Premetto che il concetto di profondità è relativo sia alla stagione sia alla preparazione del pescatore. D'inverno fare l'aspetto a 25 metri con una muta spessa e tanta zavorra è una "pesca profonda", equivalente all'aspetto a più di 30 metri d'estate con una muta leggera e 4 chili di zavorra. Per il resto, i 25 metri possono sembrare impegnativi per alcuni e non per altri, sono comunque una quota operativa di tutto rispetto alla quale bisogna tenere ben presente alcune regole di sicurezza:
Lo schienalino è decisamente sconsigliato perché se è vero che favorisce la discesa, non favorisce la risalita (non approfondisco questo argomento che farò magari in un secondo intervento). E' difficile lo sgancio rapido, esigenza che può capitare a chiunque.
Stesso dicasi per le cavigliere, si sprecano energie inutili (ossigeno vitale)per spostare avanti e indietro queste masse pesanti quando in profondità i piedi non galleggiano (quindi non servono o si può ovviare con una cintura spostata sul bacino), anche loro non sono soggette allo sgancio rapido ed anche se sono piccole masse rispetto al resto della zavorra, quando si è in difficoltà è bene sganciare tutto il piombo che si può e questo è bene che sia in un punto solo da sganciare con una manovra semplice e rapida.
Non siate pigri, se decidete di pescare a fondo cambiate assetto se eravate zavorrati per una pesca meno profonda, troppa zavorra si "vede" da come risalite: ritmo troppo alto (frenetico) della pinneggiata, movimento oscillante del busto avanti e indietro.
Se stavate pescando all'aspetto in poca acqua e vi spostate più al largo, togliete lo schienalino e, ad esempio, usatelo come petagno del pallone che man mano sposterete di zona in zona

C'è chi usa la zavorra mobile a prescindere dalla stagione,personalmente non ho mai praticato questa tecnica.La sua opinione e consiglio a riguardo?

Leggo con piacere il post di Giorgio sulle discese a quote impegnative.Non vado in mare con tante persone ma al rientro in porto o anche in piscina sento spesso storie agghiaccianti sulla zavorra!Credo che il vero problema sia LA PIGRIZIA:di levare un paio di chili dalla cintura,di sistemare da qualche parte lo schienalino,di fare più fatica a superare i primi metri,di non riuscire a fare una buona capovolta....Bene è semplice: bisogna riconoscere le priorità e la zavorra lo è!!!

Sulla pesca con la zavorra mobile ci sono pareri discordanti perché sotto un certo profilo è molto tecnica e sicura nella risalita, sotto altri punti di vista si forzano le proprie quote , proprio perché si pensa che si farà poca fatica nel risalire e questo non è bene...

Arma a doppio taglio.
Grazie per il parere espresso,tanto coinciso quanto chiaro.

E'importante per la propria sicurezza non utilizzare il piombo mobile per andare oltre ai propri limiti di profondità ma eventualmente utilizzarlo alle proprie quote per evitare di sganciare.
Ma a me sinceramente questa tecnica non piace molto

Mac ha scritto:

Ma a me sinceramente questa tecnica non piace molto

...e non sei l'unico anche Xchè ti fa arrivare troppo veloce sul fondo e mi da l'impressione (e qui servirebbe una chiarificazione da parte di giorgio)che vada bene solo per la pesca in tana e/o al max in quella a segnale.
Va bene poi che si deve aspettare parecchi minuti tra una discesa e l'altra, ma ritirarsi su ogni volta i 25 e passa mt di cavo di collegamento con la zavorra credo che sia + faticoso che farseli con le pinne, ma forse parlo così Xchè non sono abituato a pescare in zone dovei fondali over 25 li vedi dalla superfice

ottimi consigli come sempre.

Personalmente, pur non riuscendo a usare la sadomaso (l'ho provata e la sentivo sempre muoversi con deleteri effetti sulla concentrazione, fisima mia probabilmente), sposo in pieno la tesi di Giorgio: schienalino e cavigliere sono utili fino a 5/6 metri, oltre finiscono in plancetta. E' un bel pò di tempo comunque che sto meditando di introdurre l'uso della zavorra mobile per raggiungere le mie quote abituali di pesca più profonde. Lavorando oltre i 15 metri con pochi kg in cintura (tranne che a strusciapanza sono sempre parecchio positivo come assetto), trovo deleteri i primi metri di discesa per le mie riserve di ossigeno e quindi pensavo di adottare una zavorra mobile di 3/4 kg che mi accompagni fino ai 10 metri per poi fermarsi lì (vincolata tramite sagola a una boa) e consentirmi il resto della discesa libero da vincoli. Adesso che sto prendendo l'abitudine di uscire col gommone penso che proverò a implementare il sistema.
Concordo pienamente con Giorgio anche sul fatto che, se utilizzata per superare le proprie abituali quote operative, può essere molto molto pericolosa; per quanto mi riguarda non credo vedrò mai i -30, almeno non in questa vita

Trattandosi di aspetto profondo non saprei che dire...una zavorra mobile è, per la mia esperienza di pescatore in caduta o in tana, la cosa migliore del mondo per la sicurezza sopratutto psicologica del pescatore e di chi fa assistenza in superficie.

Sapere che il tuo compagno sul fondo si libererà della zavorra e sarà comunque positivo, ti infonde quella dose di sicurezza interiore indispensabile per operare con lucidità a profondità di tutto rispetto.
Sapere che il tuo compagno in superficie è tranquillo infonde anche nel pescatore sul fondo una calma che a volte è indispensabile e che fa la differenza nel successo della battuta.

facendo l'aspetto, però, mi rimane il dubbio che questa cosa penzolante e rumorosa( per via del sagolone) a pochi metri di distanza non sia il massimo.
Certo, la sicurezza prima di tutto, ma qui do ragione a Giorgio: se uno non è sicuro dentro...allora è meglio che non sfidi la sorte contando solo su una zavorra mobile.
scendere a quote fuori portata, anche se di poco, aiutati dalla zavorra mobile, sfidando la propria natura è quanto di peggio possa capitare.
l'incidente è sempre in agguato...non rendiamogli il lavoro ancora più semplice...