Tra certi biologi e naturalisti si è consolidata la teoria che “ Per gran parte della sua vita in Africa l’uomo non è stato un cacciatore, ma una preda” ( riv. Focus novembre 2017) (Mario Tozzi in commenti televisivi RAI).
Non si capisce quando invece si sia sviluppata l’attitudine per la caccia vista come semplice necessità d’integrazione alimentare rispetto a una dieta a base di vegetali e piccoli insetti. Non si capiscono inoltre quali prove scientifiche possano essere a sostegno di questa teoria che è alla base ideologica di chi contesta la caccia definendola attività insostenibile nei tempi moderni, ma non solo, funzionale a spostare il consumo alimentare della carne verso gli alimenti vegetali fino al parossismo del veganismo.
L’uomo è nato cacciatore onnivoro come milioni di specie sulla terra sono predatrici e onnivore perché evolute in nicchie ecologiche dove un’alimentazione a base di carne di altre forme di vita erano perfettamente funzionali e sostenute dall'equilibrio ecologico. D’altra parte un istinto per radicarsi nel comportamento di una specie ha bisogno di centinaia di migliaia di generazioni e probabilmente era onnivoro anche il nostro progenitore ominide!
Nel passato ancestrale , la propensione per la caccia sarà stata più o meno accentuata secondo l’organizzazione sociale dei nuclei proto umani: i Cro – Magnon (30.000 anni fa circa) erano chiaramente cacciatori come si evince dalle pitture rupestri di numerose grotte dove hanno vissuto e per l’analisi dei loro coproliti . Alterare la nostra storia evolutiva ricorda il <negazionismo> di eventi storici più recenti …
L’attività della caccia contemporanea è scomoda e boicottata dagli intellettuali ambientalisti che cercano di cancellarla dalla nostra memoria e dalla nostra cultura, preferendo un mondo virtuale popolato da <Topolino> , < Paperino> e <Clarabella>.
Estirpare culturalmente un istinto e una pulsione che hanno avuto una funzione e un ruolo essenziale nella nostra evoluzione , oltre ad essere una operazione scorretta da un punto di vista scientifico, è un grosso errore strategico per la nostra specie: il pianeta sul quale viviamo non è sicuro, stabile e conservativo come vogliono farci credere gli ambientalisti. Cinque grandi estinzioni di massa che hanno caratterizzato la vita sulla Terra devono metterci in guardia, perché nel futuro potrebbe essere necessario tornare a cacciare per sopravvivere.
Certo l’evoluzione non ripete mai se stessa e non torneremo nel Paleolitico, ma già una volta Homo sapiens si è trovato di fronte a un <collo di bottiglia evolutivo> ( la catastrofe di Toba) dal quale è uscito grazie a una popolazione vissuta in sud Africa ( mio articolo <Il mare è la nostra culla>). Solo un ceppo dei numerosi ominidi che popolavano l’Africa è sopravvissuto per giungere ai nostri giorni dopo un lungo inverno durato un centinaio di anni, conseguenza di un’eruzione vulcanica straordinaria.
In un mondo soggetto a intensi mutamenti climatici cui doversi adattare, l’odierno mutante umano sarebbe destinato all'estinzione, mentre un umano cacciatore avrebbe sicuramente più probabilità di sopravvivere.
Salvate e coltivate il vostro istinto della caccia, insegnatelo ai vostri figli, è anche una cura contro l'alienazione della civiltà contemporanea (Marcuse, <Uomo a una dimensione>)
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