Subisco con un certo interesse la pubblicità delle automobili, una industria in crisi che cerca con tutti mezzi, soprattutto pubblicitari (raramente con veri incentivi economici), di invertire la tendenza a tenere più a lungo la propria auto, a capitalizzare un acquisto che fino a qualche anno fa si cambiava ogni tre quattro anni, se non prima.
Sarò un intellettuale miope, ma sono molto soddisfatto di questa sconfitta del consumismo. Più auto vendute più benessere per tutte le economie dei paesi produttori di questo bene, tra i quali ci siamo anche noi...
E’ però un benessere legato allo spreco, all’esibizione inutile dell’acquisto di una nuova auto, quando quella vecchia andava benissimo.
E’ un po’ come il PIL di un Paese che si avvantaggia dello spaccio della droga o delle attività mafiose. Diamo una valutazione morale ed etica al denaro, alla ricchezza e al possesso di un bene!

Ciò che accade intorno a me mi incuriosisce e cerco sempre dei paralleli con la mia modestissima attività imprenditoriale: i miei vecchi modelli vanno a ruba, non solo gli Jedi doppio elastico ma addirittura gli arbalétes di dieci anni fa, i primi Jedi monoelastico.
Ho progettato e costruito un prodotto che dura nel tempo, contrariamente alla filosofia consumistica.

Noto un altro aspetto nell’aggressione pubblicitaria dell’industria delle auto: la ricerca dello stile.
Dipingono l'acquirente che sceglie il prodotto a quattro ruote con l’immagine di “colui che se ne intende”, dell’uomo o della donna libera che amano la natura e gli spazi sconfinati da raggiungere ovviamente col mezzo proposto. Si trascura il fatto inquinante, che la libertà non c’è più, stretti come salami dalla cintura di sicurezza, in un traffico sempre più congestionato.

Mi sono chiesto cos’è questo “stile” che ricercano i pubblicitari, esiste, o è la solita bufala empatica per vendere.

Può un prodotto avere stile?
Lasciamo perdere il design, lo stile è un contenuto culturale che impregna l’oggetto al di là delle sue forme.
Allora io produco oggetti che hanno uno stile?

Dietro un mio arbaléte c’è la vita di un rivoluzionario mancato, un ingegnere fallito che ha preferito fare il pescatore solitario su un’isola e una città dove nei films di Fantozzi si mandano gli sfigati.
Dietro ai miei fucili e ai miei prodotti c’è un intellettuale che si chiede sempre il perché di tutto, che è sempre stato “più avanti” alle tecniche e alle tecnologie del suo tempo.
Il più copiato nelle scelte e nelle soluzioni avveniristiche per la pesca subacquea.

Si! I miei prodotti hanno uno stile inconfondibile ed è quello della mia vita.

Permettimi Maestro........anche il nostro stile !

Stile: se non sbaglio discende da stilus, la penna usata anticamente per incidere e scrivere su tavolette.
Stile: l'insieme delle caratteristiche formali di un'opera.
Mi piace questa definizione.
Quindi perchè ci sia stile deve esserci un'opera fatta con uno strumento, da una persona con la sua abilità.
Percepisco lo stile come quel tratto caratterizzante,formale e di essenza, che accomuna le diverse opere.
Quel tratto che è presente nel fucile, nell'astina, nel gancetto, come nelle pinne, nelle cinture, nei video e in tutta la diversificata produzione Dapiran, e, non ultimo, nello spirito di questo forum.
Non è possibile creare uno stile con il computer o con una produzione industriale, al massimo si possono copiare alcuni aspetti evidenti dello stile di qualcuno e metterli a decoro di prodotti commerciali.
Tornando alle auto, ritengo che lo stile sia esistito anche nelle automobili, quando le creava Ferdinand Porsche, o le disegnava Ercole Spada, due esempi tra i tanti che realizzavano straordinarie opere d'ingegno.
L'industria e la pubblicità possono produrre solo prodotti per il commercio, che tuttavia non disprezzo, ma è bene non confonderli o confrontarli sullo stesso piano di opere dell'ingegno e questo, secondo me, vale tanto per il mezzo di locomozione, quanto per lo strumento da caccia.

mi sono emozionato nel leggere questo ennesimo scritto. Grazie ingegnere per quello che ci regali ogni giorno.

Giodap ha scritto:
Subisco con un certo interesse la pubblicità delle automobili, una industria in crisi che cerca con tutti mezzi, soprattutto pubblicitari (raramente con veri incentivi economici), di invertire la tendenza a tenere più a lungo la propria auto, a capitalizzare un acquisto che fino a qualche anno fa si cambiava ogni tre quattro anni, se non prima.
Sarò un intellettuale miope, ma sono molto soddisfatto di questa sconfitta del consumismo. Più auto vendute più benessere per tutte le economie dei paesi produttori di questo bene, tra i quali ci siamo anche noi...
E’ però un benessere legato allo spreco, all’esibizione inutile dell’acquisto di una nuova auto, quando quella vecchia andava benissimo.
E’ un po’ come il PIL di un Paese che si avvantaggia dello spaccio della droga o delle attività mafiose. Diamo una valutazione morale ed etica al denaro, alla ricchezza e al possesso di un bene!

Ciò che accade intorno a me mi incuriosisce e cerco sempre dei paralleli con la mia modestissima attività imprenditoriale: i miei vecchi modelli vanno a ruba, non solo gli Jedi doppio elastico ma addirittura gli arbalétes di dieci anni fa, i primi Jedi monoelastico.
Ho progettato e costruito un prodotto che dura nel tempo, contrariamente alla filosofia consumistica.

Noto un altro aspetto nell’aggressione pubblicitaria dell’industria delle auto: la ricerca dello stile.
Dipingono l'acquirente che sceglie il prodotto a quattro ruote con l’immagine di “colui che se ne intende”, dell’uomo o della donna libera che amano la natura e gli spazi sconfinati da raggiungere ovviamente col mezzo proposto. Si trascura il fatto inquinante, che la libertà non c’è più, stretti come salami dalla cintura di sicurezza, in un traffico sempre più congestionato.

Mi sono chiesto cos’è questo “stile” che ricercano i pubblicitari, esiste, o è la solita bufala empatica per vendere.

Può un prodotto avere stile?
Lasciamo perdere il design, lo stile è un contenuto culturale che impregna l’oggetto al di là delle sue forme.
Allora io produco oggetti che hanno uno stile?

Dietro un mio arbaléte c’è la vita di un rivoluzionario mancato, un ingegnere fallito che ha preferito fare il pescatore solitario su un’isola e una città dove nei films di Fantozzi si mandano gli sfigati.
Dietro ai miei fucili e ai miei prodotti c’è un intellettuale che si chiede sempre il perché di tutto, che è sempre stato “più avanti” alle tecniche e alle tecnologie del suo tempo.
Il più copiato nelle scelte e nelle soluzioni avveniristiche per la pesca subacquea.

Si! I miei prodotti hanno uno stile inconfondibile ed è quello della mia vita.

parole sante...il tutto non fa' una grinza.
viviamo in un mondo di totale apparenza,dove la forma conta piu' del contenuto.

L'ho sempre detto che lo stile che possiede il Maestro è inconfondibile.. unico oltre che raro!