Ci sono alcuni punti nella costa dove piccole rientranze consentono di avere un riparo pressoché invisibile agli occhi dei pesci sebbene si sia pressoché allo scoperto, tutto questo grazie all’ombra che ci consente di poter osservare il circondario da una posizione privilegiata, molto più vicina alla vita marina che scorre naturalmente come quando non siamo avvistati (sembra di guardare una TV).
In questa nuova giornata di pesca estiva, unica stagione in cui mi concedo il lusso di uscire con il mio gommone, calo l’ancora ad una trentina di metri dalla punta di un promontorio che risulta preceduta da una di queste rientranze che già conosco e di cui ho sfruttato l’ombra già l’anno scorso con un tiro dalla superficie su un barra con il mega.
Questa rientranza della costa non è solo al di sopra la superficie, ma prosegue anche sotto la superficie per 4-5mt, fino a creare un piccolo pianoro/gradino, per poi scendere verticalmente fino ai 15mt dove si trovano quasi appoggiati alla parete imponenti massi probabilmente un tempo appartenenti alla montagna che mi sovrasta.
La visibilità è ottima, si riescono a scorgere pesci ad oltre 15mt dal mio punto d’osservazione.
Sul fondo, tra i massi, un branco di saraghi di ottima taglia volteggia placido e tranquillo con le pinne laterali completamente aperte, sembrano in completo relax…ma non sono qui per loro. L’anno passato nel medesimo promontorio, una grossa orata mi stava venendo all’aspetto dal mare aperto, ma non ebbi la convinzione di tirare di muso ad un pesce che mi sembrava potesse ancora avvicinarsi che bastò per perdere un’ottima occasione.
Decido di non provare come l’anno scorso subito per un tuffo strisciando lungo la roccia per riprovare un aspetto nel medesimo punto in cui l’anno scorso feci quell’incontro all’aspetto (nella convinzione che sarebbe stato un evento difficilmente ripetibile che un altro pesce di grande taglia e scaltrezza ripetesse l’errore), ma opto per attendere osservando ancora se oltre ai saraghi altro si facesse vedere.
Ma ecco che in lontananza, al limite della visuale e a mezz’acqua, due ombre argentate nuotano indifferenti…si tratta di due bellissime orate.
Se prima l’idea dell’aspetto sul fondo era già stata scartata, ora proprio non è neppure lontanamente pensabile, con due pesci del genere in completa luce che si troverebbero in posizione nettamente rialzata e con perfetta visuale sulla mia discesa.
Primo tuffo: decido di provare un aspetto sul gradino a 5mt restando nell’ombra, cercando di incuriosirle con qualche piccolo richiamo, ma evidentemente se sono arrivate a quell’età un motivo ci sarà, ragion per cui non mi calcolano minimamente e ristriscio lentamente indietro verso la superficie rifacendo il percorso a ritroso.
In superficie ripenso all’incontro dell’anno precedente, il pesce era sì arrivato dal largo, ma dalla direzione del promontorio, adesso le orate non si vedono più a mezz’acqua, chissà se si sono dirette dove l’acqua è più fonda ed aperta?
Secondo tuffo: passati i minuti di recupero questa volta decido di strisciare fino al fondo posto a 13/14mt, dove però un taglio più freddo mi accoglie, sono sempre restio a pescare già oltre il primo tremoclino, ragione per cui dopo aver cercato cmq con attenzione le orate alla base degli scogli senza successo, decido di procedere in direzione del promontorio risalendo leggermente in diagonale, per portami così al limite del termoclino, strisciando in maniera estremamente lenta lungo la parete verticale. Percorro così altri 7/8 mt che ad una decina di metri dalla mia posizione le paffute gote di due splendide orate nuotano nella mia direzione, ma un po’ più alte. Mi immobilizzo a pinne immobili schiacciate sulla parete, cercando di ridurre al minimo la porzione del mio corpo visibile, e preparo il Mega pronto per il tiro. Non vorrei fare lo stesso errore dell’anno precedente non tirando uno dei pesci di muso, ma al contempo mi sembrano più tranquilli, per cui azzardo e attendo di avere i pesci sul fianco. Continuano il loro tragitto ed ormai la loro traiettoria è tangente alla mia posizione, sono a 3-4 mt di distanza e non sembrano avermi ancora visto, è il momento di mettere alla prova il Mega con un tiro diagonale dal basso verso l’altro. Il tiro parte talmente veloce che l’orata non ha nessuna possibilità di girarsi, ma forse complice la posizione di tiro l’asta entra leggermente bassa non colpendo un punto di grande tenuta. Il pesce va chiaramente in sagola e punta verso il fondo. In un’altra situazione, se l’apnea non fosse già stata abbastanza lunga e tortuosa, sarei andato subito ad agguantarla per evitare che si lacerasse troppo e non rischiare di perderla, ma era troppo pericoloso (nessun pesce vale quel rischio), per cui risalendo controllo le sfuriate impugnando il dyneema, mollandolo non appena avverto le sue potenti scodate. Giunto in superficie noto però che la combattività del pesce si sta subito esaurendo, non riesce a guadagnare grande fondo, devo cmq aver colpito organi vitali che hanno subito fiaccato la sua forza, per cui cerco lentamente di salparla dalla superficie. Guadagno metro dopo metro, ancora qualche debole reazione che ormai si trova solo ad un paio di metri da me, decido di andarle incontro non volendo rischiare l’ultima disperata reazione in superficie che potrebbe farmela perdere quando la meta sembra raggiunta e l’afferro saldamente dietro gli occhi quando ormai il lembo di pelle che la tratteneva era davvero esiguo (al punto che per liberarla poi dal monofilo decido per pigrizia di strappare invece che estrarre l’asta, scelta di cui mi pentirò, non è mai bello vedere un pesce non integro), ma è davvero una bellissima orata, cercata, voluta fortissimamente ed alla fine catturata dopo 1 anno!
Potenzialmente al secondo tuffo e 15 minuti dopo esser entrato in acqua avrei potuto già smettere di pescare, visto che poi null’altro è arrivato a cavetto, ma avvistando poi anche un paio di dentici e forse la seconda orata ormai rimasta orfana, ho capito che almeno in quello spot se una delle due specie (di taglia) è presente in un determinato giorno, è molto probabile che ci sia anche l’altra (ulteriore conferma che sparidi di specie diversa, ma taglia simile tendono ad imbrancarsi).