Il 6 ottobre 2024 sul Secolo XIX quotidiano di Genova viene pubblicata una intervista a Paolo Ferraro , figlio del fondatore della Technisub Luigi Ferraro nel(1962) nella quale si annuncia la chiusura di una azienda storica della subacquea ( pesca sub compresa).
Come sapete sono stato un dirigente di questa azienda dal 1974 al 1980.
Quando nel 1979 l'azienda Air Liquide proprietaria della Technisub SPA ( ma anche della Spirotecnique e US Diver), pensionò Luigi Ferraro dal suo ruolo di presidente ponendo al suo posto il figlio Paolo, ho dato le dimissioni per dedicarmi a tempo pieno alla pesca subacquea trasferendomi in Sardegna, ad Olbia.
Assumendo il ruolo di presidente, Paolo Ferraro ridisegnò l'organigramma aziendale degradandomi dalla dirigenza del settore <Mute subacquee> a sottoposto dell'altro ingegnere presente in azienda, invece, nelle grazie della presidenza : Gianni Beltrani, col quale mi trovavo spesso in disaccordo. Ho già raccontato in altro topic il collaudo del fucile ad elastici <Bliz> effettuato da Beltrani nel corridoio dei cartoni dismessi anziché in mare.
Paolo Ferraro attribuisce la decadenza tecnica dell'azienda alle scelte della casa madre Air Liquide con imposizioni di personale non qualificato. Valutazione che non condivido anche se da più di 40 anni sono diventato estraneo all'azienda.
Sicuramente la decisione del presidente Air Liquide sig. Delorme di smettere, chiudere, la produzione di fucili subacquei ha iniziato la decadenza dell'azienda, ma è inevitabile la valutazione che la coppia Paolo Ferraro e vicepresidente Gianni Beltrani non ha saputo trovare un altro indirizzo produttivo efficace.
Nel 2007 Polo Ferraro si dimette dalla presidenza dell'azienda in disaccordo con Air Liquide, ma la decadenza era diventata ormai irreversibile, chi dirige una azienda deve prendersi anche le responsabilità di un fallimento, dare la colpa ad altri quando invece si comanda ( anche sub iudice) non è onorevole.
La differenza manageriale tra il padre Luigi e il figlio è storia!
Sono molto dispiaciuto del fallimento dell'azienda per la quale ho lavorato con passione arrivando a produrre 40.000 mute all'anno. Alla fine del mio mandato sono stato costretto a esternalizzare la produzione mute in un laboratorio esterno non della Technisub cui ha fatto seguito il licenziamento di 32 dipendenti. Questa è stata la prima scelta disastrosa, a mio avviso, della nuova presidenza, quando il settore che dirigevo allora faceva un quarto del fatturato aziendale.
Non rimpiango invece la mia scelta di allora da < uomo libero>. Attualmente sono pienamente soddisfatto della mia vita e del mio successo, priva dei fallimenti che comunque segnano l'autoconsiderazione di ogni persona!
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