Erano 3 settimane che non riuscivo ad andare in acqua, ormai il “male dell’oca” iniziava a farsi largo e con esso l’insofferenza a qualunque ulteriore video di catture che mi ricordavano solo quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che avevo bagnato le pinne, ma finalmente l’agonia era finita. La sveglia puntata nel cuore della notte sembra non arrivare mai e come quando si è insonni ed impazienti prima di un appuntamento importante, mi sveglio più volte…”no, non ancora, è presto, posso dormire ancora un’ora, dormi dormi, che la giornata sarà lunga”, ma ecco che la sveglia suona per davvero ed una nuova giornata di pesca può cominciare. Il viaggio di avvicinamento mi porta al luogo di pesca prescelto che è ancora ben buio, si inizia appena a vedere il primo chiarore all’orizzonte che comincio a vestirmi e in poco tempo sono sulla battigia in attesa che albeggi. Non c’è un’anima in giro, sono il primo ad esser lì, il mare è calmo dopo la mareggiata dei giorni precedenti e la bella scaduta che avevo previsto è li che mi attende, un sogno.
Quest’oggi ho con me i fidi Mini e Saber100, quest’ultimo dotato già in precedenza del nuovo meccanismo di sgancio a rullino e di recente anch’esso di doppio archetto propulsore, dopo le ottime sensazioni avute con il Mini.
E’ la prima volta che provo il doppio archetto sul Saber100, non so bene cosa aspettarmi, forse potrà risultare eccessivo impedendomi di esser preciso, ma credo che l’abbinata con la coppia di elastici di tipo progressivo da 18,5 al 300% forse mi aiuterà nel compito.
Inizio la pescata controsole con agguati dalla superficie sfruttando le asperità della costa per celare le mie dimensioni che risultano fin troppo illuminate dal basso sole e proprio in una di queste azioni un’oratella sbocconcellando una cozza si allontana dalla parete. Senza particolare convinzione azzardo un tiro che mi sembra lungo, che chiaramente padello, ma noto subito che l’asta è andata ben oltre la posizione del pesce e per di più a momenti il fucile la seguiva tanta era stato secco e potente il tiro (per ora ho mantenuto le due passate invece delle tre, già sperimentate con il potenziatore, ma risultate un po’ noiose da gestire). La scena si ripete con un saragone, ma questa volta ci vado già più vicino e lo sparide si allontana con una bella riga sul groppone. Sono abituato ad elastici molto progressivi e non reattivi/esplosivi, per cui talvolta posso azzardare anche ad avere un impugno non particolarmente rigido anche con il Saber100, la cui massa e bilanciamento aiuta parecchio, ma ho già capito che se voglio sfruttare davvero tutta la potenza ora installata devo tornare indietro con la mente a quanto ho usato per le prime volte i fucili allestiti con i primeline del Maestro, per cui impugno deciso e muscolatura braccio/spalla ben ferma, guai al braccino.
Nuova azione di caccia, questa volta però, opto per un classico percorso a U, sperando di cogliere qualche sparire ancora intento a cibarsi tra la schiuma, tecnica che mi piace molto e che quando va a buon fine mi da grande soddisfazione…questa è una di quelle volte e un’oratella arriva davvero a pochi centimetri dalla punta dell’asta, prima di accorgersi, troppo tardi, del pericolo…tiro senza storia a 30cm e primo pesce a cavetto. Proseguo il mio percorso con agguati dalla superficie, il fondale non mi ispira tecniche potenzialmente più redditizie, per cui proseguo e come con il primo pesce sbagliato una nuova orata cerca di guadagnare il fondo. Nei tiri d’istinto non ho grandi doti, ma se il pesce fa l’errore di dare quel secondo o due di troppo per mirare, la precisione di questi fucili è impressionante…il problema che questo pesce è davvero lontano, più della prima orata, ma prendo bene la mia e tiro. Vabbè mi sono detto, era davvero lontana, ci ho provato, ma dopo un interminabile secondo oltre la distanza della visibilità un specchiata mi fa sobbalzare! Oh ca##o, l’ho colpita! Mi è già capitato di colpire pesce per il rotto della cuffia, per cui penso di averla bucata al limite della coda e mi precipito ad afferrarla prima che si strappi, ma con mio stupore trovo l’asta infilzata nella sua pinna laterale destra ed appena uscita dalla bocca….ha bucato esattamente dove ho mirato, si ma a più di 5 metri e con una velocità spaventosa! Un tiro “fotonico”!
Ancora incredulo dal tiro precedente, ma sempre più convinto della nuova gittata operativa “costante fino a fondo corsa”, che un grosso branco di cefaloni sopra il kg mi volteggia sotto le slot e io non ho ancora ricaricato! Ricarico frettolosamente solo alle prime tacche e cerco di inseguirli all’arrembaggio…li raggiungo dopo poco e mi immergo per cercare un tiro al volo su un bel pesce. Questo tipo di tiri Io li chiamo “tiri ignoranti”, nessuna particolare strategia o tecnica, vedi il pesce, lo insegui a pinne e cerchi di colpirlo al volo, la “tecnica” base con cui credo un po’ tutti da piccoli abbiamo cominciato e flagellato piccole zone costiere e che in genere, forse complice questo retaggio, mi vengono abbastanza bene, ma questa volta faccio l’errore di focalizzarmi su un pesce invece di attendere che uno qualsiasi dei pesci del grosso branco si posizionasse da solo davanti la punta del fucile…il risultato della poca lucidità porta all’inevitabile padella. Tornando alla plancetta un po’ scornato per l’erroraccio su un pesce da kilo mi vendico su un dorino da etti, solo perché ricordo di averne un altro paio in congelatore che sebbene al forno non siano la specie di muggine migliore, al carpaccio hanno il loro perché!
Proseguo lungo il tratto di costa che ho deciso di battere, ma all’improvviso un sferzata rompe il silenzio, una delle legature dell’archetto più vicino allo sgancio è saltato, ma porc…fortuna che ho un’elastico di scorta già pronto in plancetta e lo monto velocemente. Purtroppo però mi accorgo che evidentemente era la scorta per il mini, è decisamente corto, per cui opto per fissare quello al primo perno, saltare quello centrare e fissare l’elastico dotato di elastico propulsore rimanente al perno più vicino al meccanismo, in modo da sfruttare il più possibile la corsa e l’allungamento sia dell’elastomero che della molla. Gli elastici sono leggermente accavallati, ma la linea di mira è ancora abbastanza pulita.
Passano quasi due ore senza che abbia la possibilità di testare questa configurazione estemporanea su alcun pinnuto, ma quando stavo ormai pensando che l’effetto della scaduta fosse finito, ecco che l’orata più bella della giornata si incuriosisce mentre agguato tra posidonia e rocce. Questa volta tempo di mirate non c’è, il mio impugno forse non è ancora pronto, fatto sta che faccio partire un tiro d’istinto quando il pesce già cominciava a darmi la coda a 3 metri dalla mia posizione: orata spiedinata dal quarto posteriore destro fino all’occhio sinistro, pesce stecchito. Il tiro risulta leggermente più soft, ma cmq decisamente teso, anche perché gli elastici stanno lavorando a percentuali ben superiori al 300%.
Beh potrei considerarmi già più che soddisfatto, con le orate ho un buon feeling tutto sommato, però di contro mi ricorda che c’è una specie che proprio non mi capisce, io la
invito spesso, ma si fa sempre negare

… il barracuda! E’ un pesce che è difficile cercare, non lo posso scovare agguatando tra rocce e posidonie, ma proprio mentre aggiro sul fondo un enorme blocco di granito una figura longilinea mi sfila tranquilla 5/6mt sopra la testa. Cerco una rotta rapida d’intercettazione sapendo di partire da una posizione di totale copertura e che non mi aveva visto per nulla, ma non faccio a tempo a scoccare il tiro che ormai con il suo regolare incedere ha già il corpo oltre la roccia. Decido allora di proseguire l’agguato cercando lo scavalcamento dell’ostacolo dall’alto e quando giungo al culmine lo vedo li a 2mt da me posizionato di coda, il tiro è preciso e in un attimo è tra le mie mani.
Alcune considerazione sul doppio archetto propulsore sul Saber100: con questi nuovi archetti il fucile diventa davvero esuberante, il tiro risulta tesissimo e veloce al punto di non dare il tempo al pesce di reagire se si trova entro la distanza (terminale in nylon + asta) = qualcosa come 6 mt di tiro utile.
C’è da dire però che è una potenza che ho assaggiato messa a bada dal meccanismo di sgancio a rullino, non so se il normale meccanismo di sgancio vi riuscirebbe così bene.
Per concludere la giornata con la ciliegina, mi sarebbe piaciuto portare a casa quel cefalone grassottello ideale per ii mio forno e un bel polpone che è un po’ che non incrocio, però direi che per cominciare questa prima cura ricostitutiva per il mio male dell’oca può andare!
