Oggi avrei dovuto fare la mia prima gara di tiro al bersaglio subacqueo, ma un problemino intestinale mi ha costretto a riflettere seduto tutta la notte...
Mi sono spremuto... le meningi
incuriosito da una serie di problemi, domande e curiosità nate da alcune chiacchierate con gli amici del tirosub e a varie riprese trattate con pareri sempre discordanti sui forum. Mi è rimasta, quindi, più o meno libera la giornata di oggi e così ho deciso di condividere con voi alcuni dubbi e riflessioni.
Che sarà venuto fuori da questa spremuta di meningi?
Allora il protagonista della storia è un atleta del tiro sub, ma la cosa, con le debite proporzioni, si estende e, in alcuni casi si amplifica, al caso del pescatore in apnea.
Questa è la storia:
- un atleta del tiro sub arriva in piscina, immerge il suo arbalete in acqua prima iniziare la gara affinché le gomme raggiungano l'equilibrio termico con l'acqua... è calda: 25 gradi (tipo pesca estiva)
- si immerge anche lui e compie un certo numero di cicli di carico e scarico dell'elastico prima di iniziare il suo allenamento;
- poi va giù e carica con un movimento deciso ma continuo e non brusco il suo arbalete;
- spara e fa centro pieno in un cerchietto di 12 mm;
- la settimana dopo lo stesso atleta si reca alla piscina per un altro allenamento... tutto si svolge in modo identico, ma l'acqua della piscina questa volta è a 5 gradi;
- l'atleta mira esattamente come la settimana precedente ma il tiro arriva basso...
Secondo voi la storia ha un qualche senso (a parte la piscina a 5 gradi)? Le azioni fatte dall'atleta sono giustificate? Voi avete mai notato una qualche differenza con variazioni di temperature notevoli? L'elastico risulta più duro da caricare con il freddo? E il tiro è più moscio o più potente?
Ciao