Le situazioni e posti di caccia vanno analizzati oltre che dal punto di vista delle strategie e delle specie di pesci catturate, anche dal punto di vista statistico.
Solo così si riesce a determinare la tattica giusta sulla preda prevista nella battuta di pesca.
E' chiaro che volendo catturare i barra che cacciano intorno alla guglia, la tattica di scendere lungo il crinale della guglia produce solo l'allontanamento del branco, quindi giusto l'approccio al sommo da un punto più lontano. Criticavo solo la tua discesa sulla zona sabbiosa. Potevi avvicinarti alla guglia anche immergendoti sulla parte rocciosa del terreno e avanzare all'agguato lungo il confine tra i due ambienti (roccioso e sabbioso). Questo confine è sempre molto interessante perché nel comportamento dei pesci non c'è mai uno sconfinamento casuale: la zona sabbiosa è considerata dalla maggioranza delle specie un territorio infido, troppo scoperto. Anche i topi quando si spostano da una zona all'altra della città passano rasente i muri e attraversano gli spazi aperti con grande velocità e diffidenza. Il comportamento animale ha molte similitudini perché si è originato per trasmissione e conservazione da una specie all'altra. E' caratteristica la migrazione attraverso la distesa sabbiosa delle specie che <fanno l'elastico> tra il sotto costa e i rifugi al largo: aspettano di essere un certo gruppo, anche eterogeneo, prima di mettersi in marcia ...
E' probabile perciò, in certi periodi della giornata, soprattutto all'alba, trovare lungo il confine tra i due biotopi gruppetti di pesci che attendono il momento opportuno per <attraversare>. Addirittura se una piccola isola di roccia circondata da sabbia è stata colonizzata da un drappello di saraghi e il subacqueo vi si trova a cacciare, vedrà che questi pesci, per scappare alle sue insidie, continueranno a girare intorno alle rocce , proprio al confine, in certi casi troveranno rifugio in piccoli anfratti, mai attraverseranno da soli la distesa sabbiosa.
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