Questa mattina sono tornato dalle ferie e ho avuto la bella notizia di essere arrivato secondo al concorso letterario della rivista Pescasub.
Spero di fare una cosa gradita agli amici del Forum inviando in anteprima il racconto.
Ora si pone un problema annoso: essendo un Dapiraniano convinto, che ci faccio con il l'arbalete che ho vinto?
"Il mare e la terra, il sopra e il sotto. In teoria così distanti, ma il pratica, molto vicini. Uniti se guardiamo l’orizzonte.
Quello che accade fuori spesso non è molto diverso da quello che accade dentro l’elemento liquido, e anche le nostre relazioni umane si riflettono nelle nostre avventure di pesca.
Se paragono i miei genitori a dei pinnuti, vedo mia madre come una corvina, sempre attenta a tutto quello che faccio ed anche se sembra distratta dal suo volteggiare. Credo di poterla fregare ma all’ultimo momento mi ricorda che ne ho ancora di strada da fare.
Mio padre può essere sicuramente un sarago. Magari ad un certo punto lo consideri quasi scontato, ma in realtà è sempre presente, mi ha insegnato tantissimo. Mi ha accompagnato dall’inizio di questa avventura, mi ha fatto scuola, ed è per tutti un punto fermo.
Gli amici sono i dentici. Fai tutto bene nel momento giusto e potrai vederne tanti. Se sei bravo e ti comporti bene senza tradire la fiducia con gesti sbagliati, ne conquisterai di grandi che resteranno con te per tanto tempo.
I figli? Ricciole. Pochi e importanti incontri che ti possano segnare per tutta la vita, al punto di farci credere di non voler dedicarci ad altro ( e qualche fortunato ci riesce).
E poi ci sono le donne. Loro sono come le Orate, croce e delizia per tutti noi, non sai mai come andrà a finire. Sospettose, eternamente indecise ma a volte sicurissime, vanitose e comunque bellissime. Possono farti sognare o disperare, in ogni modo sono loro a decidere.
Tutti ne ricordiamo tante, i più bravi ne hanno prese diverse, ma nessuno di noi può sapere quando sarà la prossima.
La mia Orata l’ho incontrata nel mare davanti casa. Come mia moglie conosciuta qui vicino.
Sono stati tutti e due incontri inaspettati, ed entrambi hanno lasciato il segno.
Una apnea lunga 2 minuti può lasciare lo stesso sapore e la stessa profondità di una relazione lunga 2 o 3 anni.
Quando sei lì sembra di non accorgersi del tempo che passa, pensi solo a fare la cosa giusta e stai attento a non fare niente di sbagliato per non veder sfumare l’occasione, non ti fai distrarre da nient’altro, perché in quel momento non ti interessa nessuna altra preda, che sia dentro un golfo o una minigonna.
Buffo ora che ci penso realizzo che sono tutte e due bionde ed a un certo punto ho temuto di perderle entrambe.
Se con mia moglie è stata una partita giocata a lungo nel tempo con la regina delle prede tutto si è svolto in un attimo.
Quando l’ho incontrata sembrava un giorno come tanti altri.
Lei è arrivata da lontano, era alta e il suo portamento regale mi metteva in soggezione. La guardavo incantato da tanta bellezza e mi sentivo già appagato dalla fortuna avuta nell’incontrare un così meraviglioso essere.
Mai avrei sperato di incrociare il suo sguardo e suscitare in lei un po’ di curiosità, ma poi ho capito che guardava proprio me, e che piano piano si avvicinava.
Man mano che le distanze diminuivano il battito accelerava, emozionato come uno scolaretto, timoroso come al primo appuntamento importante. Indeciso sull’attimo da cogliere, come quando arriva il momento del primo bacio e sei combattuto tra la voglia di fare il primo passo e il timore di perdere tutto per la troppa foga, io non sapevo cosa fare, se aspettare ancora o provare subito a fare colpo.
Poi una voce che ti dice ora o mai più.
Mi sono lanciato e una freccia ha colpito la mia amata, quella di Cupido per mia moglie e quella di un umile arbalete per la mia orata.
Poi quello che segue è solo felicità, l’orgoglio di uscire con la preda più ambita, il pavoneggiarsi di fronte agli amici invidiosi, sentirti invincibile e fortunatissimo.
Solo dopo comprendi che in mare sei te che l’hai catturata e poi cotta, ma a casa è lei che ti ha catturato e te che sei cotto, ma in fondo in fondo è così che ci piace."
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