Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
Ho capito quello che vuoi dire ,e sono parzialmente d'accordo con te.Non mi è piaciuto il fatto che hai tirato in ballo un mio caro amico che è morto non facendo lo spavaldo non lo era affatto! I media lasciali stare che per fare notizia scriverebbero la qualsiasi ...Sui record ok è stupido quello come tanti altri fatti da pseudo apneisti come le apnee trainati da delfini ecc...Per quanto riguarda il girarsi e tornare su ,certo che deve essere così ma non sempre le cose vanno come previsto anche perché raramente si pesca in coppia anzi direi mai(Se Bruno avesse avuto un compagno come di solito aveva pescando a quote importanti sarebbe vivo).Una volta mi si impigliò la cintura in uno spezzone di rete(2 metri di profondità) e per fortuna sono qui a raccontarlo questo per dire che in nostro sport è pericoloso e a volte coi vuole anche fortuna.
Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
Hai detto bene: pescare in due (meglio tre) se si pesca fondi.
E' indispensabile.
Si pensa sempre ad incidenti conseguenti ad apnee oltre i propri limiti, reti in cui ci si potrebbe impigliare ma, basta che la maschera in risalita faccia acqua o si tolga (e non è poi una situazione tanto rara) che la pescata si complica.
Ripeto: per i tuffi fondi sempre in due, meglio se tre. E compagno che ti viene incontro sui 10-15 metri. Un pò di cervello e ci si diverte limitando al massimo i pericoli.
Occupare il proprio tempo libero nel procurarsi il cibo riavvicina l’uomo alle occupazioni esistenziali primitive che hanno determinato lo sviluppo della sua psiche.
E’ un momento di ri-appropriazione delle funzioni esistenziali primarie, di superamento dell’alienazione che caratterizza le moderne popolazioni urbanizzate
L'Amministratore ha disattivato l'accesso in scrittura al pubblico.
Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
Ciao. Due osservazioni. Prevenzione va di pari passo con la conoscenza. Il punto prestazioni ormai va per la maggiore anche nel nostro sport, senza considerare ciò che c’è alla base delle stesse.
Quello che continua a sfuggire quando si parla di pesca sub è che la pesca sub, è una prestazione atletica, che come tale deve essere allenata.
Se Del Bene va a 60mt a sparare ad un pesce, non penso faccia danni a nessuno, lui ha un suo lavoro, se quello serve a promuoverlo e non viola nulla, fa bene a farlo, così come non fa danni chi fa la maratona a 3’/km, ma si sappia...si allena due volte al giorno.
La differenza è che se provi a correre a 3’/km, scoppi, e ti fermi, male che vada hai i crampi e Ti rendi conto che devi allenarti anche per andare a 4’40/Km.
Bolt, che è un fenomeno, quando ha rallentato la preparazione, è stato battuto.
Oggi si presentano ai corsi di apnea ragazzi, e non solo,anche ultra quarantenni tonici, allenati, fisicamente a posto, provenienti dall’atletica, dal ciclismo dal fiteness e in uno stage passano da 8-10-12 mt che erano le quote massime a 35-40.
Non è peccato, in quanto tale, se si spiega che il cavo è una cosa e la pesca è l’altra.
Ci sono due modi per farlo: a)spiegarlo e ripeterlo, b) finito lo stage o il corso, fuori dalla didattica, portarli a pescare, dove c’è corrente, magari in una giornata di levante come capita da noi in Liguria, ed ecco che, persone tranquille sul cavo a 30-35-40 mt, in 20mt , con vento e corrente, sono in difficoltà e ripiegano in 10-12 e Ti dicono “Belin Flavio mi devo allenare ho le gambe in acido e il fiato corto, due tuffi ed ero morto”.
Il cardine restano sempre i “cattivi maestri”, che non non si sono “estinti” negli anni ’70, ma ci sono anche nel nostro sport, e i profeti delle attrezzature che sostituiscono la fatica e il sacrificio.
Giorgio sono anni che dici le ore di mare che hai sulle spalle e le miglia fatte a pinne e quando Ti sei trovato con fior di apneisti che Ti seguivano, e non c’erano ancora le Tue pinne, mi hanno detto “...sembra un cormorano, non riesci a stargli dietro...”, eppure erano allenati, ma Tu atleticamente e tecnicamente rendevi di più.
Ho sentito, e sento, un pesca sub ad alto livello che prende pesci importanti, dire “..con le Dapiran posso mettere un Kg in più, almeno plano meglio,meno fatica, ho più fiato per stare sul fondo, tanto poi mi portano su...”.
Questo è uno che pesca bene,-per fortuna non insegna-, però le cose le dice ai giovani, infatti ha “seguaci” che vanno a 20mt con capovolta, due pinneggiate e poi fanno tutti i piombi! Hanno 22-23 anni, hanno iniziato da 1 anno e hanno pinne al top, fucili da quasi mille € se non di più e così via, ma il giorno che invece di -20 passano il ciglio e si trovano a -30?
Semplice, a -15 in risalita iniziano a guardare in su e a “pinnare” con le braccia, - è successo-, e si va a prenderli! Ed oggi? Fanno come prima!!
Tornando a DelBene, io non starei a discutere se Nery o altri possono fare meglio, sono professionisti con interessi sportivi e commerciali che non conosciamo.
Anni fa c’era un ragazzo che faceva i record “strani” in apnea, scooter, ghiacci, etc, e un mio conoscente si era messo in testa che ad ogni record strano, con tanto di comunicati stampa, lui andava e lo batteva, perché invece di contestarlo, passava all’azione, per il gusto di farlo.
Quando si parla di certe prestazioni informiamoci sulla differenza tra dilettanti come siamo tutti, (con un lavoro, una famiglia, figli, genitori anziani), e professionisti.
Qualcuno chieda ad atleti come Nery, Turbridge, Molchanov,(beh..lui no, mi dicono sia sensibile sul punto...!!), come e quanto si allenano e poi ne riparliamo.
Tutti se allenati possiamo fare un IronMan, ma se nuotiamo in mare a 1’30”, e proviamo a partire davanti nella frazione a nuoto, i prof ci passano sopra, e se salviamo la pelle va già bene,loro sono ..i professionisti, noi AgeGroup!
Conosco ragazzi spagnoli che alle Baleari “pescano” oltre i -40, zona di lastre sulla sabbia, e mi hanno spiegato come: il bombolaro, che li riprende anche, va prima, manda su il sigaro che segna il punto, loro scendono sulla tana, sganciano, sparano e poi salgono. Quando trovano i saraghi ne prendono oltre il 90% perché il bombolaro rimane davanti alla tana. E pesca sub ? Un pesce preso così a -70 , sarebbe “record”? Vale come identica prestazione rispetto a chi deve planare, segnarsi il punto, stare in corrente, scendere con le gambe, etc ? Per me no.
Un punto che è sfuggito fino ad ora: i “record”, o meglio le migliori prestazioni, a mio avviso si fanno in gara.
Ai giovani dico sempre che se si vogliono misurare e ridimensionare, vadano a fare gare dove non fai 4 tuffi a segnale ma devi sgomitare per 4 ore.
Anni fa in gara Bellani prese una corvina a 42 mt, questa era, ed è, una prestazione da considerare.
Valgono più tre dentici enormi presi sui banchi, al quarto tentativo, dopo tre tentativi in tre giorni diversi, sempre rimbalzati per la corrente o per il mare, con quattro pieni di benzina,(e qui esce il ligure :-) ....), o i tre dentici presi in gara ad uno degli ultimi campionati Italiani?
Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
Vedi Flavio tu confondi lo "sport" con una "disciplina", che nella mia filosofia ha altri obiettivi ed altri fini non obbligatoriamente sportivi che non sono ancora perfettamente sondati.
Alla base di questa differente etica c'è il ridurre le attività umane necessariamente ad un confronto, ad una competizione mentre ciò che ci spinge in mare non è, ne una gara, ne una rivalità, ne il voler primeggiare, nella cultura confronto su chi piscia più lontano.
E' la malattia mentale della società moderna e la pesca subacquea spesso è usata in questa prospettiva del confronto col campione
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E’ un momento di ri-appropriazione delle funzioni esistenziali primarie, di superamento dell’alienazione che caratterizza le moderne popolazioni urbanizzate
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Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
D'accordissimo con il Maestro. A questo punto mi permetto di continuare la mia riflessione rispetto a quanto scrivevo qualche post fa e cioè che non esiste alcun istinto alla competizione. Proverò a spegarmi meglio ed a trarre alcune conclusioni. Certamente in natura la competizione esiste ed è estrema. Molti di noi avranno visto la mangianza frenetica ed il predatore che vi si avventa sopra; provate ad antropomorfizzare la scena, immaginate il terrore, la continua esposizione a mostri feroci pronti a sbucare da qualche nascondiglio. Allora ha senso diventare più grossi, potenti, veloci, velenosi, "cattivi": sia per essere più difficilmente predabili che predatori più efficienti. In fondo, il capitalismo è una faccenda di natura. L'umanità, al contrario, nasce da un patto sociale di cooperazione. Prima che gli animi si scaldino, faccio presente che non sto parlando di politica, ma di scienza. In un testo, che ritengo epocale, uscito nel 2009, ad opera di due scienziati, di quelli grossi e cattivi dal punto di vista del curriculum, Fodor (neuroscienziato cognitivista) e Piattelli Palmarini (neurobiologo), vengono demoliti con argomenti eccellenti: il comportamentismo (nell'ambito della psicologia), la selezione naturale (nell'ambito della biologia) e la teoria del libero mercato (in economia). Nonostante l'eterogeneità delle discipline, esse si fondano su di uno stesso paradigma che i due Autori dimostrano essere semplicemente sbagliato - ed a tratti ridicolo. Non entro nel merito delle loro argomentazioni ma vi si dimostra che la competizione in natura non ha niente a che fare con l'evoluzione. I meccanismi dell'evoluzione sono molto più complessi. Anche dal punto di vista matematico è stato dimostrato (da Nash) che la competizione, soprattutto nel medio lungo termine, non è una strategia vincente. O meglio lo è apparentemente per la specie ma solo nel medio termine: disboscamento sfrenato, inquinamento dei mari e delle terre non sono proprio causati dalla ricerca del "di più" (operato tramite lo sfruttamento di qualcuno e di qualcosa) centrale nel capitalismo?
Credo che proprio nella passione che ci accomuna questo discorso riveli le differenze radicali nei diversi approcci: c'è chi vive la pesca in apnea, direi il mare in generale, in modo competitivo e chi no. Logicamente - e provocatoriamente - è possibile sostenere che chi lo vive competitivamente faccia parte dello stesso sistema della pesca a strascico: se posso, se ne ho la capacità tecnica e le risorse allora lo faccio. E' per questo che la bravata di Del Bene è emblematica. Chi non la vive competitivamente cerca un equilibrio con sé e con l'ambiente che non ha a che fare con il quanto ma soprattutto con il come, con la qualità dell'esperienza: entrambi cercheranno la ricciola della vita ma in modo completamente diverso. Se di retaggio alla comptezione si può parlare nell'essere umano è di non competizione che si deve parlare nell'evoluzione dell'umanità.
Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
Anche in Salento abbiamo MICHELE GIURGOLA, un CAMPIONE di 30 anni....e fa veramente paura! catture a 53 mt.....ecc....
Un ragazzo veramente umile, anche se sembra il contrario dati gli sponsor!
Ma sai com'è, si inseguono i soldi......quindi?!
Ognuno puo' pubblicare quello che gli pare, sta a noi prendere atto dei nostri limiti.
Io pesco sempre nel bassofondo, e nonostante vedo sempre i suoi video, non mi salta mai in mente di fare quello che fa lui.
Lasciamo le coppe hai campioni......
Re: La moda dei record e il mercato dei video 11 Anni fa
Giorgio, concordo pienamente con quello che dici e la differenza tra sport e disciplina, a partire dai Tuoi primi articoli sull’istinto alla caccia per mangiare e la confusione che in oggi si crea nei bimbi antropizzando pesci e animali.
Il mio era, ed è, un discorso relativo alle prestazioni e ai tentativi di emulazione, e come prevenire e ridimensionare coloro che pensano sia normale vedere il Maestro a -30, “...se lo fa lui,alla sua età, figurati se non lo posso fare io”
Come dici Tu “tutti noi abbiamo una grande responsabilità verso gli altri quando vantiamo catture a quote profonde. Chi frequenta i forum pubblici sa quante teste di legno scrivano e si vantino (per fortuna con i piedi sotto il PC)di apnee da record e di catture profonde innescando rivalità voglia di emulazione che portano a volte a incidenti mortali.”.
Il problema emulazione per i giovani, -e fisicamente forti-, che vedono video, nasce dai tuffi fondi e dalla ripresa dell’orologio prima ancora del pesce.
Nessuno che fa vedere cosa ha fatto in termini di preparazione e anni di pesca per arrivare li.
Resto dell’idea che i giovani per prevenire ed essere consapevoli di quello che fanno, debbano prima considerare la PSub come sport, e poi come disciplina, che in quanto tale, non darà più la frenesia di essere il numero uno, ma di stare bene in mare.
Il mio riferimento alle gare serviva, e serve, per far comprendere ai giovani, che se un agonista o un pescatore evoluto come puoi essere Tu o altri di questo forum, va a -30 a pescare lo fa perché è allenato e consapevole, molto più di quello che serve agli altri per andare alla stessa quota, e come tale, se arriva a tutta velocità, con il gommone, insieme a Te, giovane e forte, sul punto di pesca, si tuffa in acqua, respira tre volte e va sul fondo a “rubarti” il pesce sotto le pinne mentre tu ventili ancora, e credi che l'apnea sia un "fattore di testa" e basta!
E il parallelo che si può fare con coloro che si credono grandi centauri con l’R1 o moto simili, con 180 cv sotto la sella quando girano come criminali sulle tangenziali, poi quando entrano in pista la prima volta, fanno tre giri, hanno le braccia rotte e vedono i ragazzini staccare 50 metri dopo loro e lasciarli li, capiscono che non sono così bravi.