Mercoledì 27 gennaio. Primo pomeriggio. Levante di Genova. Mare leggermente mosso con acqua ancora un po' velata dalla mareggiata della settimana scorsa e con temperatura di 13 gradi. Cielo nuvoloso con leggera pioggerellina a tratti. Alla fine opto comunque per il saber 90. Iniziò la pescata. Primo tuffo a circa 4 metri, mi apposto immobile, più o meno sempre dove di solito inizio a pescare in quel posto. Una franatina di massi che muore a 6 metri nella sabbia. Vedo castagnole ed un po' di mangianza. Dopo circa 30 secondi si avvicina in lontananza una palamita stimata sul kilo e mezzo. Mi punta, ma poi alla fine sfila sul mio lato sx stringendo verso di me, ma è troppo veloce, ed anche aiutandomi con il braccio sx sparo, ma in ritardo e la manco. Pazienza.
Dopo poco mi rifaccio con un'oratella all'aspetto. Continuo la pescata. In un punto dove ci sono massi e ciottoli in un fondale di 2 metri vedo spuntare da sotto un masso un qualcosa. Vedendo meglio riconosco la forma. Sembra la coda di un calamaro. Ma enorme. Onestamente rimango un attimo incredulo. Subito però l'istinto da cacciatore subacqueo prende il sopravvento. Scarico un elastico, e diminuisco ancora la potenza dell'altro e miro al testone che era infilato sotto il masso. Tiro semplice. Il totano si dibatte un po', soffiando per allontanarsi, ma non oppone tanta resistenza. Giusto per sicurezza prendo anche il fuciletto con il 5 punte sotto la boa e miro alla testa per finirlo. Stando attento e lontano dai tentacoli e dal becco, lo attacco alla boa. Con un po di fatica e contro corrente lo porto a riva. Li mi rendo conto che è veramente grosso. Lo pulisco delle interiora e lo porto a casa per fargli una foto.
Dopo averlo portato a casa faccio un giro di chiamate ad altri pescatori e sinceratomi che fosse buono da mangiare, ne faccio 12 sacchetti da 5/6 etti a pezzetti, scartando quasi tutto il testone.
Tutti mi hanno detto che si trattava di una "totanassa" e che era molto buona. Confermo perché dopo una passata in freezer con i piselli e' buonissima e morbida. Informandomi un po meglio su internet scopro che si tratta di un calamaro di Humboldt [img]https://www.dapiran.it/web1.5/images/fbfiles/images/image.jpeg[/img] proveniente dalle coste del Sudamerica e che è rarissimo trovarlo in superficie poiché vivo in profondità anche superiori ai 200 metri e che ne sono stati avvistati altri in mediterraneo. Non mi voglio dilungare ma vi posso assicurare che quando ho letto che può attaccare anche l'uomo ho pensato al suo becco grande quanto il mio pugno e le ventose dure ed uncinate che aveva. Qualcuno di voi ne ha mai sentito parlare o visti?

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NEW YORK – Allarme nelle spiagge californiane. Giganteschi calamari di Humboldt (o volanti) mostri marini lunghi fino a 2 metri hanno invaso le coste di San Diego, terrorizzando i sub e riversandosi sulle spiagge affollate dai turisti. Questi carnivori, che possono arrivare fino a 50 kg, sono emersi dagli abissi la settimana scorsa.
ASPETTO MINACCIOSO - «Si tratta di una specie molto aggressiva anche contro gli esseri umani», mettono in guardia gli esperti. Hanno un aspetto estremamente minaccioso, becchi durissimi affilati come lame di rasoio e tentacoli dentati lunghi e robusti. «Hanno attaccato alcuni sub e afferrato coi tentacoli maschere e macchine fotografiche», mette in guardia il Los Angeles Times. Gli incontri ravvicinati con questi cefalopodi del terzo tipo hanno fatto fuggire i veterani delle immersioni ed eccitato altri, combattuti tra il pericolo e l’occasione unica di nuotare con i giganti degli abissi.
LE TESTIMONIANZE - Il cosiddetto calamaro Humboldt è nativo delle acque al largo del Messico, dove è stato soprannominato «diavolo rosso», per le sue striature color ruggine. «Non nuoterei con loro come non camminerei in mezzo ad un branco di leoni nel Serengeti - ironizza Mike Bear, un sub locale - anche se so che sto perdendo l’occasione di una vita». Altri sub, come Shanda Magill, non hanno resistito. «Alcune notti fa ho ammirato gli occhi tristi ed espressivi di una dozzina di calamari giganti - racconta -: mi hanno circondata, salutandomi con dei colpetti». Ma la notte successiva non è andata così bene: un gigantesco calamaro ha afferrato la donna da dietro con i suoi tentacoli: «Mi ha staccato il galleggiante dal petto e gettato via la luce, con una forza a dir poco immane - rievoca ancora terrorizzata -. Quando mi sono ripresa, il calamaro se ne era andato, ma io ero senza galleggiante. Ho scalciato come una pazza e non sapevo se sarei sopravvissuta». Roger Uzun, un fotografo sottomarino, ha nuotato con queste creature per circa 20 minuti e ha detto che gli sembravano «più curiosi che aggressivi»: «Appena ho acceso la telecamera sott'acqua - racconta - si sono spinti verso di me e mi hanno colpito alla nuca. Sembravano volermi tastare per vedere se ero commestibile». Alla fine Uzun ha scaricato su YouTube un video di tre minuti che ha rischiato di non essere mai girato: «Mi ha quasi tolto la videocamera dalle mani», spiega.
SCIENZIATI IN ALLARME - Gli scienziati sono allarmati. Negli ultimi anni sono stati avvistati fino all’Alaska: un trend attribuibile all’effetto serra e al surriscaldamento della crosta terrestre, oltreché alla mancanza di cibo e al declino dei predatori naturali dei calamari. Secondo gli esperti gli esemplari potrebbero essere centinaia, se non migliaia. «In genere quando si avvista un calamaro, ce ne sono moltissimi altri» avverte John Hyde, un biologo al National Marine Fisheries Service di San Diego. «Si avvicinano alla costa quando le loro prede si spostano nelle acque basse e poi restano intrappolati o confusi», lo incalza Nigella Hillgarth, direttore del Birch Aquarium di San Diego. «Vederli da vicino è straordinario - dice -. Hanno degli occhi meravigliosi. Sembra che vedano e sappiano tutto».
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Il calamaro di Humboldt è un enorme cefalopode che arriva anche a 2m di lunghezza ha 3 cuori e sangue blu nemico acerrimo dei capodogli Il giorno rimane nelle profondità ma la notte risale in superficie per nutrirsi. Tante sono le storie di pescatori trascinati giu di peso dalle barche per essere divorati da questo mostro degli abissi. Per testarlo un uomo della national geographic si è immerso con questi bestioni. Inizialmente solo curiosità ma dopo pochi secondi lo hanno attaccato. Difendendosi come un vero predatore l'uomo è riuscito ad allontanare la bestia e a risalire sulla barca.
Questo animale, come altri cefalopodi, possiede cellule cromatofore che cambiano la pigmentazione della pelle. La variazione di questo calamaro dipende dall'uomore, bianco o azzurro quando è rilassato e rosso accesso quando è arrabbiato e sta per attaccare. Da questo il nome "diablo rocue" cioè diavolo rosso.
Vive nella corrente di Humboldt dalle coste sudamericane fino a quelle californiane. Vive in grossi banchi di anche 1200 esemplari e si nutre di tutto ciò che è in grado di mangiare compresi esemplari più piccoli della stessa specie. Può nuotare alla velocità di 25 km/h.

Che figata ho visto vari documentari ma dal vivo no.
Non riesco a visualizzare la foto, SONO CURIOSISSIMO !

Bel totano ( nome scientifico todarodes sagittus)
it.wikipedia.org/wiki/Todarodes_sagittatus
Complimenti riempie tutto il lavandino.

Il calamaro di humboldt ( nome sceintifico dosidicus gigas ) invece vive solo lungo le coste messicane e californiane

Non riesco a visualizzare la foto.....

ecco il totano di sabatink79
www.dapiran.it/web1.5/images/fbfiles/ima...mage-20160131-2.jpeg
www.dapiran.it/web1.5/images/fbfiles/images/image-20160131.jpeg

Lelu75 premetto di non aver mai pescato né un totano né un calamaro in vita mia.
Però da come ho letto su internet la descrizione combacia perfettamente. Sopratutto
per quanto riguarda quella specie di dentatura/artigli presente in ogni ventosa che a sua volta non
era morbida ma durissima. Ma ti ripeto, non avendo mai pescato totani o calamari , e soprattutto di quel peso, non saprei fare un paragone. Se è come dici tu, meglio così. Pescheremo più sicuri.

Minchia!!