Questo trattato firmato dalle nazioni che hanno vinto la seconda guerra mondiale assegnò un territorio agli ebrei in Palestina e la penisola istriana alla Iugoslavia: due operazioni <territoriali> discutibili.
Il terrorismo dei partigiani di Tito che gettavano nelle foibe gli italiani sopravvissuti alla guerra in una operazione di pulizia etnica fece fuggire decine di migliaia di persone di lingua italiana che sono emigrate per il mondo, si sono integrate nelle nuove realtà e in molti casi hanno avuto successo ricostruendosi una vita!
Mio nonno Giorgio era un viticoltore commerciante in vini, proprietario terriero, e di una <taverna> sul porto di Pola oltre a una palazzina sul porto dove ad ogni piano aveva sistemato i suoi numerosi figli.
La mia famiglia ha perso tutto!
Due miei zii si sono trasferiti a Fertilia dove don Francesco Dapiran parroco di Orsera aveva guidato i profughi di Pola e Rovigno, uno a Roma è diventato direttore di una raffineria, degli altri ho perso traccia anche perché la famiglia nel dopo guerra si è smembrata e noi figli di profughi siamo cresciuti senza radici, ma senza odio nei confronti di chi ci ha rubato la terra e le ricchezze accumulate dagli antenati.
Perché questo confronto fra due realtà territoriali usurpate dai vincitori della guerra?
Anche i palestinesi potevano scegliere di emigrare e ricostruirsi una vita come ha fatto la mia famiglia e tutte le altre che sono fuggite.
Ora L'Istria si chiama Croazia e gli italiani rimasti sul territorio hanno vissuto in pace con gli slavi e così potevano fare i palestinesi con gli israeliani, ma in questo caso c'è la differenza di religione tra ebrei e mussulmani che seguono una cultura di supremazia violenta sulle altre religioni.
Ecco cosa avvelena la convivenza dei popoli: il desiderio assurdo di convertire tutti i popoli ad adorare lo stesso Dio!
|