Ci penso spesso, ancor più ora che lui e mamma non ci sono più. La mia passione per il Mare fu davvero colpa sua o meglio, fu suo merito. Lui mi fece conoscere il mare che avevo solo un anno Non ci credete? Lo ricordo perfettamente quel giorno, a Porto Pino, quando mi prese per le manine e mi immerse i piedi nell'acqua, ricordo la prima sensazione di terrore e poi... fu chiaro immediatamente che quel mondo sarebbe rimasto sempre dentro me. Fu l'inizio di una passione profondissima, alimentata anche dal fatto che babbo, negli anni seguenti, si attrezzò di maschera gran facciale, pinne (oddio, pinne è una parola grossa) e fucile a molla. Io ero piccolo e lo guardavo indossare il tutto ed andare a cacciare pescetti. Intanto imparavo a nuotare nell'acqua di mezzo metro. Intorno agli otto anni cominciai a rubacchiargli la maschera e fu l'ingresso visivo in quel mondo magico che tale allora mi appariva ed ancora così mi appare. Poi sui dieci anni mi regalò una maschera tutta mia e delle pinne; non mi pareva vero. Un giorno finalmente lo seguii nei fondali profondissimi (2 mt ahahah) senza che lui se ne accorgesse. Gli stavo dietro ma quando mi vide, per un attimo, si spaventò e si adirò parecchio. Poi però capì! Capì che amavo tantissimo il Mare e, alla fine, non gli dispiacque affatto che io lo seguissi nelle sue scorribande marine. Dagli undici anni in su, ogni estate, come premio per l'ottima resa scolastica, mi faceva fare il manovale con lui e mi pagava pure. Pochi spiccioli, che io mettevo da parte sognando di potermi comprare una mia attrezzatura. Fu così che, al diploma di terza media, nella mia follia, presi l'autobus per Carbonia, direzione UPIM, dove avevo visto che c'era la tanto sognata attrezzatura che mi avrebbe permesso finalmente di cominciare la mia avventura di pescasub. Con i risparmi comprai un coltello, una retina, pinne, maschera e aereatore, piombi ed una giacca in neoprene tartarugato della Mares, con cerniera e con cappucio separato. Poi il pezzo da novanta, il fucile ad aria compressa, un mitico Jaguarino, un passo enorme in avanti. Tornai a casa super gasato, feci vedere il tutto a mamma che, al contrario di babbo, non nutriva proprio nessun amore verso il mare. E lei si arrabbiò moltissimo, tanto che mi apostrofò con un: "appena arriva tuo padre dal lavoro vedrai cosa succede....". Babbo rientrò a pranzo e lei, ancora furiosa, gli disse: "Clemente, sai cos'ha combinato tuo figlio? Si è comprato l'attrezzatura da sub, questo smidollato....". Io aspettavo l'inevitabile sgridata e di certo qualche schiaffo e l'immancabile calcio nel sedere e invece lui, per tutta risposta, guardandomi con i suoi bellissimi occhi verde smeraldo (belli davvero) disse: "davvero? fammela vedere!" Così la portai e lui si illuminò tutto...... Questo è uno dei ricordi più belli che custodisco di babbo, un uomo simpatico, estroverso, ironico, appassionato ma anche uomo temprato dalla guerra, per altri versi non morbido. Un uomo che mi trasmise tante passioni ma quella del mare fu forse il regalo più bello che mi potesse fare. E' merito suo se ho un mare di "ricordi di mare" e spesso, ancora adesso, quando entro nel liquido elemento, non posso fare a meno di ripensare a lui e di dedicargli sempre un: "grazie babbo, grazie per tutto questo". Ed in quel verde smeraldo lo rivedo come allora, con maschera e pinne, ed una lacrima cade dai miei occhi e si fonde nel verde dei suoi; intensi e per sempre "verde mare".
Osvi
In foto la spiaggia delle mie prime avventure con lui.
