Buongiorno a tutti,
volevo condividere con voi le prime esperienze con questo nuovo segmento che ho acquistato ad agosto e che mi ha accompagnato a mare durante le ferie estive.
Quest'anno, un po' per provare una zona differente e un po' per colpa del ritardo con cui mi sono messo a cercare un appartamento ho rinunciato alla Dalmazia e ripiegato sulla più vicina Istria dove ho passato le settimane centrali di agosto dal 14/08 al 26/08, ahimè il periodo è infelice ma come impiegato non ho alternative.
L'appartamento era situato a Pomer paesino in prossimità del vertice più a sud del triangolo ideale a cui possiamo paragonare l'Istria ad ogni modo in una 20ina di minuti percorsi per metà su afalto e per metà su strade bianche raggiungevo la riva da cui, in mancanza di un gommone, facevo partire le battute di pesca. Non sono molto pratico della zona quindi la scelta degli spot era effettuata utilizzando google maps e poi confermata tramite sopralluogo il pomeriggio precedente
Giorno 1 - 14/08
Io e mia morosa partiamo da Trieste alle 06:00 del mattino, alle 09:00 eravamo a destinazione, abbiamo sistemato l'appartamento, i bagagli e poi siamo andati qualche ora al mare. Relax e poco impegno.
Giorno 2 - 15/08 e prima volta in mare con il SABER 90 / 7.25 (da adesso in avanti S90/7.25)
Punta Marlera, ore 05:50 sono ormai a mollo da una decina di minuti, è tutto pronto, srotolo il nylon da 0.70 e poi il sagolino elastico che vincolano la boa alla mia cintura porta piombi, saluto Stefania accampata a riva (è stata una santa, si è sorbita tutte le levatacce senza mai avanzare una protesta) parto, sole alle spalle, fucile a sfavore (sono destrorso e ho la riva sulla destra) in silenzio inizio a muovermi lungo le rocce e le piccole insenature graffiate dal tempo nel calcare.
Prima osservazione sul nuovo segmento,vuoi per la lunghezza minore del fusto vuoi per la differenza di Ø degli elastici il caricamento del circolare primeline da 16 fattore 300% e il potenziatore 3 risulta essere più agevole del mio solito SABER 100 asta da 7 (da adesso S100/7) armato con doppio S45 al 320 % e archetto propulsore.
Ma torniamo alla battuta di pesca: situazione generale abbastanza desolata e desolante, sotto riva il pesce è molto nervoso, anche i fasciati più piccoli schizzano via alla minima avvisaglia di pericolo, fanno eccezione soltanto i soliti sciarrani e i tordi pavone che continuano indifferenti a svolgere i propri affari, sicuri di non rappresentare una possibile cattura.
Niente da fare, di agguatare qualcosa nel sotto riva non se ne parla proprio, provo a spostarmi un po' più a largo, il fondo che va dagli 8 ai 15 metri è sufficientemente frastagliato da offrire qualche riparo, provo più aspetti ma la situazione non migliora, durante una risalita scorgo la sagoma di un dentice che placido prende il largo. Sarà l'unico avvistamento interessante della giornata. Esco alle 10:00, cavetto: vuoto, le lastre di calcare ormai invase da un'ordalia di turisti schiamazzanti, traffico nautico insostenibile non resta che togliere la muta e rivestire i panni del turista mimetizzandosi nel termitaio.
Giorno 3 - 16/08
Litorale nei pressi di Lisignano, lato est della penisola istriana (quello che guarda verso l'isola di Cherso), inizia ad albeggiare e mi sto muovendo in acqua già da qualche minuto. Le condizioni di stress della fauna marina non sono migliori rispetto al giorno precedente ma il fondo è buono: gli strati di calcare si aprono in spacchi di ogni forma e genere interrotti da diverse macchie sabbiose, inoltre la profondità aumenta in modo molto graduale e non eccede i 15 metri pur allontandandosi di molto (200 - 250 m) dalla riva il che è un bene per me che sono ben lontano dall'essere un campione, riesco a guadagnare qualche occasione di tiro e mi trovo a formulare le prime considerazioni sull'efficacia del nuovo fucile: non immaginavo una differenza nel brandeggio così marcata rispetto al mio S100/7, tuttavia l'estrema
insicurezza del pesce non mi da modo di sfruttare a pieno il vantaggio di un allineamento più veloce. Sono acquattato in una conca e una coppia di oratelle si affaccia curiosa oltre il bordo, scocco il tiro angolato dal basso verso l'alto, asta a vuoto, sparidi eclissati, avevo il braccino e ho tirato basso, la frizione era chiusa e non mi aspettavo uno strattone così intenso, per i tiri successivi ho liberato completamente il mulinello e il tiro oltre a stendere le due passate di monofilo si è sempre mangiato un metro buono di dyneema dalla bobina; la velocità
di eiezione e la gittata non hanno niente da invidiare al S100/7 con doppio A-PRO (sarei tentato di dire che è adirittura superiore in termini di prestazioni ma non ho condotto un confronto con metodo scientifico e rimane pertanto una sensazione rilevata ad occhiometro).
Purtroppo durante tutta la mattina sono stato accompagnato da una fastidiosa acidità di stomaco, colpa dell'infelice scelta gastronomica della sera prima: pizza con salsiccia, funghi, mais, aglio, rucola e scaglie di amianto.
Nonostante tutto dopo ancora qualche padella e l'avvistamento di un serra stimato attorno ai 2 kg scarsi riesco a mettere in cintura il minimo sindacale, 2 saraghetti e un'oratella, per evitare le pennette con il sugo pronto della vergogna.
Giorno 4 - 17/08
Bene ma non benissimo, il leggero fastidio alla gola della sera prima si è trasformato in difficoltà a deglutire e rincoglionimento generale, il che se non fosse per il primo dei due sintomi si tratterebbe soltanto di ordinaria amministrazione ma evidentemente ho abusato dell'aria condizionata e mi trovavo a pagarne le spiecevoli conseguenze.
Per precauzione evito di entrare in acqua per non peggiorare la situazione
Giorno 5 - 18/08
Game over, letto, febbre a 40, stato vegetativo, morosa in modalità crocerossina (sia benedetta).
Auto diagnosi: laringofaringite batterica, anni fa ne avevo presa una identica per colpa del condizionatore in ufficio. Mi ricordo il nome dell'antibiotico e fortunatamente riusciamo a procurare una scatola, l'alternativa era tornare a casa.
Nel delirio e dormiveglia ho sognato di tutto: saragosauri, calamari giganti, dentici che si accoppiano con orate e quanto di peggio possa partorire la fantasia di un pescasub a digiuno forzato
Giorno 6 - 19/08
La febbre cala a 38 e inizio a stare bene, il fucile se ne sta paziente appoggiato al muro, io di fronte sul divano lo guardo, paziente un po' meno.
Giorno 7 - 20/08
Gli antibiotici fanno il loro dovere e io sto decisamente meglio, al mattino ci raggiunge Matteo, amico e compagno di pesca.
Di tentare un'apnea non se ne parla ancora, perciò optiamo per una giornata al mare al parco Kamenjak situato in cima a capo Promontore (punto più a sud di tutta l'Istria), tira vento e ci sistemiamo a riparo sul lato ovest a riparo dalla bora.
Tappa obbligatoria al bar safari e poi si torna a casa a preparare l'atrezzatura che il giorno dopo finalmente si torna a mare!
Giorno 8 - 21/08
Purtroppo il vento non è calato durante la notte il che rende impossibile pescare su tutta la costa esposta ad est, ci rechiamo in punta Marlera che copre una larga insenatura posta a ovest della stessa, il mare è sufficientemente tranquillo, ma vengo ingloriosamente abbandonato da Matteo che resta in macchina a dormire, scelta che a posteriori si rivela essere azzeccata. Dopo un'ora non ho concluso ancora niente, zero ocasioni di cattura, perciò torno alla macchina con le pinne sotto braccio e un verdetto negativo per la giornata.
Sono le 07:30 del mattino ci rechiamo a Pola a fare i turisti, giretto per il centro e colazione. Resta da trovare come impegnare quello che rimane della giornata. Google maps alla mano cerchiamo una sistemazione sul lato ovest a riparo dalla bora, la scelta cade su una piccola punta tra Promontore e Pola. Il litorale è il classico a lastroni calcarei, ci accampiamo con ombrellone e brandine pronti ad un'altro pomeriggio da
turisti. Alle 14:00 però la frenesia è tanta, la voglia di riscatto per la mattinata andata a buca anche, perciò recuperiamo i borsoni dal bagagliaio e ci vestiamo per andare in acqua, aspettative meno di zero.
La superificie del mare è invasa da un tappeto inquantifcabile di ctenofori che si accarezzano a vicenda con le ciglie arcobaleno pigiati l'uno contro l'altro dal moto ondoso.
Matteo imposta la battuta tenendosi sotto riva, io vista l'esperienza poco profiqua dei giorni precedenti non ci tento neanche.
Ahimè le condizioni morfologiche non mi sono favorevoli, anche a poca distanza dalla costa il fondo prende subito metri passando rapidamente dai 10 ai 15 per poi degradare nel blu a soli 30 - 40 metri da riva. Qulche grosso masso e la presenza a chiazze di sabbia mi convincono però a provare comunque. Dopo i primi tuffi a vuoto catturo all'agguato una triglia intenta a nutrirsi in uno spacco sabbioso, dopo un po' ne trovo un'altra in una situazione analoga, dietro di questa però si trova una roccia, di spuntare un'asta nuova per un pescetto non se ne parla quindi aspetto che si accorga della mia presenza nella speranza che si alzi leggermente dal fondo per iniziare la fuga mettendosi su una traiettoria più felice, e così accade, mi è capitato altre volte di sbagliare clamorosamente pesci già morti per un braccino o per aver dimenticato il fucile inclinato lungo il proprio asse longitudinale giulivo nella certezza di una facile cattura, ma non è questa la volta, l'asta schizza invisibile verso il pesce il quale tanta inutilmente una fuga vincolato dal monofilo che lo attraversa a centro corpo. Con circolare primeline da 16 foro 1 al 300% accoppiato ad un potenziatore 3 (motore primeline 17,5 foro 1, caricatori primeline da 16 foro 1) la potenza di lancio è davvero tanta e nei primi 5 metri l'asta pare soggetta ad un effetto teletrasporto. Le alette stabilizzatrici poste in testa al fusto (disegno che strizza l'occhio ai "vecchi" Jedi cobra) evitano impennamenti indesiderati come effetto del momento di rinculo. Più lo uso e più mi piace, rispetto al mio S100/7 è un fucile che perdona meno e i piccoli errori di distrazione e impostazione si pagano con una padella ma una volta fatta la mano i vantaggi di avere la stessa (se non di più) cannonata con un fusto più corto sono indiscutibili.
Gli agguati si susseguono e senza farci troppo caso mi trovo a pescare attorno ai 20 metri, che per il sottoscritto si tratta di una quota importante, niente di forzato ma ad ogni modo vicino al limite imposto dal buonsenso.
Risalendo dall'ultimo tuffo scorgo la sagoma di un'altra triglia immobile sulla sabbia accanto ad un sasso. In superficie non vedo il fondo perciò prendo un riferimento visivo a riva per mantenere il punto. Ho ventilato a sufficienza e posso andare a prenderla, con tre triglie ci rimedio un buon sugo penso, ma quando inizia a delinearsi il fondo capisco di aver perso completamente la verticale, triglie nada! Mentre approccio il fondale mi oriento verso mare aperto e scorgo in lontananza la macchia argentea di un sarago, sono completamente scoperto fatta eccezione per il lato sinistro grazie alla copertura offerta da un gradino alto poco meno di mezzo metro che corre perpendicolare alla costa per sprofondare poco più in la nel blu, mi ci schiaccio contro nell'insperato tentativo di nascondermi a sufficienza da far avvicinare il sarago il quale continua beato ad ignorarmi, se Maometto non va dalla montagna... perciò provo a strisciare qualche metro in avanti, niente da fare non mi degna nemmeno di una fuga, e che cavolo! All'improvviso da sinistra compaiono due musoni, una scena che ho già vissuto altre volte nel video di qualcun altro ma sta volta sta succedendo a me! Arrivano veloci e dritti come treni, la tipica espressione severa del dentice non lascia spazio ai dubbi, il primo gira il fianco per passare al controllo visivo ma è troppo distante il secondo invece sfila poco più avanti, è bellissimo ed è pure lontano ma ho il fucile giusto, non posso tornare su con il rimorso di non aver provato, accarezzo il grilletto e gli elastici schioccano, il pesce scatta in avanti ma subito inizia a dibattersi, un tiro al limite, l'ho preso basso sul ventre, la paura di strapparlo è tanta, ma tentare di corrergli dietro per agguantarlo contro una roccia sarebbe stata una put**nata, una di quelle grosse che poi rischiano di essere l'ultima, perciò inizio la risalita, lo vedo luccicare e sparire piano piano inghiottito dal blu. Mi restano soltanto gli scossoni sul sagolino a conferma di avercelo ancora attaccato. So per certo che tentando un recupero dalla superficie il pesce sarebbe finito sull'asta sulla quale si sarebbe definitivamente dilaniato riguadagnando a caro prezzo la libertà di fuga. Potevo soltanto sperare che si stancasse restando imprigionato dal monofilo. Vuoi per l'emozione vuoi per il tuffo impegnativo ho impiegato 5 minuti buoni a regolare il battito cardiaco e preparare un nuovo tuffo.
Il sagolino ormai non strattonava più, durante la discesa inizio a scandagliare il fondo con lo sguardo alla ricerca di una pancia bianca, spero di scorgerlo stremato ed adagiato sul fianco. Non vedo niente di tutto ciò. Do qualche colpetto al dyneema per individuare l'asta. Eccola! È infilata a 45 gradi in un piccolo spacco tra due sassi, do ancor qualche colpo, vedo la coda dell'asta muoversi, ma nel tratto di sagolino tra la mia mano e il gancetto non c'è nulla. Che delusione, pescione perso e ferito mortalmente: l'apoteosi del fallimento. Ormai non ha nemmeno scopo raggiungere il fondo, nuoto sopra l'asta e applicando un leggera trazione sul dyneema riesco a girare l'aletta a favore e disincagliarla. Inizio a muovermi verso la superficie ed è in questo momento che dopo un paio di pinneggiate sento del peso aggiungersi all'asta che sto tirando con me, abbasso la testa e guardo in mezzo alle pinne, è lui! C'è ancora! Non si è strappato, probabilmente dibattendosi deve aver creato un'asola nel monofilo per poi imbucarsi da qualche parte, però poco importa perché in ogni caso dentice houdinì se ne sta lì sdraiato contro l'aletta, completo il recupero dalla superficie, infilo il coltello dall'opercolo branchiale per pungerlo alla base del cranio, si piega irrigidito da una parte e apre la bocca con un'ultima smorfia.
Non ho mai preso un pesce così, la felicità è tanta, tantissima! Per oggi basta, mi dico, e torno a riva soddisfatto.
Una volta a casa il dentice ha fermato l'ago della bilancia a 2.3 kg.
È stato onorato la sera stessa su un letto di patate e pomodorini il tutto accompagnato abbondantemente da un buon prosecco (ero partito da casa caricando in macchina un cartone da 6 bottiglie "che non si sa mai..." e infatti!)
Eviterò di impegnarvi ulteriormente riassumendo in breve i giorni restanti: li abbiamo trascorsi in relax, coccolati dal sole e dal mare con il costante piacere della buona compagnia, per quanto riguarda le battute di pesca la situazione generale della fauna marina non ha accennato a migliorare, a parte l'avvistamento di un serra grande quanto un sottomarino sovietico non ci sono stati eventi venatori degni di nota, abbiamo rimediato dei carnieri modesti composti per lo più da saraghetti e oratelle, ma ce la siamo sempre cavata e la cena a base di pesce non è mancata mai, alla fine è questo quello che conta.
Una nota di merito va a Matteo per essersi abbandonato alla disperazione e aver sparato un grongo, cattura che gli è valsa a pieno merito il titolo di lavapiatti ufficiale per una settimana intera!
Grazie Matteo!
Una grazie alla mia morosa Stefania che si è sempre svegliata all'alba accompagnandomi e aspettando con pazienza il mio ritorno a riva per poi cucinare il pescato con tanto amore e dedizione.
Grazie al Maestro Giorgio che ogni giorno continua instancabile a creare degli strumenti straordinari frutto di una costante ricerca del perfezionamento e di una inguaribile passione più unica che rara.
In fine grazie a tutta la community del forum da cui in questi anni ho imparato tanto e in special modo a coloro i quali hanno resistito fino in fondo a questo post. Mi rendo conto di essere un paguro un po' prolisso, ma farò in modo di migliorare, promesso!