Per preparare un tuffo fondo con lunga permanenza sott'acqua io ventilo per qualche minuto a volume corrente col diaframma per raggiungere un buon rilassamento e abbassare la frequenza cardiaca, poi faccio 3-4 respiri completi con diaframma, torace e clavicole espirando rapidamente, ma ho notato che questa espirazione veloce compromette in parte il rilassamento raggiunto... D'altro canto se tengo l'espirazione lunga durante l'ultima fase di ventilazione, seppur riesca a mantenere meglio il rilassamento muscolare, ho la sensazione di ossigenarmi di meno...
Voi come ventilate?

Mia opinione:
espirazione sempre lunga, almeno il doppio del tempo di inspirazione,e concludendo cercando di portare il diaframma più in alto possibile in modo da svuotare la parte bassa dei polmoni dove l'aria ristagna. La cosa proficua è cercare di avere tutti i polmoni ricchi il più possibile di aria fresca, tenendo conto che comunque una parte reisidua di aria ci sarà sempre.... l'espirazione è la fase più importante perché assicura il ricambio.
L'inspirazione può essere fatta più velocemente ma senza stress e in due fasi: prima portando il diaframma più in basso possibile e gonfiando il ventre lentamente e poi con un ultimo energico ampliamento della cassa toracica. Dopo l'ultima inspirazione profonda attendo sempre 2 o 3 secondi prima di fare la capoviolta e ho cura di rilassare sopratutto la nuca e i trapezi... poi vado giù. Questa piccola pausa per me è fondamentale. Se durante la pausa non mi sento sciolto e privo di contratture svuoto tutto, aspetto un paio di minuti e ripeto.

Grazie di aver riferito la tua esperienza! Ecco io vorrei approfondire il discorso dell'espirazione.. Tu giustamente dici che è fondamentale per il ricambio... Ma l'importante non è svuotare il più possibile i polmoni (espirando piano o forte che sia)? O secondo te espirando lentamente si ha più ricambio?

Sempre basandomi sulla mia esperienza personale, sui vari corsi e stage fatti e sulla pratica di apneista parallela alla pesca ti dico la mia, ma considerala un'opinione ché io non ho particolari titoli per insegnare a nessuno:

Sì l'importante è cambiare quanto più aria possibile, soprattutto dalla parte bassa dei polmoni.

Con una espirazione lenta si riesce a concentrarsi con attenzione sul diaframma cercando di portarlo quanto più su possibile. Quando si riesce a raggiungere il massimo della espirazione in questo modo si arriva a far sfiorare le pareti della trachea per effetto di sottovuoto, arrivando al colpo di tosse. Ho fatto spesso questo esercizio "a secco" con i compagni di allenamento... Chiaramente in mare non bisogna spingersi fino a quel punto. Occorre arrivare lentamente quasi al limite. Una espirazione violenta non riesce mai ad arrivare a tanto perché il diaframma non ha la forza di spingere tutta l'aria fuori da un condotto di diametro relativamente ridotto come la trachea in una botta sola. A meno di non dare un colpo violentissimo (e comunque non so se si riesca) cosa controproducente sotto tutti gli aspetti, in primo luogo per il rilassamento.

Vi è anche chi svuota tutta l'aria lentamente e dà solo alla fine del processo un ultimo colpetto più violento per spremere fino all'ultima goccia, ma anche questa manovra è sconsigliabile in mare perché se eccessiva conduce al sopradetto colpo di tosse, e in ogni caso stressa troppo il diaframma, impedendo il rilassamento. Bisogna far tutto bene ma senza esagerare, soprattutto se si pesca, condizione in cui gli stress muscolari son già notevoli per altri versi.

Questa è la mia opinione e la mia pratica....perciò per quanto mi riguarda: espirazione lenta (almeno doppia dell'ispirazione) ispirazione in due fasi, diaframma e gabbia toracica, breve pausa di rilassamento e capovolta.

Grazie ancora per l'esaustiva spiegazione!

Non c'entra un cazzo con quello su cui ti interrogavi e non so se tu lo faccia già, ma in caso contrario prova a non far la capovolta immediatamente dopo l'ultima inspirazione. Io ne ho tratto un beneficio immenso, con un aumento dei tempi di permanenza notevole. Dopo l'ultima inspirazione aspetti 3/4 secondi, o anche 5 o 6 cercando di rilassare bene tutti i muscoli del torace, nuca e spalle. Non temere di sprecare ossigeno perché non sono quei 5 secondi che cambiano le cose su un tuffo magari di 2 min. e 1/2. I benefici sono enormi, capovolta più fluida, scendi senza senso di oppressione al torace etc....

In piscina in dinamica ho fatto alle volte misure maggiori facendo le vasche dopo una piccola statica di 15 secondi che partendo subito dopo l'ultima inspirazione.

Proverò senz'altro! Curioso come tutto sia così soggettivo... Ho visto forti pescatori qui al lago di Garda scendere a -35 con 2.30 di apnea facendo gli ultimi atti ventilatori forzati e senza pausa prima della capovolta, poi sento altri come te che magari hanno le stesse prestazioni con tutt'altra tecnica... Proverò sulla mia pelle grazie!!!

Proverò anch'io!Interessante

Certo tutto è soggettivo. Io non sono comunque un profondista né un fenomeno. Sono sceso oltre i 30 sempre e solo sul cavo, con attrezzatura minima e mai pescando, ove sono richieste energie ben maggiori e a volte impreviste.
A pesca non ho mai superato i 20, quota fino alla quale riesco a condurre un'azione di caccia con ragionevole serenità. Però ho sempre avuto tempi di permanenza piuttosto lunghi.

Ripeto ho solo dato una mia esperienza e qua ci sono di sicuro altri che pescano efficacemente a quote rilevanti e che avranno tecniche diverse.

sarò rapido che vado un pò di fretta, ma vi dico la mia in base a quelle che sono ora gli insegnamenti che troviamo nelle didattiche di apnea aggiornate.

alfredo non sbaglia nulla nella preparazione. Respirare a volume corrente è la chiave fondamentale di tutto, in quanto ogni alterazione della normoventilazione porta ad una IPER - ventilazione.

immaginatevi di respirare per 5 minuti espirando lentamente per un tempo doppio a quello di una inspirazione profonda... pensate che non decarbonizzi eccessivamente il sangue? ovviamente si! Pertanto è un tipo di respirazione che va bene negli ultimi atti prima del tuffo, non durante il tempo di surperficie che riguarda il nostro recupero.

il tempo di recupero è invece basilare, ed è fondamentale che avvenga in maniera rilassata, e quindi a volume corrente. Di fatti, l'ossigeno che noi ci portiamo appresso durante l'immersione, non è solamente quello stivato nei nostri polmoni, ma bensì tutto quello già presente nel nostro sangue, correttamente ossigenato.

Quindi, per essere sicuri di partire correttamente ossigenati per un tuffo, vi basterà aspettare il tempo opportuno perchè il sangue si sia decarbonizzato, senza estremizzare la respirazione, che quella è da quando siete nati che funziona correttamente, senza che voi ci stiate su a pensare poi troppo...

Se invece volete sapere quanto impiega il sangue a decarbonizzarsi, ossia quanto impiega ad eliminare la Co2 prodotta da una precedente prestazione... beh sono 9 minuti circa, che se non sbaglio dovrebbe essere il tempo che impiega il nostro sangue a fare tutto un giro di giostra, ad ogni modo il dato è attendibile in quanto l'informazione proviene direttamente da Trubridge ad un suo stage.

concludendo, per avere una ottima preparazione al tuffo, occorre prima di tutto avere pazienza, ed aspettare il tempo opportuno...se poi questo tempo lo facciamo passare rilassandoci e ventilandoci a volume corrente abbiamo fatto bingo! i 3-4 atti più profondi prima del tuffo li lascio alla libera interpretazione dell'apneista (purchè siano 3-4), in quanto incideranno minimamente sul risultato finale, come è facile comprendere dalle premesse precedenti.

ps. tuttavia avere un giusto quantitativo di anidride carbonica nel sangue ha il suo vantaggio per un corretto scambio dell'ossigeno a livello cellulare, e per questo,vi suggerisco la lettura seguente in relazione all'effetto verigo bohr: www.freediversitalia.net/tag/bohr/