Come alcuni di voi sanno in gioventù ho praticato il nuoto agonistico per 12 anni e per altrettanti ho esercitato la professione di allenatore di nuoto. Mi sono formato come tecnico sulla <Scienza del nuoto> di Counsilman anche lui un ingegnere.
Le esperienze e le conoscenze acquisite in quel periodo sono state trasferite nella progettazione delle mie pale simmetriche il cui studio è stato pubblicato sul mio sito web solo in parte (un primo articolo seguito da uno più specifico sulla pinneggiata).
In questo breve post affronto un argomento inedito : è possibile variare la potenza della propria pinneggiata?
Come avrete notato le pale della bi-pinna, di solito, hanno una inclinazione rispetto al piano della pianta del piede. Nel nuoto pinnato si preferisce non dare alcuna inclinazione alla pala, mentre nell'uso venatorio, ma anche nell'immersione ricreativa l'inclinazione oscilla tra 17° e 25 °.
Questa inclinazione favorisce il deflusso dell'acqua durante il <calcio> lungo il piano inclinato della pala senza dover flettere eccessivamente l'articolazione del ginocchio.
La pinneggiata deve risolvere il problema di spingere efficacemente una massa d'acqua in direzione opposta al nostro avanzamento e nello stesso tempo far assumere il corpo la posizione più fluidodinamica possibile. Lo sforzo muscolare più funzionale si ottiene ottimizzando il lavoro del quadricipite femorale, muscolo composto da quattro fasci muscolari prevalentemente formati da fibre bianche particolarmente indicate per gli sforzi esplosivi. E' la massa muscolare più grande del corpo e serve per mantenere la nostra postura eretta. I quattro muscoli che costituiscono il quadricipite hanno grande efficacia nel calcio in avanti ( pensate al calcio a un pallone).
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Moda a parte, che tuttavia influenza molto le caratteristiche geometriche della bi-pinna ad uso ricreativo, diverse ragioni tecniche giustificano una inclinazione della pala da zero (nel nuoto pinnato agonistico) a più di 25 ° rispetto al piano della pianta del piede nelle pinne dei <bombolari>.
Il nuoto agonistico con le pinne per anni è stato dominato dagli atleti russi che dopo aver raschiato e dimensionato un pannello di vetroresina usato per i circuiti elettrici, rastremandone lo spessore verso il bordo d'uscita, incollavano la lastra così ricavata alla suola di una scarpa da ginnastica. Questi atleti privilegiano la velocità per spingere una massa corporea del nuotatore che non ha <carichi > aggiunti come nell'immersione con le bombole o pesanti cinture di zavorra nella pesca subacquea. Gli allenatori di questa disciplina insegnano a pinneggiare quasi a gamba rigida (senza flettere le ginocchia) facendo lavorare Il muscolo gastrocnemio che è formato da due fasce muscolari, i gemelli della gamba preposti alla flessione della caviglia. La massa muscolare del gastrocnemio è molto modesta se rapportata a quella del muscolo quadricipite.
Si preferisce far flettere l'articolazione della caviglia piuttosto di quella del ginocchio per ragioni idrodinamiche. Immaginate il corpo del nuotatore che generi meno resistenze fluidodinamiche: braccia distese in avanti con le mani sovrapposte, la testa incassata tra le braccia, la schiena leggermente incurvata verso l'alto a sollevare leggermente il bacino, le gambe sul prolungamento dell'asse baricentrico del busto, piedi distesi e allineati con la gamba, ginocchia unite. Tutto che ciò che sporge rispetto a questa forma fusiforme produce una resistenza e <frena> il nuoto! Anche le pinne non devono creare alcun freno: oscillare poco rispetto al piano corporeo del nuotatore, l'ampiezza della falcata in questo caso è modesta rispetto alle altre forme di nuoto pinnato. Se la pala avesse una inclinazione rispetto alla pianta del piede, nella posizione a corpo disteso e piede da ballerina di danza classica, sarebbe una sporgenza verso l'alto rispetto alla forma fusiforme cui ho fatto riferimento come la più fluidodinamica.
Con questa spiegazione risulta chiaro perché le pale delle pinne da nuoto pinnato agonistico non abbiano alcuna inclinazione con la pianta della scarpetta.
Per contro, il subacqueo che si immerge con le bombole non ha l'esigenza di raggiungere alte velocità di nuoto e, ingombrato dalle bombole, svilupperà sempre alte resistenze idrodinamiche nell'avanzamento. In questo caso la pinneggiata non dovrà esprimere grandi potenze di spinta, sarà molto più lenta rispetto a quella del nuotatore agonistico e la pinna avrà una pala molto inclinata rispetto alla pianta del piede per favorire lo <slittamento> sul piano inclinato della massa d'acqua che servirà alla propulsione per <reazione> del corpo del sub.
In verità, il mercato delle pinne non è così tecnico: ogni produttore propone la sua soluzione ( a picchio). Nel caso delle pinne per immersione con le bombole prevalgono altri fattori come un loro uso improprio: il <bombolaro> si spinge spesso dal fondo (cammina), preferisce la pinna con scarpetta aperta per calzarla facilmente nonostante l'impedimento di una attrezzatura ingombrante. Questa pinna perciò ha pale corte, tozze, delle forme più strane così l'inclinazione della pala risulta irrilevante. Nessun sub con ARA competerà col suo compagno su chi va più veloce!
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Lo schizzo che ho disegnato per rendere più comprensibile l'influenza della inclinazione della pala rispetto alla pianta della scarpetta della pinna mostra come è diversa la spinta nei due casi: nel calcio verso il basso (kich down), pala senza inclinazione, una zona della pala non esercita alcuna propulsione, anzi all'inizio del calcio esercita una spinta in senso contrario (nello schizzo è rappresentata la fase finale del kich down) frenando il nuoto. E' sufficiente un'inclinazione di 18/20° per eliminare questo problema . I <fermo immagine> delle mie riprese videografiche (riportate nell'articolo <pinneggiata a colpo di frusta>) evidenziano che l'inclinazione non è proprio come rappresentato nello schizzo: la zona della pala vicina alla fine della scarpetta , vicino alle dita dei piedi, che è molto più rigida della parte della pala verso l'estremità del bordo d'uscita dell'acqua, nonostante l'inclinazione, ha una grande componente di spinta verso il basso (per scaricare l'acqua che grava su questa zona ho realizzato la feritoia della <Asimmetrica Slot>). Questa spinta <non propulsiva> procura un sollevamento del bacino e un beccheggio del corpo del nuotatore.
L'inclinazione della pala ha cambiato l'efficacia della spinta ma nello stesso tempo anche la pinneggiata del nuotatore.
Non ricordo quando è avvenuta questa modifica nelle pinne e chi l'abbia inventata. Ho un ricordo vago delle prime pinne corte della Cressi che non avevano alcuna inclinazione tra pala e pianta della scarpetta.
Vediamo cosa cambia nella pinneggiata usando una pinna con inclinazione e una senza ( differenza tra il nuoto pinnato agonistico e quello del subacqueo).
La pinneggiata del nuoto agonistico è stata studiata approfonditamente nella tesi del dottorando in ingegneria: Davide Zanatta (si trova su Internet).
Questa <nuotata> prevede come nel nuoto senza pinne detto <crawl> un rollio del bacino e del busto con una grande ampiezza del calcio sia in fase kich down sia nella fase kich up. In verità il nuoto a crawl è leggermente diverso dal nuoto pinnato che avviene solo in superficie, con le gambe non flesse al ginocchio, grande lavoro del muscolo gastrocnemio e muscolo del gluteo. Senza approfondire questo argomento è chiaro che il kich up non può essere ampio dato che si nuota a galla e sopra c'è l'aria!
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Veniamo a noi pesca sub <trogloditi> del nuoto pinnato: nessuno di noi nuota con un rollio del bacino e delle spalle che restano più ferme possibile per evitare allerta nel pesce che cerchiamo di avvicinare. Inoltre evitiamo di accentuare il kich up data l'inclinazione non favorevole alla spinta: l'inclinazione favorisce la spinta nel kich down ma frena l'avanzamento del nuotatore nel kich up! La pinneggiata del pesca sub perciò è diversa dal nuotatore a pinne proprio in ragione di questa inclinazione. L'ho illustrata nell'articolo <Pinneggiata a colpo di frusta> con diversi fotogrammi nelle fasi topiche (vi invito a rileggerlo).
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Dopo questa premessa affronto l'argomento del topic sintetizzato : <le marce della pinneggiata>.
La pinneggiata senza rollio del bacino cui ho fatto riferimento riduce molto i tempi morti del kich up che, anche per le masse muscolari che mette in azione, non ha la stessa efficacia del kich down (che definirei quasi un movimento innaturale: non siamo fatti per scalciare indietro come i cavalli, ma per dare un calcio al pallone!). La gamba dopo aver terminato il calcio in avanti recupera il piede avvicinando il tallone al gluteo, quindi, quasi sfilando la pinna orizzontalmente ( nel nuoto in superficie). Questo movimento è molto più rapido di un calcio in su con una oscillazione del bacino.
Calcio in giù, si sfila la pinna orizzontalmente flettendo il ginocchio pronti per la nuova fase di kich down. Poiché il movimento di sfilare la pinna portando il piede nella direzione del gluteo è dal punto di vista muscolare molto rilassata, in questa fase si smaltiscono le tossine del lavoro muscolare precedente. E' importante quando si deve nuotare per chilometri avere, dopo la fase di contrazione, una di decontrazione: i muscoli non possono reggere a lungo una contrazione continua soprattutto in presenza di <fibre bianche>. Quindi: recupero in scioltezza della pinna nella posizione ottimale di kich down --- calcio in accelerazione come mostrato nell'articolo <Pinneggiata a colpo di frusta>.
La nuotata di <crociera>, nel recupero, non flette molto la gamba all'articolazione del ginocchio (portando molto vicino il piede al gluteo): la flessione al ginocchio si sincronizza con la flessione plantare del piede all'articolazione della caviglia in modo da esercitare il colpo di frusta e accelerare la massa d'acqua che produrrà la spinta per reazione del corpo del nuotatore. Possiamo dire che l'inclinazione al ginocchio di tibia e femore determina la <potenza > del calcio e la conseguente velocità del nuotatore. Attenzione: la flessione della gamba aumenta la resistenza idrodinamica all'avanzamento! Non si può eccedere in questa posizione quando si vogliono raggiungere alte velocità del nuoto.
Si adotterà un calcio ampio e una flessione accentuata solo per risalire una corrente contraria o vincere la risacca nel mare agitato.
Volendo raggiungere alte velocità di nuoto, oltre ad aumentare la frequenza dei calci (pinneggiata rapida) il corpo dovrà assumere una posizione particolare: schiena leggermente arcuata (sollevare il culo quasi a livello della superficie) in modo da avere nella spinta un buon angolo tra femore e bacino. Nel contempo bisogna portare le braccia in avanti per allungare la sagoma del corpo che penetra l'acqua.
Riassumendo: una marcia di Potenza (ridotta) ottenuta con una grande flessione femore-tibia una marcia di velocità schiena leggermente arcuata poca flessione al ginocchio, braccia distese in avanti.