Ciao Giorgio e ciao ragazzi. È da un po di tempo che manco dal forum spero di ritrovare il clima di sempre.
Mi sono imbattuto su questo articolo vorrei condividerlo con voi e avere soprattutto l'opinione di Giorgio.


spearfishinglab.org/2017/12/22/prede-ext...arare-o-non-sparare/



Approfitto per augurare a Giorgio e a tutto il forum felice Natale.

Buon natale anche a te.

crillo ha scritto:
Ciao Giorgio e ciao ragazzi. È da un po di tempo che manco dal forum spero di ritrovare il clima di sempre.
Mi sono imbattuto su questo articolo vorrei condividerlo con voi e avere soprattutto l'opinione di Giorgio.


spearfishinglab.org/2017/12/22/prede-ext...arare-o-non-sparare/



Approfitto per augurare a Giorgio e a tutto il forum felice Natale.

Teoria interessante, potrebbe essere sensata...

Mac ha scritto:




Teoria interessante, potrebbe essere sensata...[/quote]

Sarebbe interessante solo se, come nell'esempio citato, la caccia/pesca riguardasse la totalità degli appartenenti a quella popolazione
Nella psub, per ovvi motivi di profondità ed ambiente in cui si pratica questa disciplina dubito che riusciamo ad entrare in contatto con + di 1/100 degli appartenenti ad una data specie (non che li prendiamo...che riusciamo anche solo a vederli) e dnq noi non modifichiamo proprio niente, ma al max riusciamo a far spostare le popolazioni verso luoghi da loro considerati maggiormente sicuri (dove vengono sterminate da sistemi di pesca molto + catturanti, ma l'uomo non lo vede nessuno)
Onestamente a me piacciono poco le grandi prede, ma solo per una motivazione pratica (il pesce sotto i 2 kg si può consumare in famiglia mentre per l'over size devi trovare altri commensali, trovare il posto dove cucinarlo ecc ecc
Chiaro che se mi passa davanti...

Mac, mi spiace ma non sono riuscito a leggere con attenzione tutto l'articolo (mi sono incazzato subito). Ti posso scrivere cosa penso in generale delle grandi catture.

Gli studi cosiddetti scientifici dei biologi marini esprimono quasi sempre ben poco di scientifico, al contrario, molte opinioni ideologiche (ormai ci siamo abituati ...).
L'etologia dei pesci è una scienza sconosciuta e molto manipolata ...

E ovvio che la grossa spigola (femmina con le sacche ovifere ben evidenti) vada risparmiata. Ho detto questo in uno dei miei video raccontando anche di situazioni nelle quali, nel periodo riproduttivo, ho catturato sempre i maschietti cercando spesso la coppiola.

La cattura occasionale del pesce in riproduzione è frequente perché la maggioranza dei pesci che catturiamo si avvicinano alla costa proprio in questo momento della loro vita (e noi peschiamo proprio lì). Anche in oceano dove mi sto trovando, le due palamite che ho catturato avevano due belle sacche ovifere che sono finite come condimento di strepitosi spaghetti alla bottarga fresca.
Nessun rimorso!
La pesca professionale approfitta di questa situazione di aggregazione con ben altri impatti sul prelievo. Che i pescatori dello 0.6 % del prelievo globale (dati FAO) si facciano dei problemi etici mi sembra ridicolo.
Ognuno di noi però è giusto che si costruisca la sua etica (io ad esempio non pesco in tana!) ma senza costruire nuove religioni.

Ad esempio non catturo da anni grosse cernie
1) perché non le incontro
2) perché mangio ciò che catturo e non vendendo più il pesce preferisco ammazzare quello adatto per il mio consumo individuale.
Sono stato criticato per la cattura di cernie di 2.5 chili (più grosse non stanno nel mio fornetto), sul fatto che per la teoria dell'ermafroditismo proteroginico di questo pesce sarebbero femmine quindi da tutelare ho dei grossi dubbi.

La grande preda, purtroppo, <fa grande pescatore> nell'etica venatoria ricorrente (anche nelle altre tipologie di pesca).
Che poi la cattura dei grandi esemplari modifichi il comportamento di tutta popolazione mi sembra una grossa stronzata: semmai elimina un vorace cannibale che toglie spazio e alimento alle nuove generazioni.

Questo argomento trattato in chiave scientifica puzza come una carogna e non voglio aggiungere altre parole!

Giodap ha scritto:

Che poi la cattura dei grandi esemplari modifichi il comportamento di tutta popolazione mi sembra una grossa stronzata: semmai elimina un vorace cannibale che toglie spazio e alimento alle nuove generazioni.


Infatti...spesso i grandi esemplari sono sterili, ma mangiano sempre in proporzione alle loro dimensioni e se sono predatori, sono anche cannibali e non fanno alcuna distinzione fra i piccoli della propria specie e le altre prede.
Guardate un po' il tonno rosso! Da quando è diminuita la dimensione media dei pesci catturati c'è stata un'esplosione demografica di quelli di taglia piccola/media (non crederete veramente che i professionisti si autolimitino vero ? )

Vorrei dire la mia a tale proposito.
Le mie sono soltanto impressioni da osservatore e dettate dal buon senso e non hanno nulla di scientifico.
Tuttavia vorrei sentire cosa ne pensate e soprattutto cosa ne pensa Giorgio.
Io credo fermamente che sia molto più dannoso catturare un pesce di mole che un pesce di piccole dimensioni (fortunatamente la guardia costiera non la pensa così e impone restrizioni sui piccoli esemplare!).
Spiego perchè.
Un esemplare adulto rappresenta per il branco (e vale per tutte le specie compreso l'uomo) un individuo forte, che è riuscito con le sue capacità (e fortuna) a vivere a lungo e ad accrescersi in mezzo ai pericoli. Ha esperienza da trasmettere agli altri membri e funzioni di comando.
Inoltre è un riproduttore importante capace di moltiplicare la specie.
Gli individui più piccoli sono invece sacrificabili con meno conseguenze, tanto è vero che muoiono in gran quantità prima che pochi riescano ad accrescersi.
E come se in un esercito dovessimo perdere il generale piuttosto che il soldato semplice. Sarebbe molto più grave.
Non per niente nei grossi branchi gli individui più grossi sono sempre protetti (spesso sono in mezzo al branco)da individui più piccoli che sono in prima linea.
La perdita del capobranco (spesso il più grosso)sarebbe molto più destabilizzante per il gruppo che non la perdita di un qualsiasi individuo.
Penso tuttavia che essendo la nostra una cattura selettiva che permette la cattura di un solo elemento alla volta non possa portare nessun danno all'ecosistema in generale e che il problema di una cattura di grosse dimensioni sia unicamente dettata da una scelta personale.

Negli anni 80 catturavo ogni anno 100 cernie sopra i venti chili, le cernie più piccole , nella Sardegna nord orientale, erano rare. In Corsica incontravo anche 10 cernie di grosse dimensioni, tutte nella stessa tana (ovviamente di grandi dimensioni), nessuna cernia piccola (che secondo la teoria dell'ermafroditismo proteroginico dovrebbero essere femmine), insomma tutti maschi nella stessa tana. Uhmmm!
Le cernie di piccole dimensioni si trovavano in pochi metri di profondità, spesso con gli sciarrani. A volte incontravo il grosso esemplare in caccia anche nel basso fondo.

Il mistero di una popolazione prevalentemente adulta nella cernia bruna, di quel periodo non è stato mai spiegato dai biologi ...

La mia teoria è che le grosse cernie mangiassero le piccole!

Allunghiamo il discorso: le AMP concentrando i grossi esemplari nelle aree protette (fanno molta scena per i dyving e la sensazione di ripopolamento ) si toglie alimento e spesso la vita ai giovani esemplari, quindi si produce un danno maggiore di lasciare libero il prelievo su tutte le coste. La tutela si pratica controllando l'entità della pressione del prelievo, agendo su chi esercita la <sovrapesca>. Una grossa cernia può mangiare anche dieci piccoli pesci al giorno tra cui alcuni appartenenti alla sua stessa specie! E' così che sono rimasti solo i grandi esemplari.

Non commettiamo l'errore di assimilare le popolazioni ittiche a quelle umane: l'esperienza del vecchio individuo (pesce) non arricchisce le giovani generazioni, la cultura difficilmente è condivisa e trasmessa dal vecchio e singolo esemplare, è il branco il depositario del <comportamento> e della cultura della specie.