, vedo due enormi Jewie fish nuotare tranquillamente. Riconosco la femmina della settimana precedente da una intaccatura sulla coda e mi rendo conto che il maschio che la segue è gigantesco. Mi lascio andare in caduta, arrivo quasi sul fondo, i due bellissimi esemplari mi guardano tranquilli ma si tengono a distanza di sicurezza. Riprovo altre due volte con un paio di aspetti sul fondo non abbastanza lunghi; la corrente è troppo forte. Cerco di non perdere la calma, dopo la terza apnea si separano; seguo il grosso. Tranquillamente, insieme a un grande branco di Buffalo breams, nuota lungo la strisciata di calcare larga circa 30 metri, lo inseguo per almeno 100 m senza avere una chance per un’altra immersione. Decido di ignoralo quasi completamente e nuotare al di fuori della strisciata cercando di bloccargli la strada. Lo stratagemma usato in passato in Mediterraneo col alcune orate funziona e finalmente lo vedo girare e stazionare su un ciglio. Mi avvicino lentamente, sembra tranquillo, una volta sulla verticale decido di scendere: o la va o la spacca! Mi lascio cadere sul fondo, il Jewie fish non va via ma non si avvicina come gli altri. “Per arrivare a una mole del genere devi averne viste di tutti i colori”, penso. Decido di adagiarmi sul fondo e vedere cosa succede: non credo ai miei occhi, si gira, mi punta e viene, sto per sparare ma un grosso branco di Buffalo Breams si mette in mezzo. Mastico imprecazioni, ma non desisto, sono solo secondi ma sembrano ore, i Buffalo vanno via ma il Jewie fish è ancora lì, a circa 4 metri, completamente di fianco, bellissimo, enorme e pronto a partire. È un po’ lontano per i miei gusti. Non ho scelta, sparo immediatamente, molto probabilmente quando parte. Mi rendo conto che l’asta, pur avendolo preso bene vicino alla testa, non l’ha passato, automaticamente mollo il fucile e mentre risalgo lo vedo con tutta la sua mole buttarsi sotto un ciglio. Mi sfogo in superficie con un urlo disumano chiamando Geofrey, che accorre immediatamente. Nel frattempo faccio un’immersione e trovo il Jewie fish fermo immobile in un lungo spacco. Afferro il fucile di Geofrey e con tutta calma sparo il pesce in testa. La sagoma splende nel blu mentre lo tiriamo lentamente in superficie. È enorme. Saliamo in barca e Geofrey lo pesa immediatamente. La bilancia segna 25 Kg. Non ci credo finché non vedo l’ago della bilancia di persona. Più tardi, in una bilancia digitale, la preda registrerà 24.8 Kg. Il mitico record di Bob Muir è battuto.
Un paio di telefonate e tutti a cena. Radunati intorno al barbecue in ossequioso silenzio osserviamo le trance del Jewie fish cuocere lentamente mentre il sole scompare alle nostre spalle sul mare. La notte trascorre allegramente e la mitica impresa accompagnata da un buon mirto e un sigaro viene raccontata più di una volta. Il resto è storia.
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