Pur non composta da pesci enormi questa "avventura" è forse quella che resta per me da incorniciare tra quelle tre o quattro più belle di questa estate (inizio autunno in realtà, era il 3 ottobre).
Arrivo in uno dei miei soliti spot, un posto a volte magico che frequento fin dai tempi della mia adolescenza e del quale sono profondamente innamorato. Ogni volta è come fare un salto all'indietro nel tempo, riprovo sensazioni magiche: l'odore del salmastro, la collina che cade dolce sul mare, a volte una brezza leggera di maestrale che profuma e rinvigorisce ricordi e sensazioni...
Prevedevo un mare "croccante" al punto giusto e invece lui, al solito, mi sorprende: non c'è un alito di vento, tutto è silenzioso e placido, quasi incredibile dopo il vento del giorno prima.
Mi carico lo zaino sulle spalle, qualche minuto di camminata tranquilla e sono al solito punto di entrata. Mi preparo, guardo e riguardo la calma assoluta e nella mente comincio a pensare a come isviluppare la battuta di pesca. Decido di impostare il tutto, viste anche le caratteristiche morfologiche della zona, una franata ricca di massi e spacchi sempre poco profonda (massimo 8/9 metri), con esplorazione dalla superficie.
Sono in acqua, supero uno scoglietto piatto che dalla microinsenatura mi apre l'orizzonte subacqueo. Procedo a velocità nulla, mi fermo sulla sua sommità a strusciapanza: osservo mentre respiro lentissimamente restando immobile. Mi appare subito un branco di salpe davvero belle, controllo che tra loro non vi sia qualche orata ma nulla: decido di prendere uno degli esemplari più grossi per "testare" la mira, come sono solito fare. Senza storia, salpa fulminata e in cavetto nei primi minuti. Noto intanto un bel movimento, il mare è "vivo", vedo una bell'orata scappare in modo perentorio, nemmeno ci provo a fare un aspetto, le conosco bene queste qui, quando vanno via sono imprendibili.
Resto attaccato alla linea della costa, procedo al rallenty, molto concentrato, silenziosissimo. In un piccolo canale tra due scoglietti vedo improvvisamente una sagoma che scivola verso un'imboccatura di tana, sparo d'istinto, senza pensare e senza mirare, in una frazione di secondo. Sento il botto e capisco che l'asta è andata a segno, lei si infila nell'angusto pertugio. Non so come l'ho presa per cui non forzo il recupero, un respiro e vado a controllare: la vedo, presa benissimo nella schiena, dall'alto in basso, dalla superficie: il recupero è senza storia. Mentre pongo fine alla sua agonia penso che dopo un quarto d'ora ho già un bel bottino, la salpa è oltre il chilo e la cernia sui tre. Incoraggiato dalla scelta della tecnica giusta, continuo a scorrere la costa. Mi infilo in una rientranza e all'improvviso mi appare una bella orata, non enorme ma bella; sta mangiando e non si è nemmeno accorta che siamo vicini, troppo vicini.... capovolta "a delfinetto", movimenti quasi nulli, sono a tiro, la bella preda finisce a cavetto. Sono gasatissimo.
Nel frattempo arrivo ad un tratto che mi piace sempre esplorare all'aspetto, leggermente staccato dalla costa. Provo un aspetto, mi affaccio oltre uno sperone mi fermo e... mi si ferma pure il cuore: un nutrito branco di saragoni favolosi stanno immobili a mezz'acqua, in dolce compagnia di tre oratone da brivido. Purtroppo non c'è nulla da fare, sono pesci indolenti e pigri ma per nulla intenzionati ad avvicinarsi. Peccato. Decido però di fare un aspetto staccato dalla costa, in uno spot molto bello fatto di lastroni piani che si accavallano e susseguono, uno dietro l'altro. Mi apposto sul fondo e, incredibile, un denticiotto mi punta senza alcun timore: sparo frontalmente, preso benissimo, è un pesce abbondantemente sopra il chilo (1.3 alla bilancia)! Pura felicità per un carniere che è per me stupendo, vario e tutto di pregio.
Il sole è ora più alto e sono in controluce ma chi se ne importa.... non faccio a tempo a riporre il dentice che un branco di ricciolette mi si para innanzi. Mi basta un aspetto a mezz'acqua per catturarne una. Incredibile, dopo nemmeno un'ora in acqua! Osservo il carniere, sono felice e soddisfatissimo, potrei continuare, c'è il pienone di pesci ma... no, perchè poi? Ho un bellissimo carniere, sono soddisfatto, felice come raramente mi capita, la grinta venatoria scende a zero, mi godo solo quel mare stupendo mentre le pinne mi riportano al punto di uscita. E' un cristallo, bello, vivo come da tanto non lo vedevo, quel mare di tutta una vita, quel magico elemento che racchiude tantissimi ricordi, vivide emozioni, quel mare dove molti anni fa gettai una rosa: era un anno che l'amico Antonello era mancato e mi parve giusto che quel fiore galleggiasse in quella superficie che tante volte ci aveva accolti, allora giovanissimi ragazzi, nelle nostre scorribande piscatorie.
Il Mare, le prede, la magia, il ricordo ancora dolente e bruciante di un amico andato via troppo presto... miscela di pagine di vita indimenticabili che ogni volta ritornano a popolare cuore e mente...
Esco dall'acqua, negli occhi la solita meraviglia, nell'animo la felicità, nel cuore una malinconia mai sopita....
Osvi.