sono solo un neofita, pratico solo da due anni. ho scelto anch'io di seguire un corso AA e anche se adesso non sto andando a mare penso che mi darà dei benefici. mi sta dando gli strumenti per imparare a "sentire" me stesso e quindi a vivere l'apnea in un altro modo. l'anno passato ho cominciato a pescare sui 10\12 mt e devo ammettere che è stata dura. l'acqua torbidissima (max 2mt di visibilità) ha messo a dura prova la mia perseveranza e nonostante io mi sia obbligato a sforzarmi di pescare notavo che non ero tranquillo. ad agosto ho fatto una crocera con la barca a vela in croazia e con l'acqua trasparente è un'altra cosa. comunque ho capito che i metri si conquistano immersione dopo immersione. bisogna memorizzare i tempi e le sensazioni in modo graduale, soltanto allora si sarà padroni di quella quota. è anche vero che il corso nonostante dia certi insegnamenti positivi incentiva lo spirito di competizione che è insito in ognuno di noi, il tempo nella statica, i metri nella dinamica favorendo modi di pensare che al mare possono risultare molto pericolosi. io in questa disciplina sto imparando a conoscere meglio me stesso e questo mi affascina nonostante non sia più un ragazzino. quando sono in acqua riesco a trovare una pace interiore che rifletto anche nel proseguio della mia vita terrestre. ovviamente non tralascio il fattore caccia, non mi riconosco nel PIA mi sento un cacciatore subacqueo ed è questa la molla primaria che mi spinge in acqua.sostengo che chi ama questa disciplina sa che può essere pericolosa ma con la "testa" i rischi si possono ridurre al minimo. resta sempre valido il motto: chi non risica non rosica...
|