La prova era iniziata l'anno scorso ma con una sola puleggia e il potenziatore 1 dello shot 50.
Avevo notato che dovevo caricare al massimo per avere una buona spinta sull'asta da 80x7.5.
Più per curiosità, ho allargato la feritoia della puleggia e ne ho montate due con i relativi doppi elastici non potenziati.

Sono andato a provarlo in costume sotto il solito pontile del collaudo del Saber 60/7.5 : in dieci minuti ho preso un'oratella di mezzo chilo e un cefalo della stessa taglia, ma questo è il meno ... il fucile ha più di tre metri di gittata utile e una grande precisione insolita per un segmento così corto.

Ora devo finire il bilanciamento ( oggi non era perfetto) poi continuerò il collaudo. Mi ricordo che due o tre anni fa al collaudo dello shot 50 mi ero mangiato le mani per le occasioni perse per mancanza di potenza e di gittata del fucile. Vedrò ... la prova di oggi mi ha sorpreso!
Mi ha disturbato il rumore del dente di aggancio che picchia sul tetto dello scatolato del meccanismo (sugli altri miei fucili ho già applicato la modifica di cui parlo in altro topic). Avevo montato il meccanismo standard (grilletto in delrin). Ho l'impressione che questa banale modifica sia più funzionale di quello che avevo pensato all'inizio

Maestro illustraci come poter intervenire x questa modifica

Dall'estremità posteriore dello scatolato (lato grilletto) a 23 mm fare un foro verticale al centro dello scatolato da 4 mm di diametro (il foro cade al centro della lettera <D> del mio cognome.
Infilare nel foro un cilindretto di gomma che possa restare in sede e bloccare l'urto dell'estremità del dente di aggancio contro lo scatolato.
Per meglio intervenire svitare il meccanismo dal fucile, con una pinza a becco sfilare l'occhiello della mollina dal foro nel dente di aggancio, così si può vedere esattamente dove picchia l'estremità del dente di aggancio e se il cilindretto di gomma riesce ad ammortizzare il colpo. Con le stesse pinze a becco si può tirare il cilindretto di gomma per 5 mm dentro lo scatolato.

Interessante questo nuovo 50ino cattivo !!!

Più di tre metri di gittata utile sono tantissimi per un 50!!! È paragonabile al mio 65!

Il fusto è lo stesso del vecchio 50 o nasce da una riduzione del 60/7,5 ?

Al di là della seconda puleggia, convinto che la massa dello Shot50 fosse più che abbondante per supportare il doppio elastico, quest'inverno ho smussato leggermente con una raspa l'angolo vivo presente nella feritoia e ho montato dapprima un doppio 16 (fucile immobile, zero rinculo come previsto), poi comprendendo vi fosse ancora margine data la massa, ho aggiunto anche un singolo Apro sull'elastico più in punta.

Ho fatto queste modifiche poiché non mi sentivo sicuro in caso d'incontro con pesci di mole nel bassissimo fondo (usavo spesso l'80/7.5, sbagliando però segmento, in condizioni corrette per il 50, di cui non avevo però piena fiducia) e memore del primo prototipo del 50 di Enrico che aveva la doppia puleggia con cui aveva catturato una bellissima oratona!

visto che il buon Underwater (che saluto) mi chiama in causa, metto una foto del Saber 50 doppio elastico prototipo 01, il 357 Magnum degli arbalete!
Ottimo nel torbido e sempre pronto come secondo fucile per risolvere problemi di "intanamento".

Non mi ricordavo del <50 > di Enrico ...

Per la cronaca rifaccio la storia degli ultimi segmenti corti:
Su richiesta , di non mi ricordo quale cliente dell'Adriatico, avevo progettato il Saber shot 50. E' stata un'esperienza interessante anche se il collaudo mi ha fatto soffrire ( nell'acqua trasparente della Sardegna ho perso diverse catture per mancanza di gittata utile).
Successivamente ho progettato il Saber 70/7.5 su derivazione e allungamento del citato shot 50.
Era stato chiaro anche a me che la massa del fusto del 50 era ridondante per la lanciare la massa dell'asta da 80/7 che pesava meno di 300 gr.
Il progetto Saber 50/7.5 armato con un doppio elastico è nato l'anno scorso a fine autunno prima della mia partenza per Tenerife.

In un mezzo denso dove le resistenze fluidodinamiche sono molto alte la massa del proietto deve risultare necessariamente alta! Non conta tanto la potenza della spinta degli elastici quanto la massa dell'asta. (Nessuno, chiedo conferma di un collega che di siluri se ne intende ...)

ishtar.df.unibo.it/mflu/imgs/formule/resis.gif

Nel moto turbolento dell'asta la resistenza idrodinamica è proporzionale al quadrato della velocità, quindi cercare di aumentare la velocità dell'asta comporta un aumento di questa resistenza (è un cane che si morde la coda).
Siccome l'energia cinetica dell'asta

E.cin.= 1/2 Massa asta x vel. asta al quadrato
L'aumento della velocità non conviene (aumenterebbe la resistenza idrodin. con scarsi risultati energetici), conviene aumentare la massa !!!

Hai ragione Giorgio, l'attrito viscoso nel moto turbolento aumenta in proporzione al quadrato dell'aumento della velocità e l'energia elastica da trasformare in cinetica è abbastanza limitata.
Inoltre il regime di moto dell'acqua a contatto con l'asta è turbolento (numero di Reynolds Re >10^5) solo per un breve tratto della sua corsa e solo su parte della superficie dell'asta. Purtroppo! Perché nel passaggio da moto laminare a turbolento e viceversa si generano moti di transizione (disordinati) che sottraggono energia cinetica in proporzione ancora più sfavorevole (V^5!).
Con aste "corte" e "tozze" come quelle del S50, secondo me, si potrebbe tentare di aumentare al massimo il tempo di volo e la superficie in regime di moto turbolento, cercando di minimizzare il "transitorio disordinato" (come accade con le palline da golf e da tennis). Riguardo i siluri, invece, devo contraddirti: ahimè non me ne intendo. Quel che so è che certi modelli ad altissima velocità possiedono dei sistemi "disturbatori del moto" fatti proprio per mantenere forzatamente il regime di moto turbolento (o la cavitazione)a certe velocità che altrimenti sarebbero in situazioni di transizione molto sfavorevoli in termini di attrito e precisione.
In conclusione, potremmo provare a fare dei conti per stimare quale possa essere la velocità di lancio (o il rapporto massa/velocità) ottimale per ottenere puntualmente, ad esempio a tre metri di gittata, la massima energia cinetica disponibile e magari inventare degli accorgimenti per mantenere il moto nelle condizioni più favorevoli possibili.