Buongiorno a tutti!
Approfitto della giornata bruttissima e del mare mosso per sedermi a parlare delle mie nuove pale appena provate: sono, credo, uno degli ultimi fortunati possessori delle pale Prof slot che ho acquistato pochi giorni fa direttamente da Giorgio.
Dopo aver parlato con lui per telefono sono giunto alla conclusione che la scarpetta giusta per le mie nuove pale non potesse essere la pur ottima Razor della Mares che usavo invece per le pale standard, in quanto notavo che per la differenza di angolazione con la scarpetta avevano una unione alquanto "ballerina" e dovuta in gran parte ai punti di incollaggio piuttosto che all'intimo contatto con i longheroni di gomma.
A questo punto, visto che la scarpetta era invece assolutamente perfetta ho cercato quella che più gli assomigliasse e l'ho trovata nella scarpetta delle
Beuchat Mundial. Arrivato da Giorgio con ancora le pinne intere, dato che acquistare le scarpette da sole mi costava circa 90€ mentre le pinne intere solo 62€( misteri del marketing), abbiamo prima confrontato, come descritto da Giorgio in un post sopra, l'inclinazione della pala rispetto ai longheroni e abbiamo constatato che erano perfette. Poi abbiamo provveduto al montaggio, addirittura il solco dei longheroni è talmente stretto che Giorgio ha dovuto smussare i bordini in gomma nel tratto che entrava dentro il longherone e, facendo un po di fatica e con l'uso sapiente del martelletto di gomma , abbiamo inserito le pale. I longheroni delle Beuchat sono costruiti in tecnopolimero e non in gomma pura, sono finissimi ma abbastanza rigidi per cui esiste una reale difficoltà nel piegarli come si fa con quelli in gomma, per permettere di far entrare meglio la pala; ecco perchè abbiamo usato il martelletto di gomma per ribadire bene le pale in questa scanalatura che sembra fatta apposta per accogliere le pale Prof. Alla fine solo per scrupolo Giorgio ha applicato degli incollaggi in prossimità della punta del longherone.
Unione perfetta, pinne leggerissime perchè la scarpetta Beuchat è leggera.
Restava solo da provare in mare queste grintosissime pinne.
Prova in mare:
Dato che vivo nella costa est e in questo periodo il mare era sempre incazzato per venti dei quadranti settentrionali o meridionali( grecale e scirocco sono sempre presenti)per cui ho spesso rimandato la prova. Ma ieri , 27 ottobre, nonostante previsioni pessime , sono partito da Nuoro in direzione Orosei.
Giunto al mare ho visto che lo scirocco stava entrando già con un'onda formata e acqua molto sporca ; rinuncio alla prima zona( scaramanticamente scelta perchè l'ultima entrata che ho fatto mi ha fruttato un dentice di 8 kg preso in 2 mt d'acqua..

)ho scorso tutta la costa verso nord riuscendo ad entrare solo a Capo Ceraso che ovviamente era perfettamente ridossato dai venti meridionali.
Entro in acqua dopo aver calzato la pinna; prima sensazione rispetto all'accoppiata
Standard/ Razor è quella di un insieme più rigido ma più leggero, nonostante la pala Prof slot sia molto più ampia della standard che possedevo. Forse la scarpetta,identica nella forma e circa anche nella morbidezza,stringe il mio piede un pochino in più ma probabilmente ciò è dovuto al fatto che è nuova fiammante e mai entrata in acqua. Credo che la gomma potrà adattarsi e cedere quel tanto che basta a farne una perfetta scarpetta.
La pala è notevolmente più rigida della Standard ma spinge in modo spaziale anche con movimenti del piede e della caviglia appena accennati. Prende l'acqua in modo perentorio e la spinta si sente tutta. Cronometro alla mano percorro un tratto che ormai conosco da vent'anni e ho la precisa sensazione che per fare questo tragitto che mi porterà in caccia ci impiegherò molto meno tempo del solito. detto, fatto: in 5 minuti abbondanti percorro il tratto in questione quando in genere ne impiegavo quasi 9/10. Non sono dati empirici ma frutto di cronometraggio. L'unica cosa che sento è che i muscoli delle gambe soffrono leggermente più che con l'altra soluzione, ma riflettendo credo sia dovuto al fatto che il mio cervello ha applicato la stessa frequenza di pinneggiata che usavo prima, il che porta ovviamente ad un leggero affaticamento rispetto a pale più"normali e tranquille". Mi rendo conto che con queste pinne posso permettermi di usare le gambe in modo diverso e risparmiare sforzo muscolare, mantenendo una abbondate riserva di spinta laddove sarà necessario( per esempio un ritorno di emergenza per mare che si muove troppo o per limiti di tempo).
Sento che durante i movimenti che compio all'agguato le pale non ostacolano i percorsi tra le rocce e non urtano dappertutto come ci si aspetterebbe da un paio di pale generose come queste. Quando stacco dal fondo non mi impunto certamente con la pala sulle rocce ma quando queste possono mordere l'acqua mi spingono in superficie in modo pazzesco. Faccio una prova empirica , mettendo un pietra che valuto in almeno 3 kg di peso sotto la sadomaso in modo da simulare una zavorra eccessiva. Lo stacco dal fondo mi sembra, per assurdo, ancora più imperioso e mi ritrovo in superficie senza sforzo e usando pochissimo le caviglie per dare nervosi colpetti che flettono la pala il giusto: la risposta elastica della pala è straordinaria!
Mi sposto, pescando all'agguato nell'acqua torbidissima, lungo la costa, disturbato dalla presenza di altri due sub anche loro in cerca di acque tranquille in un giorno in cui lo scirocco imperversa e crea il famoso cappello di nuvole sulla sommità di Tavolara, segno che sulla costa esposta il mare è bianco e agitatissimo.
Dal punto di vista venatorio non è un bel pomeriggio: pochissimo pesce in vista, spaventato e nervoso, nessun predatore degno di nota: avevo sperato nel grosso serra o anche nella leccia, ma il mare piatto mi ha disilluso. Ho preso due spigolette e una salpa, più che altro per provare il mio bellissimo medijedi adattato alla pesca nel bassofondo. Come ho sempre detto a Giorgio , trovo il fusto del medi perfetto per gli spostamenti laterali improvvisi, così tipici della pesca nella schiuma e nel mare torbido. Oggi ne ho la riprova riuscendo a mettere in mira pesci veloci e imprevedibili. Armamento del medijedi: un potenziatore con motore da 17,5 corto, propulsori da 16 foro piccolo, con interposte le mollette. Archetto minimalista tessile per cercare di avere più tensione delle gomme. Asta da 6.5 mm. Il caricamento è abbastanza facile anche se l'ultima tacca si raggiunge con uno sforzo non da poco ma sempre su livelli gestibili. La fucilata è di una precisione assoluta con rinculo praticamente assente. L'asta fila via dritta e centra il bersaglio anche messo di coda con precisione chirurgica e calcolo a occhio che entro i 3 metri dalla punta dell'sta non vorrei trovarmici, anche se fossi una spigola di 9 kg.( magari!!!).
Ritorno alla macchina di pura potenza e velocità: ci metto pochissimo e resto sbalordito dalla velocità di crociera che riesco a sviluppare mantenendo un ritmo di pinneggiata che oserei definire modesto/ medio. l'Ultimo tratto lo faccio a manetta e il fondo mi sfila sotto ad una velocità che oserei paragonare alla velocità di crociera di un buon acquascooter (!!)e , credetemi, non esagero.
Considerazioni finali della prima prova:
- Proverei forse a smussare i pur risicati longheroni in modo da favorire appena un po più di flessione "morbida " della pala , ma nel caso lo farò solo dopo aver usato questa combinazione di base per una decina di pescate per vedere se sono le mie gambe a doversi adattare a questi nuovi, potentissimi, motori.
-ho una riserva di potenza da usare solo quando mi serve, mentre posso gestire la normale pescata in modo del tutto leggero usando pochissimo la muscolatura per sforzi grossi e giocando con le caviglie negli spostamenti fini e nei percorsi subacquei.
In sintesi, le pinne hanno una potenza sovradimensionata per la pesca che pratico, agguato nel bassofondo, ma mi permetteranno di percorrere lunghissimi tratti di costa con sforzi contenuti al massimo oppure in tempi rapidissimi.Da non sottovalutare poi , durante i mesi freddi che richiedono una zavorra molto generosa per chi come me pesca nel bassofondo( e mi ci vogliono circa 12/13 kg di piombo), la spinta generosa che permetterà di compensare la fatica di trascinare tanta zavorra nei rientri penosi magari contro mare.
per ora sono soddisfatto al massimo del mio acquisto e mi auguro che Giorgio produca ancora questi gioiellini. Anche se mi pare di aver capito che si è abbondantemente rotto le scatole di combattere con persone che non meritano la sua dedizione e con un mercato che cerca solo di rubare le sue idee senza nemmeno rendergli i giusti meriti.