Oggi si celebra un evento doloroso per la mia famiglia: l'esodo dalla propria terra, l'Istria.
Io allora ero già nato a Modena quando mio padre era istruttore alla Scuola di guerra per ufficiali dell'esercito e non ho vissuto la diaspora. 250000 italiani hanno abbandonato l'Istria e la Dalmazia perdendo tutto, dalle proprie case a tutti i beni che non si potevano portare via (su una nave).
Non è stata solo una fuga dal pericolo che i <Titini> , partigiani di Tito, potessero vendicarsi delle angherie dei fascisti, uccidendo (gettando nelle foibe) gli italiani rimasti, ma un rifiuto di restare in un paese governato da un dittatore comunista.

La mia famiglia ha pagato gli errori di una guerra e del regime fascista più di altri italiani: oltre a piangere i suoi morti in guerra ha dovuto cominciare da zero senza alcune risorse (che le proprie braccia e la propria intelligenza). Non tutti i Dapiran sono arrivati in Italia accettati dalla Sardegna, a Fertilia, molti sono emigrati all'estero, disperdendo un nome dalle origini chiaramente istriane : gli antenati erano arrivati a Rovigno d'Istria <da Pirano>.

Nessuna strumentalizzazione da parte mia dell'evento, solo un doloroso ricordo!

Oggi a Fertilia come ogni anno c è stata la deposizione di una corona sotto il leone nella piazza che da sul mare alla presenza del sindaco e dei cittadini

Mi ricordo quando mio zio Giovanni Dapiran, geometra del comune di Fertilia, ha fatto il progetto della stele sovrastata dal leone di San Marco con il muso rivolto verso le terre della madre patria.
Ora tutti i Dapiran residenti a Fertilia sono morti compreso don Francesco Dapiran , parroco che ha assistito gli esuli nel calvario della migrazione.