Il problema vero è che i cinghiali ormai vivono in città; a Roma sono ovunque e se la fortuna di vivere in una città che ha grandi aree verdi residui possedimenti dei principi papalini da decenni aperti al pubblico questi terreni sono diventati il naturale areale di vita di questi ungulati che nelle immondizie a disposizione a causa della carenza endemica di efficenza dell'Ama, preposta alla raccolta, trovano fonti di cibo sapido e a buon mercato e prosperano allegramente. Non è difficile a Roma, in pieno centro cittadino e in pieno giorno, trovare la scrofa che allatta 10 cinghialetti distesa comodamente tra marciapiede e cassonetti dell'umido dove ha precedentemente banchettato. Attraversano sulle strisce pedonali, in fila indiana, come scolaretti giapponesi, attenti anche allo scattare del verde per i pedoni,(!!) .Nelle campagne e nei boschi attigui alla città eterna, monti della Tolfa, 35 km da Roma alle spalle di Civitavecchia, è stata documentata la presenza di diverse decine di Lupi, che , per ora, sembra si accontentino dei cinghiali. Mi aspetto a breve, appena decideranno di assaggiare un vitello Maremmano, una nuova caccia al mostro delle favole.
Sono d'accordo per una riduzione del numero, far capire loro che in montagna dovrebbero difendersi solo dal lupo-sempre- e dai cacciatori-a stagione aperta.
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