Anche in oceano vige la regola del predatore che si avvicina alla costa appena finita una mareggiata.
Le ragioni di questa abitudine sono molto intuitive: le burrasche procurano morti e feriti nelle popolazioni ittiche e il predatore ne approfitta seguendo la regola del minimo sforzo per procurarsi il cibo...Un pesce in difficoltà ferito o menomato è più facile da predare rispetto ad un pesce nel pieno possesso delle sue energie.
Alla base della diga del porto di Granadilla stavo conducendo un agguato dietro l'altro con la tecnica di scendere in diagonale, nascondendomi a ridosso dei macchi cubici di cemento, una volta arrivato sulla sabbia nuotavo parallelamente a questo confine alternando schemi d'agguato come l'aggiramento dello scoglio o il suo scavalcamento. Proprio con lo schema dello scavalcamento ho incontrato a mezz'acqua sopra di me, che nuotava rasente ai macchi, il barracuda della foto della varietà viridensis (di cui ho già parlato), mi sono posto sotto la sua linea di marcia con una rapida manovra in copertura di uno dei cubi di cemento ed è finito in sagola!
Il fucile impiegato è un Saber 90 armato con un circolare classico da 16 con foro interno di piccolo diametro e un 17.5 sul quale ho montato un A pro.
Il pesce mi ha portato a spasso per dieci minuti e non è mai finito sull'asta, ma è sempre rimasto in sagola, ho notato che lo snodo che si crea col gancetto in coda all'asta, quando la sagola è in trazione sulla fuga del pesce, lascia l'asta a penzoloni con il gancetto contro la carne del pesce. Il gancetto funge un po' come un'aletta.