L'albero genealogico dell'uomo 11 Anni, 5 Mesi fa
|
|
Le conoscenze scientifiche – si sa- sono soggette a continue verifiche: la “verità” è tale, finché la ricerca e la documentazione scientifica non porta ad una nuova teoria, ad un nuovo assetto delle conoscenze.
Nel campo della paleoantropologia sono soprattutto i reperti e i nuovi strumenti di indagine della biologia molecolare a spiegare come si è evoluto il genere Homo dalle sue origini fino all’Homo sapiens dei nostri giorni.
La scoperta del cranio dell’ominide di Dmanisi in Georgia e dei resti di altri cinque individui nello stesso sito che mostrano una grande variabilità all’interno della stessa popolazione fa supporre che il genere Homo dalle sue origini
-circa 2.5 milioni di anni fa- non si sia evoluto attraverso una serie di specie succedute nel tempo, ma appartenga ad un’unica specie.
(Ansa):
<Prima della scoperta dell’ominide di Dmanisi si pensava che la più antica specie del genere Homo fosse l’Homo rudolfensis, vissuto tra 2,4 e 1,9 milioni di anni fa. La specie successiva sarebbe stata l’Homo habilis da cui si sarebbe evoluto l’Homo ergaster, comparso circa 1,8 milioni di anni fa. Discendente dall’Homo ergaster sarebbe stato l’Homo erectus, presto diffuso anche un Eurasia. Contemporaneo alle ultime fasi dell’Homo erectus sarebbe stato (in Europa) l’Homo heidelbergensis, da cui sarebbero discesi i Neanderthal, vissuti tra 300.000 e 30.000 mila anni fa in Europa, Vicino e Medio Oriente e Asia occidentale. L’uomo anatomicamente moderno, ossia l’Homo sapiens, è comparso invece in Africa intorno a 200.000 anni fa e, circa 40.000 anni fa ha fatto il suo ingresso in Europa.>
I paleontologi del Museo Nazionale Georgiano a Tbilisi, autori della scoperta dell’ominide scrivono:
«sono necessari ulteriori studi per confermare l’ipotesi, in base alla nostra scoperta quelle che finora erano considerate specie diverse sarebbero invece gruppi con caratteristiche morfologiche simili»
Il cranio del nuovo ominide di Dmanisi è in copertina nell’ autorevole rivista SCIENCE, è completo e inquietante perché raccoglie le differenze anatomiche degli ominidi che fino a questa scoperta erano ritenuti appartenenti a specie differenti.
Il paleontologo Lorenzo Rook dell’Università di Firenze conclude perciò:
«che tutte le differenze morfologiche notate in questi ominidi sarebbero in realtà l’evidenza della normale variabilità biologica all’interno di una singola specie, dovuta ad adattamenti ambientali o alla semplice variabilità genetica».
E’ ancora un’ipotesi, ma la nuova scoperta spazza via il complesso “cespuglio” genealogico che, prima, si riteneva modellare l’evoluzione del genere Homo.
|
|
Giodap
Giorgio Dapiran
Administrator
Messaggi: 10207
|
Funzione psicologica della caccia subacquea
Occupare il proprio tempo libero nel procurarsi il cibo riavvicina l’uomo alle occupazioni esistenziali primitive che hanno determinato lo sviluppo della sua psiche.
E’ un momento di ri-appropriazione delle funzioni esistenziali primarie, di superamento dell’alienazione che caratterizza le moderne popolazioni urbanizzate
|
|
Re: L'albero genealogico dell'uomo 11 Anni, 5 Mesi fa
|
|
Maestro bellissimo saggio, grazie!
Non seguo praticamente nulla di queste cose. Male malissimo sono temi affascinanti ed interessantissimi. Diciamo che una cosa certa la si può affermare a dispetto di tutte le verifiche a cui costantemente è soggetta la scienza. Ovvero tutti questi Homi erano cazzutissimi ed irrefreneabilii cacciatori!! Chissà se prima del sapiens qualche homo, appartenuto a questa immensa genealogia, ha provato a tuffarsi in mare o in acqua dolce spinto dalla necessità di variare la propria dieta!! Forse non lo sapremo mai purtroppo, visto anche lo scarso stato di conservazione delle cose nell'acqua sopratutto in quella di mare.
|
|
|
Ultima modifica: 19/10/2013 09:26 Da Leonardo.
Se un uomo non ha il coraggio di esprimere le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui. E. Pound
|
|
Re: L'albero genealogico dell'uomo 11 Anni, 5 Mesi fa
|
|
Certo non sapremo mai se L'Australopithecus afarensis (specie di ominide che è vissuto 3.2 milioni di anni fa, cui apparteneva Lucy) sapesse solo nuotare. Il fatto che sia stato ritrovato lo scheletro integro sulle rive fangose di un vecchio lago fa pensare di no...Delle scimmie antropomorfe credo che solo lo scimpanzé sappia nuotare. Anche i denti dai molari molto grandi e spessi fa supporre che si alimentasse di semi duri e che le proteine ingerite provenissero da insetti e lucertole (dato che era un onnivoro).
Tutti gli ominidi antecedenti al genere Homo, per dove sono stati ritrovati i reperti dello scheletro, si crede che si siano evoluti lontani dal mare, quindi è probabile che l'esperienza acquatica sia specifica del sapiens, come ho approfondito nell'articolo "Il mare la culla dell'uomo".
|
|
Giodap
Giorgio Dapiran
Administrator
Messaggi: 10207
|
Ultima modifica: 19/10/2013 19:30 Da Giodap.
Funzione psicologica della caccia subacquea
Occupare il proprio tempo libero nel procurarsi il cibo riavvicina l’uomo alle occupazioni esistenziali primitive che hanno determinato lo sviluppo della sua psiche.
E’ un momento di ri-appropriazione delle funzioni esistenziali primarie, di superamento dell’alienazione che caratterizza le moderne popolazioni urbanizzate
|
|
Re: L'albero genealogico dell'uomo 11 Anni, 5 Mesi fa
|
|
IL NOSTRO MAESTRO E' UN MARE INFINITO DI SAGGEZZA E SAPIENZA!!!!
|
|
Nicosan
|
|
|
Re: L'albero genealogico dell'uomo 11 Anni, 4 Mesi fa
|
|
Giodap ha scritto:
Certo non sapremo mai se L'Australopithecus afarensis (specie di ominide che è vissuto 3.2 milioni di anni fa, cui apparteneva Lucy) sapesse solo nuotare. Il fatto che sia stato ritrovato lo scheletro integro sulle rive fangose di un vecchio lago fa pensare di no...Delle scimmie antropomorfe credo che solo lo scimpanzé sappia nuotare. Anche i denti dai molari molto grandi e spessi fa supporre che si alimentasse di semi duri e che le proteine ingerite provenissero da insetti e lucertole (dato che era un onnivoro).
Tutti gli ominidi antecedenti al genere Homo, per dove sono stati ritrovati i reperti dello scheletro, si crede che si siano evoluti lontani dal mare, quindi è probabile che l'esperienza acquatica sia specifica del sapiens, come ho approfondito nell'articolo "Il mare la culla dell'uomo".
Un lungo periodo di adattamento alla vita vicino all'acqua potrebbe spiegare le notevoli differenze che ci sono tra noi e tutti gli altri primati?
Il controllo del respiro: l'apnea
La perdita del pelo cutaneo, non esistono scimmie senza peli
La capacità istintiva di nuotare (le scimmie appena nate non sanno nuotare)
Il grasso sottocutaneo per il mantenimento del calore corporeo che i primati non hanno
La pelle delle mani e piedi che raggrinzisce in acqua che migliora la presa delle mani e diminuisce lo scivolamento dei piedi :
www.focus.it/scienza/salute/perche-le-ma...grinziscono_C39.aspx
|
|
|
Ultima modifica: 01/11/2013 09:40 Da Lelu75.
Saber90/7,5 n°19
Saber90/7,25 n°188
Saber70/7,5 n°27
|
|
|