Leuci si sta preparando in Egitto a battere il record di profondità in apnea detenuto da un russo a 130 metri in assetto costante.

Vuole fare tornare il record nelle mani italiane , dice, ma ne abbiamo bisogno?

E' l'italico orgoglio? O è una esigenza del suo Ego?

Mi torna in mente Audrey la moglie di Pipin morta durante un tentativo di un record senza senso.

Mi scuso con l'amico Umberto, ma a me sembra tutto una stronz.ta

“Mi torna in mente Audrey la moglie di Pipin morta durante un tentativo di un record senza senso.”

Già, e con tanto di assurdo lungometraggio...

A diversi anni di distanza dalla morte di Audrey ancora non si sono individuate le responsabilità : un amico fraterno di Pipin ha scritto un libro molto polemico sul tentativo di record addossando la responsabilità a Pipin che non avrebbe controllato la <ricarica> del bombolino per gonfiare il pallone della risalita della moglie.

Naturalmente queste cose succedono sempre agli altri ...

Noi siamo perfetti , organizzati, invincibili, perché i nostri geni sono migliori, i migliori!

Questa cultura da <campione del mondo> è senza senso in altre discipline e perché no, anche nella vita di tutti i giorni ammorbata dal <bullismo>, però nella disciplina dell'apnea è MORTALE.

Voglio istituire il campionato del mondo della <contemplazione dalla veranda sul mare> senza premi , solo con <spuntino> finale.

Giodap ha scritto:

Voglio istituire il campionato del mondo della <contemplazione dalla veranda sul mare> senza premi , solo con <spuntino> finale.

Lì non c’è storia, vinco io...

Comunque il mondo dell’apnea profonda è molto simile a quello dell’alta montagna. Nella mia vita ho fatto discretamente il montanaro riuscendo a scalare tutti i 4000 delle Alpi, seguendo vie sostanzialmente normali e senza mai arrampicarmi per battere un record. Oggi assistiamo invece alla gara di chi arriva prima in vetta all’Everest, anche da parte di gente che crede di essere un alpinista ma realtà non lo è. È gente che non sa rinunciare e quel che è peggio è che oggi, pagando, viene sempre trovata una guida che ti porta su. E rispetto a tanti anni fa molte guide oggi ci rimettono le penne insieme ai loro clienti.Assistiamo alle code per arrivare in cima all’Everest con gente che fa a gara per chi arriva prima a farsi il selfie. E tutto quanto un’assurdità. E ho l’impressione che l’apnea abbia fatto la stessa fine. Io e i miei amici, venendo da Roma, ci allenavamo quasi tutto l’anno per poter dedicare quella settimana all’inizio dell’estate alla scalata di una cima. Partivamo per la Valle d’Aosta o per Francia o la Svizzera e tante volte siamo arrivati ai piedi della cima e abbiamo dovuto rinunciare per vari motivi, il tempo, le condizioni fisiche non perfette e eccetera. Ecco quello che manca oggi e la capacità di saper rinunciare, capire che quell’anno passato ad allenarti anche se non coronato dal successo non è stato tempo sprecato ma solo un’altra esperienza da aggiungere al tuo personale carniere. Poi per carità, l’incidente o la sfortuna sono dietro l’anglo e anche prendendo tutte le precauzioni possibili puoi fare una brutta fine. Ma almeno non te la sei andata a cercare.

Anche io sono rimasto impressionato dalle code per scalare l'Everest, ma a mio parere siamo di fronte a sfide con se stessi; non c'è in queste manifestazioni alcuna forma di agonismo, la ricerca del titolo di Campione del Mondo.
Gli aspetti di queste manifestazioni sportive estreme riguardano più che altro la volontà di appartenere a un gruppo (anche quando non ci sono le qualità ...) a una categoria di appassionati che amano la montagna, nelle difficoltà delle scalate sfidano nessun altro che se stessi, al di fuori di una competizione con altri uomini.
Si può assimilare alle immersioni non competitive caratteristiche dell'apnea dei corsi dei diversi Promoter dell'apnea, appassionati che vogliono padroneggiare una disciplina affascinante limitrofa alla pratica dello Yoga.

Secondo me non è proprio così. In montagna ormai i record da battere non ci sono più. Le montagne più alte sono state tutte scalate ormai e non si può andare oltre. Si sono poi inventati i record tipo più cime in un giorno, arrivando in cima per gettarsi col parapendio fino alla base della successiva. Ma insomma qui non puoi più andare oltre. Il record ormai lo vuole battere il comune scalatore che non pago delle sue ascensioni sulle comuni montagne si da all'8000 di turno. E qui entra in un giro assurdo comandato dal business puro; se non ce la fai ci sono addirittura gli sherpa che ti si caricano addosso! Ma dove sta la soddisfazione allora? Si è completamente perso l'aspetto contemplativo della cosa che viene ridotta a pura sfida personale, perchè il record da battere è solo personale. Ci può anche stare, ma è come se uno volesse battere il suo record di apnea facendosi accompagnare da un istruttore bombolaro che lo porta giù e poi lo riporta su e che in caso di difficoltà gli passa l'ossigeno. Ma a che serve? Non so, ma ad esempio ho visto il filmato di un amico che è andato in quella piscina profonda 40 metri che non mi ricordo dove sta. Sembrava di stare alla fermata della metro per quanta gente c'era in attesa di calarsi nella profondità. Sicuramente c'era tra loro qualcuno bravo che stava allenandosi, altri stavano lì perchè avevano pagato e si atteggiavano ad apneisti. Poi è vero che ci sono istruttori con i relativi corsi e questo per fortuna è il lato buono della questione, in montagna invece queste opportunità sono sempre meno e la gente si affida ad una guida pagando abbastanza caro, di fatto neanche sapendo a chi sta affidando la sua pelle. Bah. A me sembra ormai persa l'essenza della cosa: stare in mare o stare in montagna per esser se stessi, sia che tu stia a 15 metri o 40 come a 1500 metri o a 4000. I professionisti sono un'altra cosa e non sono poi così tanti.

Notizia recente : dieci alpinisti sono morti sull'Everest.
Cosa c'è dietro queste sfide?
Una vita piatta da rivitalizzare?
E' come una droga psicologica endogena?

Esibizionismo. Ogni volta che sento parlare di “ sfidare il mare” o “sfidare la montagna” mi viene da ridere, se non fosse che poi le tragedie non fanno ridere. Il concetto di sfida è un concetto errato soprattutto se rivolto verso elementi che non potranno mai perdere quella sfida. E sulle montagne l’esibizionismo è diventato di massa.

"L'apneista si guarda dentro"
"L'apnea è la ricerca del benessere interiore"

Se queste frasi note a tutti sono vere, che correlazione c'è con le gare di pesca e i tentativi di record di profondità?

Vado in mare perché ho bisogno del mare, tutto il resto non lo condivido....ma fa parte della nostra società.
D'altronde siamo cresciuti con affermazioni tipo "Il secondo é solo il primo dei perdenti"