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Gli Articoli di Giorgio Dapiran

Storie di pesci 1
Scritto da Giorgio Dapiran   
Lunedì 26 Febbraio 2024 15:11

STORIE DI PESCI 1

 

Il giorno 17/2/2024 immersione venatoria in condizioni particolari: onda oceanica importante con ritmo lento ( intervallo di tempo 6/7 s tra un'onda e l'altra), queste condizioni nell'arcipelago canario vengono definite <Mar de fondo>. Questo moto ondoso è imponente: muove una massa d'acqua considerevole che si percepisce in immersione anche a venti metri di profondità.

La colonna d'acqua presentava una densità straordinaria di ciuffi d'alga strappati dal substrato roccioso, per lo più alghe brune che per l'azione combinata del moto ondoso e della corrente si ammassava in zone particolari per tutta l'altezza della colonna d'acqua impedendo addirittura una visione distinta del fondale anche a pochi metri di profondità.

A parte la vieja ( pesce pappagallo mediterraneo, Sparisoma cretese) gli altri pesci evitano questo addensamento di alghe. Solo piccoli banchi di boghe nelle zone meno dense e un'assenza totale di predatori.

In queste condizioni l'obiettivo della caccia subacquea si poteva rivolgere solo alla vieja il cui comportamento è particolare e specifico: le femmine dalla livrea colorata prevalentemente di rosso con una macchia gialla a centro corpo, nuotano rasente il fondo ogni tanto strappando con i loro denti a becco qualche boccone dal substrato, i maschi dalla livrea grigia, una macchia nera sul capo e l'estremità della pinna caudale bianca a controllare il territorio a volte sollevati qualche metro dal fondo inseguendo gli individui più giovani.

Visivamente era molto evidente il nuoto veloce e nervoso dell'inseguimento dei maschi del pesce pappagallo in contrasto col movimento lento e ritmato delle sospensioni dei ciuffi d'alga.
Ho dedicato un'ora buona a studiare la situazione ambientale per capire la tecnica venatoria più produttiva da usare in queste condizioni.

Le femmine di Sparisoma sono di taglia molto più piccola dei maschi, quindi, mi sono concentrato esclusivamente nell'agguato ai maschi cercando di individuare quelli di taglia maggiore che evidenziano la macchia nera sul capo più marcata. Le condizioni di cattura erano sostanzialmente tre: <in caduta > sorprendendo il maschio nelle pause dei suoi inseguimenti, <all'aspetto> attendendo il passaggio casuale del pesce, <all'agguato> dopo un percorso mimetico rasente il fondo affacciandosi da dietro uno sperone roccioso per sorprendere il pesce.

L'acqua non era particolarmente torbida, ma la presenza dei ciuffi d'alga in sospensione alterava la visione distinta dai pesci. In uno degli agguati ho visto una macchia scura della dimensione di un pesce che fuggiva con le stesse movenze del pesce pappagallo, ho accennato un breve inseguimento e ho scoccato il tiro per anticipare la traiettoria del pesce ma era una seppia che d'improvviso si è fermata girandosi di 180 gradi a osservarmi frontalmente, tiro padellato! La seppia si era mimetizzata assumendo lo stesso comportamento dei pesci pappagallo copiando addirittura la stessa livrea grigio scuro.

Non ho riflettuto più a lungo sull'evento attribuendo alla casualità il comportamento della seppia: forse mi era sembrato un pesce quando era in fuga e forse aveva assunto per caso un colore scuro del mantello.

Ho continuato la mia pesca con qualche variante, tipo guardare in tana dove alcuni pesci si erano rifugiati per sfuggire all'urto con le alghe o semplicemente perché non era congeniale alle loro abitudini quel contesto.

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